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Le bagnature periodiche assicurano la corretta dose di umidità alle orchidee. Ogni specie necessita di accorgimenti specifici, ma in linea generale bisogna assicurare apporto idrico una volta alla settimana, due se fa molto caldo, e meglio se con acqua piovana. Inoltre bisogna favorire un ambiente umido, motivo per cui spesso le orchidee abitano spazio come il bagno.
Le metodologie per annaffiare le orchidee sono molteplici. Ognuno potrà scegliere quella migliore, anche se la più utilizzata è la tecnica a immersione.
Tecnica a immersione
Inserire il vaso dell’orchidea in una bacinella colma di acqua (o direttamente nel lavandino) è il metodo più semplice, veloce ed efficace, in quanto garantisce un’annaffiatura uniforme, senza correre il rischio di bagnare le foglie.
L’immersione avrà una durata circa di 15-20 minuti. Trascorso il tempo necessario, togliere il vaso e far scolare bene l’acqua in eccesso, che può causare ristagno, quindi marciume alle radici.
Oltre a scolare bene, che è un’operazione importantissima, è bene utilizzare acqua piovana o filtrata, mai fredda.
Con spruzzino
Altro metodo ampiamente diffuso è la nebulizzazione. In questo caso si vaporizza l’acqua utilizzando uno spruzzino attorno alla pianta e sul substrato. Mai bagnare foglie e radici per evitare ingiallimenti e marciumi.
Questo metodo è utile per aumentare l’umidità, specialmente in ambienti secchi. Tuttavia è sempre meglio annaffiare a immersione. La nebulizzazione può quindi essere affiancata al metodo classico di tanto in tanto.
Quale acqua utilizzare
Sebbene, soprattutto per comodità, si preferisce bagnare le orchidee con acqua corrente del rubinetto, la migliore è quella piovana.
Difatti l’acqua di rubinetto è spesso molto dura, ricca di calcare e cloro, quindi può causare accumuli di sali, quindi danneggiare radici e foglie.
La variante è l’acqua filtrata, se si dispone di un impianto casalingo. È prova di calcare, cloro e metalli pesanti, ma contiene alcuni minerali utili per il nutrimento delle orchidee.
L’acqua piovana è in genere da preferire per annaffiare le piante, anche le orchidee, perché leggera e priva di calcare ma ricca di microelementi benefici. Lo svantaggio è che però va raccolta preventivamente in contenitori puliti.
L’alternativa alla piovana è l’acqua distillata, che però non ha minerali utili, ha un costo ma essendo leggera, non danneggia radici e foglie.
Cosa evitare
Alcune abitudini, spesso sbagliate, che vanno scongiurate:
- Il metodo dei cubetti di ghiaccio, da mettere sul substrato. Anche se sembra un ottimo rimedio per chi dimentica di bagnare periodicamente le orchidee, questo metodo può provocare shock termico e uccidere le piante tropicali (come la Phalaenopsis). In genere proprio l’acqua fredda va evitata, per gli stessi motivi del ghiaccio.
- Mai lasciare acqua nel sottovaso e/o bagnare foglie e rosetta, per evitare marciumi. Inoltre, non bisogna seguire un calendario rigido per le annaffiature: si consiglia sempre di verificare attentamente le condizioni della pianta.
- Infatti, se la pianta ha bisogno di acqua, le radici saranno di colore argento o grigio; se verdi, non c’è necessità di acqua. In caso di pianta grande, se il vaso pesa molto non bagnare, se leggero è probabilmente asciutto, quindi necessita di annaffiatura.