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Il ciclamino, rappresentante del genere Cyclamen, è una pianta ornamentale che conquista con le sue foglie cuoriformi e la sua fioritura autunnale e invernale: infatti, gli sgargianti colori dei suoi fiori, che variano dal bianco al rosso virando per le varie sfumature di rosa e viola, tingono i giardini e le fioriere di terrazzi e balconi durante la stagione fredda.
La pianta si sviluppa da tuberi sotterranei ed è reperibile in commercio per buona parte dell’anno, anche se gli esemplari più belli e ricchi di fiori si trovano in epoca autunno-invernale. Proprio la variabilità di dimensione delle piante in vendita (si va da un’altezza media di 30-40 cm degli esemplari normali, sino ai 12-15 cm delle varietà “mini”) facilita la sua collocazione in spazi di differente ampiezza e rende questa specie fiorita estremamente versatile tanto nell’utilizzo in casa quanto all’aperto.
Coltivare il ciclamino è facile e, se viene curato bene, può vivere anche 4-5 anni e ogni anno riprendere a produrre fiori, seppure in numero via via inferiore.
Semina e annaffiatura
La semina deve essere eseguita principalmente tra primavera e inizio estate, ma anche in autunno è possibile. I semi sono minuscoli e mescolarli con sabbia garantisce una distribuzione uniforme. Quando si semina, è importante che i semi siano leggermente pressati sul terreno, e tenuti in luogo ombreggiato/buio fino allo spuntare delle piantine.

Dopo la semina, il terreno deve rimanere umido: usare un foglio di plastica o un sottovaso può aiutare a mantenere l’umidità giusta. La germinazione potrebbe richiedere settimane o mesi.
Una temperatura di 15-16°C è ideale in tale fase. Questo dato è molto importante, perché, se si decide di coltivarlo in vaso, il ciclamino va posizionato in un luogo dove la temperatura non superi quella indicata ed è importante che sia lontano dalla luce diretta del sole.
Si tratta anche di una pianta che ama l’umidità, ma detesta l’acqua in eccesso. Per coltivare il ciclamino, quindi, serve rigorosamente l’alternanza di asciutto e umido: il peggior nemico è un substrato sempre bagnato, in grado di far marcire rapidamente i tuberi.
Dato che si deve irrigare solo quando il substrato inizia ad asciugare in superficie, al fine di garantirle una vita lunga e rigogliosa, bisogna assicurarsi di fornire alla pianta un’irrigazione costante ma moderata, evitando l’acqua stagnante che può provocare marcescenza e malattie fungine. Inoltre, non bagnare mai il cuore della pianta (il centro del tubero/foglie) per evitare l’insorgenza di marciumi.
L’acqua va aumentata durante la fioritura, fase durante la quale un’eccessiva secchezza del substrato può impedire la schiusa dei fiori e far appassire precocemente quelli già aperti. Le irrigazioni vanno ridotte nel periodo successivo alla fioritura, quando la pianta ha solo foglie e, pur mantenendo sempre vitale l’apparato fogliare, si prepara a una fase di riposo.

Anche la scelta del terriccio è fondamentale per garantire la corretta idratazione: per coltivare il ciclamino serve un substrato leggero e poroso, che faciliti un ottimo e veloce drenaggio dell’acqua in eccesso. Deve essere inoltre dotato di buona fertilità e avere un pH intorno a 6.
In commercio esistono terricci già preparati che hanno la seguente composizione indicativa:
- 50% terra di foglie di faggio
- 40% torba bruna o bionda, piuttosto grossolana
- 10% sabbia di fiume
Per renderlo più leggero è utile l’aggiunta di piccoli grani di argilla espansa o di pietra pomice.
Come scegliere il vaso giusto
Ogni fiore vuole il suo vaso: dimensioni e forma del contenitore possono, infatti, aiutare la crescita della pianta. Per il ciclamino, è meglio scegliere vasi larghi e poco profondi, che andranno poi posizionati in un’area semi-ombreggiata.
Durante la stagione estiva, il ciclamino entra in una fase di riposo, quindi non bisogna allarmarsi se si nota un rallentamento nella crescita.
