Ananas, banano e avocado: frutta tropicale in soggiorno

Arbusti di grandi dimensioni nei Paesi d’origine, ananas, banano e avocado possono essere coltivati anche da noi in appartamento, dove arredano con il loro fogliame vigoroso suscitando curiosità e interesse. Ma senza fare i frutti.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 10/02/2015 Aggiornato il 10/02/2015
pianta di avocado
Avocado

Un tempo difficilissime da far sopravvivere in casa, oggi le piante esotiche sono divenute una presenza costante grazie alle migliorate condizioni delle nostre abitazioni, più luminose, meglio coibentate, con assenza di spifferi e correnti, più calde di qualche grado, meglio umidificate. Ma è stato possibile grazie anche alla selezione di linee, se non di varietà, più tagliate alla vita indoor. Il segreto del successo è semplice: ricreare un ambiente dove accoglierle il più simile possibile a quello originario.

Tre parametri importanti

  • Le piante tropicali hanno alte esigenze in fatto di calore e già a una temperatura di 15°C entrano in una fase di allarme se non di sofferenza. Il freddo provoca l’arresto dello sviluppo, favorisce i marciumi radicali e provoca in genere un disseccamento diffuso e un aspetto debole delle nuove foglie. Quindi sono adatte solo a case frequentate costantemente e riscaldate in modo adeguato.
  • La luce può essere un altro fattore limitante. Nel periodo invernale le nostre case sono meno luminose sia per la ridotta durata del giorno sia per la maggiore tendenza ad abbassare tapparelle e chiudere persiane. Nei luoghi di origine la durata del giorno è meno legata al variare delle stagioni e la luce è costante. Quindi anche noi dovremmo ricreare le migliori condizioni: la luce deve sempre essere massima, anche a costo di metterle in pieno sole, davanti a una porta finestra.
  • Infine bisogna prestare attenzione alle correnti fredde quando si arieggia la stanza perché alle piante bastano pochi minuti per abbassare la temperatura delle lamine fogliari fino a quella dell’aria in ingresso.

Ananas: per veder crescere il frutto

Gli ananas come piante da appartamento non differiscono in nulla da quelli da frutto, se non nelle dimensioni (più ridotte), nel portamento (più denso e raccolto). Tutte le specie allevate in vaso, poste in condizioni ottimali, fioriscono e formano un ananas, anche se spesso non si ingrossa a sufficienza da poter essere consumato. La pianta è formata da una rosetta di foglie radicali di forma arcuata, resa leggera dalle bande colorate, ma rigide e con i margini ricchi di piccole spine che rendono sempre consigliabile maneggiare la pianta con i guanti. Secondo la varietà raggiunge un’altezza da 45 a 150 cm. Dal centro della rosetta si sviluppa il fusto fiorifero alla cui sommità si forma un’infiorescenza formata da brattee colorate e fiori veri e propri. Il frutto è tecnicamente un sincarpo carnoso formato da bacche unite una all’altra. Si pone sempre e solo in piena luce, anche sole diretto, se si vogliono piante colorate, la prima a soffrirne è la sfumatura rosa delle foglie, in salute e capaci di sviluppare il frutto. Le annaffiature devono divenire meno frequenti durante la maturazione del frutto perché la pianta è più sensibile ai marciumi. Le foglie dell’ananas risaltano solo se sono lucide. Per rimuovere la polvere usare un panno appena umido, il lucidafoglie può causare macchie color ruggine. Riesce bene in un terriccio fertile e grasso, purché ben drenato, circa un quarto deve essere sabbia, e non ha bisogno di substrati fibrosi con foglie e corteccia. In fase di crescita e durante la formazione del frutto impiegare un fertilizzante universale liquido alla dose indicata dal produttore una volta la settimana. Piante non concimate crescono poco, hanno colori sbiaditi e non riescono a formare il frutto. L’intervallo di benessere per la pianta è fra i 18 ed i 21°C, a temperature inferiori la pianta ha una crescita lenta. Al di sotto dei 15°C la pianta inizia a soffrire.

