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Le cocciniglie sono tra gli insetti parassiti più pericolosi per il mondo verde. Attaccano le piante di casa, da interno e da esterno, sia in balcone che in giardino indistintamente.
È necessario individuarle attraverso una periodica ispezione, effettuabile a occhio nudo, e procedere con i dovuti rimedi per eliminarle e salvare la pianta. Meglio sconfiggerle quando si trovano agli stadi iniziali della crescita. Più l’intervento sarà tardivo, minori saranno le possibilità di vittoria.
Tipologie di parassiti
Le cocciniglie si presentano in varie forme, perlopiù cotonose, a scudetto e a piastre cerose indurite.

Cocciniglie farinose o cotonose, si caratterizza per il suo aspetto cotonoso dovuto alla cera fibrosa che copre il corpo. Insetto di piccole dimensioni, sotto la cera può essere di colore giallognolo o roseo. Le femmine adulte raggiungono i 2-4 mm di lunghezza mentre i maschi non hanno una cera a copertura ma sono simili a piccoli moscerini bianchi.
Tutte hanno un unico scopo: nutrirsi di linfa e sostanze nutritive della pianta, che condurranno quest’ultima al deperimento, fino alla morte.

Le cocciniglie a scudetto è anche chiamata di S. José o bruna, è caratterizzata da uno scudetto di cera che la protegge. Molto comune sulle piante da frutto (solitamente su foglie, germogli, rami). Le femmine adulte hanno forma ovale e scudetto ceroso di colori vari come grigio chiaro, giallo-verde o con puntini e macchie marrone scuro.
La cocciniglia Takahashia japonica
Diffusa ampiamente nel Nord Italia, specialmente in Lombardia, questa specie di cocciniglia asiatica si riconosce immediatamente poiché causa la comparsa sui rami degli alberi infestati (soprattutto acero, albizia, albero di Giuda, gelso, olmo, liquidambar) di caratteristici filamenti biancastri ad anelli, simili quasi a totani. Si tratta di ovisacchi cotonosi composti da sostanze cerose contenenti migliaia di uova, che vengono prodotti dalle femmine verso la fine del mese di aprile o inizio di maggio.
A fine maggio-inizio giugno i nuovi nati fuoriescono dalle uova dirigendosi verso le foglie, da cui sottraggono la linfa; i danni che quindi possono causare sono considerevoli, portando, nei casi più gravi, alla morte della pianta stessa.
Questo parassita tende a fare la sua comparsa nei parchi pubblici e nelle aree verdi: il Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia raccoglie pertanto le segnalazioni in merito alla presenza della Takahashia japonica, così da poter intervenire tempestivamente per trattare le piante infette (si tratta di un insetto piuttosto resistente, al momento debellabile solo tagliando e distruggendo i rami e i germogli colpiti).
Come procedere
Per eliminare le cocciniglie è innanzitutto opportuno riconoscerle: sono dotate di una struttura di protezione, sotto la quale si nascondono gli individui adulti, di solito femmine, e aderiscono alla struttura della pianta. La struttura si differenzia per:
- consistenza (cotonosa, lanosa, farinosa, cerosa, coriacea);
- forma (semisferica, scudetto, virgola, stella);
- colore (bianco, giallastro, bruno e nerastro);
- dimensione (da 2-3 millimetri a 1-1,5 centimetri).
Una volta individuate, bisogna valutare la loro “pericolosità” e come intervenire. Se in stadio iniziale, si può agire tempestivamente, anche utilizzando rimedi naturali. Se, invece, la situazione è più grave, l’intervento prevedrà l’uso di insetticidi specifici.
Per valutare lo stato della pianta, bisogna riconoscerne le condizioni di salute. Sottraendo linfa e sostanze nutritive, le foglie infestate ingialliscono, deperiscono e, in caso di attacchi avanzati e prolungati, cadono. La pianta mostrerà uno stato di profonda sofferenza, che, a seguito di ripetuti attacchi negli anni, la conducono alla morte. Questo accade soprattutto se la pianta è giovane e a struttura tenera.
La situazione sanitaria della pianta può essere aggravata anche dalle melate (residui zuccherini), prodotte dalla suzione dei succhi cellulari. Le melate favoriscono lo sviluppo dei funghi della fumaggine, causando ulteriori deperimenti.
Tra le piante preferite delle cocciniglie ci sono:
- sempreverdi (alloro, lauroceraso, agrifoglio, corbezzolo, rincospermo, cycas, oleandro, abete, pino, agrumi, olivo);
- piante grasse (soprattutto Mammillaria, Opuntia, Euphorbia, Ferocactus)
- piante caducifoglie (aceri, tiglio, viburno, ortensia, rose, lagerstroemia, cornus, fruttiferi quali susino, vite, fico, ribes, kaki).
Rimedi naturali
Se l’infestazione è di bassa intensità, è possibile eliminare le cocciniglie attraverso insetticidi fai da te, ovvero trattamenti a base di sapone di Marsiglia. Di discreta efficacia anche quelli con nicotina e macerato di ortiche. Vanno distribuiti sotto forma di soluzione acquosa e vaporizzati sulla pianta attaccata.
Nel caso in cui si scelga la soluzione con sapone di Marsiglia, successivamente la pianta andrà risciacquata con acqua, per eliminare la presenza dannosa del sapone sulla vegetazione.