Esposizione in balcone
Il ciclamino forma boccioli fiorali prevalentemente da settembre a febbraio-marzo: come anticipato, durante tale periodo la pianta vuole molta luce, ma non troppo diretta. L’ambiente luminoso permette che i fiori si mantengano a lungo in pianta, conservando la tonalità di colore. In primavera e in estate, periodi nei quali la pianta mostra solo le foglie, è preferibile coltivare il ciclamino in posizione semi-ombreggiata, possibilmente all’aperto.
Il ciclamino è una pianta resistente (soprattutto le varietà “mini”) alle basse temperature (può sopportare senza danni anche pochi gradi sopra lo zero) ma si consiglia di mantenere quella ottimale che non dovrebbe superare i 15-16°C. In generale, durante il periodo autunnale e invernale, può essere collocata all’aperto se il clima del territorio lo permette:
- Regioni a clima invernale mite: può essere coltivato in piena terra per realizzare aiuole decorative
- Regioni a clima invernale rigido: dovrebbe essere coltivato in vasi o fioriere, sul balcone o terrazzo, protetto da piogge e nevicate
4 errori da non fare
Il ciclamino soffre generalmente più per errate posizioni e inappropriate cure colturali che per l’attacco di parassiti. Tra gli errori più comuni troviamo:
- Troppa luce: i raggi solari diretti, quando le piante sono all’aperto, o fonti di intensa luce artificiale, quando all’interno, possono facilmente causare decolorazioni e ingiallimenti delle foglie, ma, soprattutto, appassimento temporaneo dei fiori, sino ad arrivare, nei casi più gravi, al disseccamento dei petali
- Eccesso di temperatura: temperature molto alte durante la fioritura, come quelle degli impianti di riscaldamento costantemente al di sopra dei 20°C, determinano formazione di fiori piccoli, sbiaditi e di scarsa durata in pianta, con piccioli esili, molto allungati e ricurvi in modo anomalo. Nei casi più gravi si assiste all’apertura verso l’esterno della rosetta di foglie
- Poca luce: se c’è poca luce nel periodo autunno-invernale di emissione dei fiori, il ciclamino rallenta o blocca completamente la fioritura e mostra un fogliame tenero e decolorato
- Scarsa protezione dalle correnti d’aria: se il ciclamino è all’aperto, occorre verificare che sia al riparo da correnti d’aria potenzialmente dannose. All’interno, invece, bisogna evitare di posizionarlo vicino a porte e finestre frequentemente aperte
Come intervenire se il ciclamino sta morendo
Uno degli indicatori più evidenti che qualcosa non va nella cura del ciclamino sono le foglie che cambiano colore: se virano al giallo, potrebbe essere il campanello d’allarme di un’irrigazione non corretta o una carenza nutritiva nel terreno. Garantire una giusta quantità d’acqua e un terreno fertile, ben drenato, può ristabilire la salute del fiore.
Per preservare e rigenerare il ciclamino dopo la fioritura, è essenziale garantire luce e clima appropriati e, specialmente durante l’estate, curarlo in modo adeguato:
- Riposizionarlo lontano dalla luce diretta in un luogo fresco
- Rimuovere foglie danneggiate e fiori secchi
- Anche se appare morto, non va gettato: con il freddo ritornerà in vita, poiché il suo tubero sopravvive sottoterra
- Durante l’estate, bisogna annaffiare raramente; dall’autunno, invece, si deve tornare a esporre il fiore alla luce e innaffiarlo regolarmente
In generale, per risolvere i problemi di origine ambientale, è indispensabile, alla prima comparsa dei sintomi, ripristinare velocemente le condizioni di luce e temperatura ottimali per il ciclamino.
Interventi tardivi o errati sono insufficienti a recuperare in modo soddisfacente il tipico aspetto della pianta. Per esempio, irrigare abbondantemente un ciclamino che soffre per eccesso di temperatura non risolve il problema, anzi, ne crea un altro, ovvero il marciume del tubero, non più in grado di smaltire l’eccesso di acqua.








