Banano, dal giardino al vaso

Nel nostro paese il banano in piena terra resiste bene nelle zone calde con inverni miti e temperati. Al centro, in Pianura Padana e nelle prime colline dell’Appennino lo si può coltivare solo se dotato di protezioni invernali adeguate. In vaso può diventare alla portata di tutti, anche se non fruttificherà mai. Il banano con le sue lunghe foglie sfrangiate assurgenti, quasi verticali, è una pianta molto decorativa, da giovane per la vegetazione ricca, una volta cresciuto sopra il metro d’altezza per il suo portamento esotico. Tecnicamente non si tratta di un albero, ma bensì di una pianta erbacea di grandi dimensioni che emette lo scapo fiorale dal centro. L’infiorescenza, portata da un lungo peduncolo verso il basso, come fosse un grande bocciolo allungato, apre le brattee violette una ad una rivolgendole verso l’alto come fosse una pannocchia stesa a seccare. Così facendo scopre i fiori, piccoli e tubulosi, di colore avorio o giallo crema, destinati a cadere a terra nel giro di poche ore. Richiede un terreno ben drenato, caldo, non soggetto a ristagni, leggero e fertile al tempo stesso, ricco di humus e sostanza organica parzialmente decomposta. Chi lo ospita in casa potrà spostarlo all’esterno nei mesi estivi e dovrà sempre prestare attenzione, una volta che è cresciuto tanto da allargare le foglie come fossero vele, alla stabilità del vaso. Per evitare il ribaltamento scegliete vasi grandi, preferibilmente a cilindro per avere la massima superficie di appoggio, e, appesantiteli ponendo sul terriccio dei sassi che saranno ad un tempo elemento decorativo e funzionale. Il banano è molto sensibile al freddo e dissecca le foglie esterne e gli apici vegetativi con facilità, deve essere bagnato poco e spesso, e mal sopporta le rifilature delle foglie per eliminare le parti danneggiate se queste intaccano il vivo.

Avocado: un piccolo albero a crescita rapida

pianta avocadoDall’immancabile cesto di frutta esotica natalizia salvate un avocado: il seme potrà crescere e diventare una pianta. Al momento dell’utilizzo state attenti a non incidere la cuticola lucida e vellutata, così piacevole al tocco, che protegge il grosso seme. Lavatelo delicatamente sotto un debole getto d’acqua così da eliminare i residui di polpa che possono facilmente fermentare, marcire e costituire un ricco pabulum per muffe, batteri e funghi. La tecnica dell’idrocoltura è più scenica e spettacolare ma pone il problema di dover trapiantare quando ancora molto giovane una pianta cresciuta in acqua in terriccio affrontando uno stress che se non fatale può portare all’arresto dello sviluppo e al danneggiamento dell’apparato radicale. Il consiglio, data l’elevata germinabilità di tutti i semi di avocado perché si tratta ancora di piante ottenute per semplice selezione delle varietà più indicate al consumo, è di porlo direttamente nel terreno. I semi cadono sul terreno senza un orientamento preciso e, imitando quanto succede in natura, basta adagiarli su questo e lasciarne una parte scoperta. Il substrato deve essere fibroso e ricco di sostanza organica, mantenuto fresco o leggermente umido, ma sempre ben drenato e mai intriso. Si può miscelare la fibra di cocco, reperibile nei garden più specializzati, con un quarto di sabbia per favorire lo sgrondo. La germinazione, se il vaso è mantenuto a temperature ideali, comprese fra 25 e 30°C, avviene nel giro di un mese. Dall’apice appuntito uscirà il rachide fogliare, dalla base convessa l’apparato radicale. Pianta vigorosa deve essere messa a dimora in un vaso grande e profondo, non meno di 40 cm per dar modo all’apparato radicale vigoroso di crescere liberamente, anche se all’inizio esisterà una notevole sproporzione fra contenitore e pianta. Il germoglio e i successivi che si svilupperanno andranno potati, eliminando le ultime due-tre foglie per mantenere la vegetazione rigogliosa e folta. Sarà vero motivo di orgoglio presentarlo agli amici come una realizzazione interamente vostra.

 

Esigenze

Acqua
In casa, a temperature costanti, le piante dovranno essere bagnate con quantità d’acqua dolce o piovana proporzionata alla dimensione della pianta e al volume del vaso: bisogna bagnare il pane di terra senza allagarlo, sempre eliminando quanto resta nel sottovaso.

Umidità dell’aria
La scarsa umidità dell’aria porta spesso queste piante ad assumere un’aria stentata e polverosa, opposta alla loro natura esotica e selvaggia, quasi da giungla. L’ideale sarebbe possedere un grande vaso di papiro, diametro e altezza circa 60 cm, da mantenere sempre ben bagnato che faccia circolare tanta l’umidità. Per chi non lo possiede e non ha tempo di nebulizzare quotidianamente le piante, è efficace un sottovaso con ghiaia ricoperta d’acqua.

Problemi: le cocciniglie

Solo le cocciniglie possono occasionalmente attaccare queste piante esotiche se l’umidità dell’aria è sufficiente. Le più insidiose sono le cocciniglie brune a scudetto che si fissano sulla pagine inferiore delle foglie, sui rami e sul fusto. La loro presenza è segnalata dalla comparsa di screziature giallastre sulla pagina superiore della lamina. Con l’impiego di cotone e alcool rimuovete la cocciniglia, aiutandosi con un unghia per staccarle se si dimostrano resistenti. Ripetere il trattamento a distanza di dieci giorni per almeno tre-quattro volte e inserite nel terreno le pastiglie a lento rilascio di prodotti sistemici che assorbiti con l’acqua di bagnatura difendono la pianta dall’interno.

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