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Le piante natalizie che riceviamo in regalo o acquistiamo durante il periodo delle festività vengono spesso scelte per il loro forte valore decorativo.
Tuttavia, una volta concluso il Natale, molte di esse iniziano rapidamente a perdere foglie, fiori e vigore, fino a sembrare irrecuperabili. Questo deperimento è solo in parte inevitabile.
Alcune specie vengono effettivamente coltivate per raggiungere il massimo splendore in un arco di tempo limitato, ma nella maggioranza dei casi il deterioramento è dovuto a condizioni ambientali non idonee e a cure scorrette. Poiché si tratta quasi sempre di piante perenni, con i giusti accorgimenti è possibile prolungarne la vita e, in alcuni casi, conservarle per il riutilizzo nel Natale successivo.
Problemi comuni
Gli ambienti domestici risultano spesso poco ospitali per molte piante ornamentali. Le principali cause di sofferenza sono rappresentate da temperature troppo elevate, aria eccessivamente secca, illuminazione insufficiente ed errori di irrigazione. Questi fattori compromettono l’equilibrio fisiologico delle piante, favorendo la caduta di foglie e fiori e rendendole più vulnerabili a patogeni e parassiti.
Secondo la Royal Horticultural Society, uno dei principali enti di riferimento a livello europeo per l’orticoltura, il corretto equilibrio tra luce, temperatura e umidità è essenziale per la sopravvivenza delle piante ornamentali coltivate in casa.
Quando poi alle avversità ambientali si aggiungono attacchi di cocciniglie o marciumi fungini, la situazione diventa più complessa. In questi casi, come indicato anche dalla Società Botanica Italiana, la rimozione tempestiva delle parti colpite o, nei casi più gravi, dell’intera pianta, è necessaria per evitare la diffusione dell’infezione ad altri esemplari.
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Cura
Per far durare più a lungo le piante natalizie ornamentali, è essenziale ricreare condizioni ambientali il più possibile simili a quelle naturali. Una corretta esposizione alla luce, evitando il sole diretto ma garantendo luminosità costante, aiuta a mantenere attivo il metabolismo vegetale.
Anche la gestione dell’irrigazione è cruciale: il terreno deve restare leggermente umido, mai inzuppato, per prevenire marciumi radicali. Infine, mantenere temperature adeguate e aria non troppo secca contribuisce a preservare foglie, fiori e vitalità complessiva della pianta nel tempo.
La nostra guida su come proteggere le piante dall’aria secca
Abete di Natale
L’abete di Natale vero, sia nella forma di abete rosso (Picea abies) sia di abete bianco (Abies alba), è una specie tipica degli ambienti montani e risulta fortemente penalizzata dalla permanenza in casa. Gli spazi interni, soprattutto se riscaldati, sono troppo caldi e secchi per una pianta che in natura cresce in climi freschi, umidi e ben illuminati.
Studi e linee guida divulgative pubblicate da istituzioni botaniche, come l’Orto Botanico di Padova, confermano che la permanenza prolungata in ambienti interni accelera la disidratazione degli aghi e il deperimento della chioma.
La possibilità di recupero dell’abete dipende in larga misura dalle sue condizioni iniziali. Gli esemplari dotati di zolla integra, con aghi di colore verde intenso e dimensioni contenute, hanno maggiori probabilità di sopravvivenza.
Dopo le festività è fondamentale trasferire l’abete all’esterno il prima possibile, collocandolo in un’area luminosa e riparata. Le irrigazioni devono essere regolari e interessare sia il terreno sia la chioma. Verso la fine dell’inverno è consigliabile una concimazione organica, utile a stimolare la ripresa vegetativa. In primavera, se la pianta lo consente, l’abete può essere messo a dimora in piena terra oppure mantenuto in vaso capiente, pratica suggerita anche da numerosi orti botanici italiani per favorirne la conservazione pluriennale.
Stella di Natale o Poinsettia
La stella di Natale (Euphorbia pulcherrima) è la pianta simbolo delle festività natalizie, ma anche una delle più sensibili alle variazioni ambientali.
Dopo metà gennaio è normale osservare una progressiva caduta delle foglie, fenomeno fisiologico che viene però accentuato da scarsa luminosità e aria secca. Secondo le indicazioni della Royal Horticultural Society, solo ambienti molto luminosi e temperature costanti intorno ai 20-22°C permettono di prolungare lo stato vegetativo della pianta.
Tra febbraio e marzo è possibile intervenire con una potatura di recupero, accorciando i fusti più robusti e rimuovendo quelli deboli o danneggiati. La pianta va poi mantenuta in ambiente semi-luminoso, con temperature non inferiori ai 18°C e irrigazioni contenute.

Dopo la comparsa dei nuovi germogli, è fondamentale iniziare una concimazione regolare. Per ottenere nuovamente le caratteristiche brattee colorate, la pianta deve essere sottoposta a un periodo prolungato di buio, tecnica ampiamente documentata anche da manuali botanici universitari (Società Botanica Italiana).
Ciclamino
Il ciclamino (Cyclamen persicum) è una pianta tuberosa perenne che, se coltivata correttamente, può vivere diversi anni. Ama ambienti luminosi ma non esposti alla luce solare diretta e soprattutto temperature fresche, comprese tra i 15 e i 18 °C.
Il mantenimento in ambienti troppo caldi rappresenta una delle principali cause di fallimento nella coltivazione domestica del ciclamino.

Al termine della fioritura, che generalmente si conclude tra febbraio e marzo, la pianta entra in una fase di riposo vegetativo. In questo periodo è essenziale ridurre le irrigazioni per evitare il marciume del tubero. Durante l’estate il ciclamino può essere collocato all’esterno, in posizione ombreggiata, per poi essere riportato in casa a fine estate, favorendo così una nuova fioritura autunnale.
Il nostro approfondimento su come curare e far durare a lungo il ciclamino
Altre piante natalizie da non buttare
Oltre alle specie più comuni, esistono altre piante natalizie che possono essere conservate a lungo. L’elleboro o rosa di Natale (Helleborus niger) è una pianta rustica che, una volta terminata la fioritura, può essere trapiantata in giardino con ottimi risultati.
Anche l’agrifoglio (Ilex aquifolium) può vivere molti anni se mantenuto all’esterno in posizione luminosa e fresca, mentre il vischio (Viscum album) necessita di condizioni di luce elevate e irrigazioni molto moderate, secondo quanto riportato dalla letteratura botanica specialistica.







































