Assicurare acqua alle piante in vaso

Prima di eventuali vacanze brevi o lunghe, è opportuno far sì che le piante da interni non debbano soffrire la siccità. Vediamo le soluzioni più pratiche per assicurare acqua alle piante in vaso.

Francesca Meinardi
A cura di Francesca Meinardi
Pubblicato il 05/07/2019 Aggiornato il 05/07/2019
Assicurare acqua alle piante in vaso

Quando si prevede un’assenza prolungata da casa, l’ideale è chiedere a vicini, amici o parenti disponibili di assicurare acqua alle piante domestiche. Se questo fosse impossibile, è fondamentale allestire in casa un sistema di irrigazione che fornisca alle piante l’idratazione necessaria perché sopravvivano. Per capire  quale sistema usare per assicurare acqua alle piante di casa, occorre valutare innanzitutto le esigenze idriche delle specie coltivate e il loro numero, e quindi la durata della nostra assenza. Per un weekend lungo, non sarà infatti necessaria la stessa organizzazione richiesta per una vacanza di qualche settimana.

Attenzione ai sistemi di irrigazione fai da te!

Prima di lasciare le piante con i sistemi di irrigazione fai da te, li si testi per una settimana almeno per valutarne la corretta esecuzione e si possa modificare l’efficacia in base alle esigenze dei nostri vasi.

Ricordate che il sistema automatico di irrigazione è sconsigliato se le piante sono tenute in casa perché, in caso di perdita d’acqua o se si sposta un erogatore, il rischio è di bagnare il pavimento della stanza.

Il gel: 20 giorni di idratazione

Per chi si assenta per un lungo periodo, fino a 20 giorni, una soluzione semplice ed economica per assicurare acqua alle piante di casa è l’acqua complessata in gel. Si tratta di un prodotto di facile reperibilità, composto da acqua demineralizzata e fibre naturali costituite da cellulosa.

Si acquista il barattolo, si apre e si capovolge nel terreno del vaso, preventivamente inumidito, facendolo penetrare in profondità per qualche centimetro.

I microorganismi presenti nel terreno, intaccando le fibre naturali, libereranno lentamente l’acqua con tempistiche che dipendono sia dalla tipologia del terreno che dalla temperatura ambientale: solitamente 300 ml di prodotto durano circa 20 giorni. Il vantaggio di questo genere di irrigazione è la riduzione dell’evaporazione che abitualmente avviene con l’apporto idrico tradizionale; inoltre si evita il ristagno idrico nel sottovaso.

Metodi casalinghi ed efficaci  

Per chi si allontana solo 2 – 3 giorni, basta una copiosa annaffiatura prima di partire. Si consiglia inoltre di creare un angolo con umidità ottimale, raggruppando le piante intorno a un recipiente colmo d’acqua che evapori lentamente. Il luogo dovrà essere parzialmente luminoso e non troppo buio per non bloccare la fotosintesi fogliare.

Per un’assenza da casa di 5-6 giorni, si può usare la tecnica della bottiglia forata: si fora con un ago un tappo di plastica della bottiglia e si elimina il fondo. Poi si inserisce la bottiglia nel terreno del vaso, facendo in modo di affondare il collo per qualche centimetro di profondità, e le si riempie d’acqua dal fondo: l’acqua uscirà lentamente, dal foro sul tappo. Le bottiglie andranno scelte della grandezza sufficiente a soddisfare la capienza del vaso. Il vaso andrà poggiato in un capiente sottovaso su un letto di argilla espansa contenuta che assorba l’acqua in eccesso delle annaffiature e la rilasci gradatamente.

In alternativa alla bottiglia, si può collocare una bacinella piena d’acqua accanto alle piante, a un’altezza superiore rispetto al piano di appoggio dei vasi. Tagliare delle strisce lunghe di tessuto spesso, inumidirle e inserire un’estremità sul fondo del recipiente colmo d’acqua. L’altra estremità venga inserita per qualche centimetro nella terriccio; la pianta assorbirà l’acqua necessaria. Questo sistema è la versione casalinga dei tubicini con cono in terracotta venduti nei negozi. 

Le succulente resistono meglio

Le piante grasse possono essere tranquillamente coltivate in casa per tutto l’anno e richiedono veramente poche attenzioni.

Per quel che riguarda l’acqua, le piante succulente sono in grado di sopportare alcuni periodi di siccità, anche tre settimane, dal momento che accumulano riserve idriche all’interno dei tessuti, cui possono attingere in momenti di particolare difficoltà.

In estate, occorre dedicare loro qualche annaffiatura in più rispetto all’inverno, ma solo quando il terreno è completamente asciutto. Per dare acqua alle piante, il vaso andrà preferibilmente immerso in una bacinella colma d’acqua demineralizzata, così che il substrato possa bagnarsi completamente e uniformemente.

Nell’acqua si potrà diluire il fertilizzante da somministrare all’occorrenza. Si tenga conto che se i vasi sono di coccio, la terra al loro interno si asciugherà più velocemente a causa della porosità del materiale che consente un’evaporazione più celere.

Perché le succulente godano di buona salute, si dovrà fare attenzione anche a polvere e agenti inquinanti: per un buon funzionamento dei processi di fotosintesi i fusti andranno puliti da acari e sporcizia. Per l’operazione si potranno usare sia un pennello morbido, se la pianta non è lanuginosa, che il getto di aria fredda del phon.

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