L’alternativa naturale che aiuta molte piante a “guarire” dagli attacchi delle cocciniglie. Il sapone di Marsiglia di Marius Fabre, da diluire in acqua e vaporizzare sulla pianta infestata, è utile quando l’infestazione è ai primi stadi. È doveroso, dopo averlo fatto agire, sciacquare la pianta con acqua pulita per eliminare i residui di sapone. Prezzo: 9,99 euro su amazon.it
Un’altra soluzione efficace ma consigliata sulle piante più resistenti, quindi grasse adulte o porzioni verdi coriacee, prevede l’uso di una soluzione molto diluita di acqua e alcool denaturato. Questo rimedio serve per sciogliere l’ammasso protettivo delle cocciniglie e causarne la morte. Consigliamo comunque di testare prima la soluzione su una piccola area.

Anche l’alcool denaturato, da utilizzare sulle piante più resistenti e coriacee, è utilissimo per eliminare le cocciniglie e smantellare l’infestazione. Prezzo: 7,99 euro su amazon.it
Il prezioso aiuto delle coccinelle
Per sconfiggere le cocciniglie si può procedere avvalendosi dei predatori naturali per eccellenza, ovvero le coccinelle, insetti la cui presenza in giardino va sempre garantita, anche perchè utili contro altri insetti infestanti, come ad esempio gli afidi.
Se vi doveste trovare di fronte a piante molto deperite a seguito di un attacco da parte delle cocciniglie, sarebbe meglio procedere con interventi di concimazione (da farsi nel periodo primaverile e tardo estivo) per favorire l’emissione di nuova vegetazione e/o anche irrobustimento della pianta deperita dopo gli attacchi parassitari.
Altri rimedi
Se la pianta presenta già segni di deperimento, bisogna intervenire in modo più incisivo. Insetticidi liquidi specifici, in genere oli minerali bianchi attivati, ricoprono le cocciniglie con un film oleoso, causandone il soffocamento. Nei casi ancor più gravi si ricorre a insetticidi con principi attivi più specifici, attivi per ingestione.

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Gli interventi vanno ripetuti ogni 10-12 giorni a seconda della gravità dell’attacco. È opportuno bagnare abbondantemente tutta la chioma, soprattutto nei punti dove la pianta è più colpita.

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Se l’infestazione è molto importante, conviene eliminare le parti più malate dalla pianta, intervenendo con gli insetticidi sulle porzioni meno invase.
Un’altra soluzione, che non prevede l’utilizzo di insetticidi e soluzioni è la spazzolatura. In questo caso si procede alla rimozione meccanica delle cocciniglie, purché siano colonie dure e compatte che occupano rami e rametti. Per procedere bisogna utilizzare una spazzola in plastica.
Prevenzione
Il modo più semplice ed efficace per contrastare l’attacco delle cocciniglie è la prevenzione. Oltre ai controlli regolari da effettuare sulla pianta, soprattutto nelle parti più interne della chioma, è utile scegliere, in fase di acquisto, piante sane e di buona qualità.
È importante anche mantenere le giuste distanze tra le piante e, in caso di attacchi di cocciniglie, pulire sempre gli strumenti di lavoro con alcol o candeggina dopo ogni intervento su piante malate e non moltiplicare le piante infestate.
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