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La Kentia (Howea) è una palma di facile coltivazione, originaria dell’Isola di Lord Howe (Pacifico, vicino all’Australia). Le uniche due specie del genere, Howea Forsteriana e Howea Balmoreana, appartengono alla famiglia delle Arecaceae (con origini risalenti al Cretaceo).
In natura arrivano fino a quindici metri, ma in vaso la loro crescita estremamente lenta è limitata a due o tre metri. Sono piante sempreverdi, con fusto unico e un apparato fogliare decorativo composto da lunghe fronde nastriformi (fino a 70 cm), che le rende ideali per la coltivazione in contenitore.
Le poche cure
La coltivazione della Kentia, pur essendo semplice, richiede l’adozione di specifici accorgimenti per garantire la salute e la bellezza della pianta.
Annaffiatura
Per quanto concerne l’annaffiatura, si raccomanda di intervenire con una frequenza che varia da una volta a settimana a ogni quindici giorni, in funzione del grado di secchezza dell’aria ambientale.
È utile disporre uno strato di argilla espansa nel sottovaso, mantenendolo umido, al fine di prolungare la ritenzione dell’umidità. Durante il periodo estivo, la pianta può essere collocata all’esterno, purché in una posizione di penombra e al riparo da correnti d’aria. La temperatura ideale in questo periodo è compresa tra i 21 e i 24°C. In inverno, la Kentia tollera il clima caldo e secco degli appartamenti, a condizione che la temperatura ambientale non scenda mai al di sotto dei 15°C e che il substrato venga mantenuto costantemente umido.
Esposizione
La Kentia manifesta una notevole adattabilità a condizioni di luce moderata, risultando una scelta eccellente per ambienti con scarsa luminosità, quali corridoi o uffici. Questa idoneità è rafforzata dalla capacità delle sue ampie foglie di catturare quantità significative di particelle nocive presenti nell’aria degli ambienti chiusi.
Un’esposizione a Nord è considerata ideale, specialmente durante l’inverno, quando la debole luce è perfettamente tollerata. È essenziale che la pianta sia protetta dalle correnti d’aria, le quali, analogamente a un ambiente eccessivamente secco, possono causare l’imbrunimento delle foglie.
Terreno
Il substrato ottimale per la Kentia, da impiegare sia nei rinvasi sia nei rinnovi parziali del terreno superficiale, deve essere composto da un terriccio di qualità, organico e torboso, di consistenza non eccessivamente leggera e con una discreta presenza di foglie. La composizione ideale del substrato è la seguente: 50% di terriccio universale per piante d’appartamento, 30% di terra di foglie o terra d’erica e 20% di sabbia silicea.
È inoltre rilevante notare che la Kentia può essere coltivata con successo anche tramite la tecnica dell’idrocoltura.
La nostra guida sulle piante in idrocoltura
Concimazione
Come altre palme d’appartamento, la Kentia non presenta esigenze particolarmente elevate in termini di concimazione. È sufficiente intervenire due volte durante la primavera e una volta all’inizio dell’autunno, subito dopo il rientro delle piante in appartamento, impiegando prodotti liquidi specifici e particolarmente ricchi di azoto.
Si raccomanda di utilizzare con cautela il sangue di bue ed è necessario evitare l’incorporazione nel terriccio di letame o stallatico, specialmente per gli esemplari giovani, in quanto questi prodotti, essendo molto concentrati, potrebbero causare problemi all’apparato radicale.
I concimi solidi a lenta cessione possono essere adoperati, ma solo a dosaggio limitato e non più di una volta all’anno, preferibilmente durante la primavera. È sconsigliato concimare nel periodo invernale e durante i mesi più caldi.
Potatura
La Kentia non necessita di potatura. L’unico intervento richiesto consiste nella rimozione delle foglie che si presentano secche o malate per evitare la propagazione di patogeni al resto della pianta.

L’attrezzo utilizzato per il taglio deve essere preventivamente sterilizzato (ad esempio, sulla fiamma), ed è fondamentale prestare la massima attenzione nell’eseguire il taglio della parte apicale della fronda, evitando in ogni modo di danneggiare il fusto; la compromissione del fusto, infatti, pregiudicherebbe la sopravvivenza dell’esemplare.
Come pulire le foglie
Le foglie della Kentia rappresentano l’elemento di maggiore pregio estetico e la principale superficie della pianta.

Per togliere la polvere, si deve agire con delicatezza, utilizzando un panno morbido in microfibra appena inumidito d’acqua, oppure lavando direttamente la chioma con il soffione della doccia nella vasca da bagno. È strettamente sconsigliato l’uso di prodotti lucidanti per foglie o trattamenti analoghi.
Aumentare l’umidità in inverno
L’attivazione del riscaldamento causa secchezza dell’aria, condizione non ideale per le piante d’appartamento di origine tropicale, sebbene la Kentia sia meno sensibile di altre specie come Calathea o alcune felci. L’aria eccessivamente secca può comunque provocare danni quali il disseccamento delle punte, la riduzione della vivacità del verde e, nei casi più seri, l’appassimento o il disseccamento fogliare completo.
Per innalzare efficacemente l’umidità ambientale, si consiglia di disporre un ampio sottovaso con argilla espansa mantenuta bagnata, su cui appoggiare la pianta tramite un secondo sottovaso per evitare il contatto diretto con l’acqua. È utile anche raggruppare le piante, creando zone con maggiore umidità grazie alla reciproca traspirazione, ed effettuare periodiche nebulizzazioni sulle foglie con acqua poco calcarea (evitando tale pratica su piante in fiore o con foglie carnose/tomentose). L’utilizzo di un umidificatore domestico costituisce un ulteriore contributo per mantenere un clima salubre.
Malattie
La Kentia può essere attaccata da afidi, tripidi e cocciniglia. I primi sono di colore verde o bruno, si alimentano dei succhi cellulari della pianta, causando decolorazioni e deformazioni delle lamine fogliari, rallentamento di crescita nelle giovani piante.
I tripidi determinano la comparsa di macchie puntiformi prima giallo-brune e poi bronzate sulla pagina inferiore delle foglie che, col tempo, determinano rallentamento di crescita dei germogli e loro disseccamenti.
Le piante attaccate dalla cocciniglia subiscono prima decolorazioni e ingiallimento delle foglie per sottrazione di linfa e poi disseccamenti fogliari, perdita di foglie e generale deperimento.
Il nostro approfondimento per sconfiggere le cocciniglie
Per difendersi, intervenire tempestivamente con insetticidi generici o più specifici alla prima comparsa degli attacchi. Contro le cocciniglie impiegare oli minerali che ricoprono gli insetti e li soffocano. Nel caso di forte infestazione eliminare le porzioni più colpite. Gli attacchi sono generalmente più frequenti in piante indebolite (poco concimate, mantenute in vasi troppo piccoli).
La Kentia può essere colpita anche da funghi che determinano la comparsa di macchie di colore marrone-giallastro oppure il rammollimento e il marciume del colletto e delle radici.
Per prevenire questi problemi bisogna evitare di bagnare eccessivamente il terriccio, di lasciare ristagnare l’acqua nei sottovasi e di eccedere con le concimazioni azotate (che causano rammollimento delle parti verdi); bisogna invece favorire la ventilazione, quindi garantire l’elevato tasso di umidità sulle parti verdi.
Se per caso si ammalano, bisogna intervenire tempestivamente con anticrittogamici a base di rame o più specifici (a base di penconazolo) per piante d’appartamento e isolare le piante.







































