Contenuti trattati
Che cosa occorre
- un vecchio coppo di terracotta di recupero, acquistabile presso le edilizie con rivendite di materiale per recuperi edilizi storici al costo di 2 euro al pezzo,
- ferretti da fioristi,
- tutto quanto trovate in giardino o passeggiando nel bosco a costo zero,
- se non li avete in giardino, qualche piccolo melograno (prezzo circa 1 euro l’uno).
Pulire il coppo
Un coppo vecchio presenta una superficie irregolare e in non pochi punti rugosa, magari annerita per la formazione nel tempo di muffe o di licheni. Deve essere pulito a secco con una spazzola o con un panno da gettare perché l’abrasione ripetuta lascia il segno. Meglio evitare le spazzole di ferro o qualsiasi altra cosa possa graffiarlo. Ripetete più volte l’operazione così da eliminare quanto più materiale è possibile e solo a questo punto lavatelo, con le stesse accortezze. Alla fine mettetelo in verticale ad asciugare contro un muro soleggiato per almeno un giorno, esponendo entrambe le facce al sole.
I fori per legare i tralci fissi
Chi vorrà rendere questa realizzazione più “duratura” dotandola di una base di elementi fissi come rami di salice o nocciolo contorto, rami rossi di cornus, tralci di rosa o di edera, dovrà provvedere a forare il coppo per posizionare un ferretto da fiorista come fermo, saldo ma del tutto invisibile. Per forare il coppo utilizzate un trapano con la punta più sottile che avete. Poggiatelo su un piano di legno e agite tenendolo inclinato in modo che la punta contrasti con il piano di appoggio per ridurre le vibrazioni e i rischi di rottura. Chi possiede trapani con la funzione di rotazione e percussione, disattivi la seconda. Servono due fori distanti fra loro circa quattro dita così che il ferretto possa legare tutti i rami che vorrete. Il ferretto andrà sagomato a “U”, fatto passare nei fori, e legato nell’incavo del coppo così che la base di appoggio non sia modificata e resa instabile.
Come si procede
1. Posizioniamo il coppo sul tavolo da lavoro con la parte concava rivolta verso l’alto. Come primo elemento appoggiamo i melograni spiccati dall’albero in giardino. A questo punto dell’anno è già chiaro quali potranno raggiungere una dimensione tale da essere interessanti come frutta da tavola e quali invece restano sottocalibro o non giungeranno a maturazione. I melograni piccoli lasciati sui rami tendono a seccarsi, mummificarsi e marcire senza nemmeno divenire una fonte alimentare per gli uccelli selvatici. Porremo alcuni frutti, in numero variabile secondo le dimensioni, su un estremo del coppo, aggiungendo anche un ramo secco della pianta. Le foglie diventeranno presto di un bel color paglia che contrasta con il rosso della buccia dei frutti. Conserveremo un frutto di buona pezzatura da mettere nella metà opposta del coppo, per non sbilanciare troppo la composizione.
2. I cespugli di lagestroemia posti in ombra parziale sono ancora in piena fioritura e con un paio di cesoie ci siamo procurati due rametti presi da una branca il cui sviluppo è uscito dal disegno armonico della chioma e andrebbe ridotto. I fiori violetti riuniti in ricchi racemi, delicati all’apparenza, sono in grado di resistere più giorni se non esposti al sole. È con questi che riempiremo l’altra estremità del coppo.
3. L’edera è sempre un grande alleato quando si eseguano composizioni con materiale recuperato in giardino. È decorativa tutto l’anno e sa reagire ai tagli con grande vigore, quindi senza riportare danno. La poniamo al centro della composizione per formare una sorta di “ricco cuore verde”, scegliendo rametti che portino già infruttescenze ben sviluppate: la superficie sferica su cui si dispongono le bacche le rende capaci di catturare l’attenzione anche se non hanno ancora virato di colore e sono verdi.
4. Nel giardino ai piedi di un albero, in una zona poco frequentata, a calpestio ridotto e abbastanza umida, abbiamo trovato due funghi di colore chiaro, tra il crema e il nocciola, perfetti per portare un po’ di luce alla composizione. Li porremo vicini, rivolti verso chi arriva. Unico difetto, si seccano nel giro di due giorni e vanno gettati perché assumono un’aria avvizzita e secca. Li porremo sotto la melagrana isolata per porre in risalto la differenza di colore. Le rose, dopo la pausa estiva, riprendono a fiorire con forza, in particolare quelle paesaggistiche continuano a produrre fiori fino all’arrivo del gelo. Abbiamo scelto la rossa Knock out, dalle corolle poco più che semplici, di colore vivido con un bel contrasto fra il rosso ciliegia dei petali e il cuore centrale giallo. Ne bastano soltanto due per aggiungere un tono di sfarzosa esuberanza. Li porremo a fianco di melagrana isolata e funghi creando così un angolo di colore e contrasto.
5. Sopra l’edera inseriamo un altro elemento verde di tono e consistenza diversa. Si tratta di un fiore d’ortensia che ancora non abbia preso colore, meglio se fatto seccare al sole così da essere morbido e leggero. La sua nota acida completa il verde intenso dell’edera. L’invadente poligono, Polygonum baldaschianum, continua a crescere e a fiorire sui nuovi tralci fino all’arrivo del freddo. Un suo contenimento, una volta raggiunto lo scopo di coprire un manufatto non gradito, diviene un imperativo perché tende a prendere il sopravvento, ad arrampicarsi sugli arbusti, fino a soffocarli. Tagliate senza problemi e i suoi tralci che portano numerosi fiorellini bianchi aggiungeranno un tocco di leggera eleganza quasi si trattasse di un macramè. Dopo averne creato una macchia densa e bianca fra lagestroemia e rose, così da sottolineare entrambe, ne aggiungeremo altri fili singoli sulla composizione. Le prime bacche di rose iniziano a colorarsi, e se non volete utilizzare quelle del vostro giardino perché intendete preservarle come elemento decorativo nella stagione fredda, spiccate dei rami dai grandi rovi che crescono ovunque a bordo strada. Preferite i rami che abbiano sia bacche arancioni sia foglie verdi, per aumentare il contrasto.
Come elemento finale da inserire a composizione ultimata, abbiamo scelto sottili tralci di vite americana. Il colore, se non pieno, già marcato e squillante, è una nota di luminosità, e i tralci sottili che si allungano oltre il coppo decombendo in accenni di volute e non mollemente, sembrano un tocco liberty.
Il giorno dopo? Diversa
La composizione può essere posta su un tavolo oppure su un davanzale. Se decidete di farne un centrotavola, non gettate gli elementi avanzati ma lasciateli a fianco del coppo, disposti con cura, ricercando un effetto casuale come si trattasse di un work in progress. E domani? Sostituite ciò che è sciupato e date spazio alla fantasia.