Check-up all’impianto di irrigazione

È arrivato il momento di rimettere in funzione l’impianto di irrigazione, previo approfondito check-up, per irrigare regolarmente le piante primaverili e prepararsi all’arrivo del caldo estivo.

Francesca Meinardi
A cura di Francesca Meinardi
Pubblicato il 27/05/2018 Aggiornato il 27/05/2018
Check-up all’impianto di irrigazione

Al momento di fare partire l’impianto di irrigazione in giardino oppure quello per irrigare i vasi del balcone, è opportuno fare un accurato controllo di tutte le parti coinvolte, per evitare malfunzionamenti, perdite d’acqua e danni di ogni genere.

La centralina

La prima operazione da eseguire è il controllo del cuore dell’impianto d’irrigazione, ovvero la centralina. Al suo interno trovano alloggiamento le pile che consentono di mantenere la memoria remota nel caso in cui la corrente elettrica venga a mancare, in modo che non si perda la programmazione del sistema, e non si corra il rischio, soprattutto durante periodi di assenza da casa, che l’impianto riparta a orari che potrebbero danneggiare le piante. Se le batterie non fossero state tolte durante l’inverno, le si sostituisca con pile nuove, avendo cura di pulire l’alloggiamento in caso quelle vecchie si fossero ossidate.

Le tubature

Trattandosi di zone dove in inverno la temperatura scende sotto lo zero, occorre controllare anche le tubature, per verificare che l’impianto non abbia riportato danni da gelo. Se non dovesse essere stato svuotato in maniera adeguata, infatti, l’acqua gelata potrebbe aver creato delle crepe nei tubi e/o aver reso labili le connessioni tra i setti di giunzione. Per procedere con la verifica si faccia affluire l’acqua in tutto il sistema senza metterlo in azione e si attenda circa 24-48 ore per vedere se il contatore dell’acqua, girando, segnali possibili rotture. In base all’entità di un’eventuale perdita si deciderà se cercare di sistemarla oppure se lo “spreco” sia tollerabile per la stagione in arrivo, sia da un punto di vista etico che economico.

Gli irrigatori

Una volta esaminata la struttura generale, ci si potrà dedicare ai singoli irrigatori a spruzzo, quelli ideali per il giardino. La loro pulizia va eseguita almeno una volta l’anno e, se non si fosse provveduto in autunno, sarà opportuno procedere adesso, prima di far ripartire il sistema. Prima di smontarli per la pulizia, si abbia cura però di estirpare le malerbe che si fossero formate nell’intorno, e asportare eventuale sabbia o detriti.

Occorre anche valutare se, rispetto alla stagione precedente, siano state messe a dimora nuove piante che potrebbero ostacolare il percorso degli irrigatori a spruzzo; anche solo un cespuglio di 40-50 cm di altezza potrebbe costituire un ostacolo alla distribuzione dell’acqua. Nel caso esistano nuovi impedimenti, si dovrà alzare il getto dell’irrigatore con la consapevolezza che la sua traiettoria sarà meno precisa. Valutati tutti questi aspetti, gli erogatori saranno pronti per essere smontati.

Come si procede alla pulizia dell’irrigatore

come pulire l'irrigatore

1. Gli irrigatori a molla andranno sganciati dal sistema ed estratti per la pulizia dei singoli componenti: il primo passaggio consisterà nello svitare la ghiera superiore di protezione, tolta la quale, sarà possibile procedere alla rimozione dei detriti di sabbia, polvere e terra mediante risciacquo con acqua calda.
2. Si dovrà a questo punto estrarre il filtro che andrà sia sciacquato con acqua calda, che trattato con anticalcare insieme ai componenti più interni dell’erogatore. È sufficiente metterli in una soluzione di acqua e aceto e lasciarli riposare per una mezza giornata.

Approfondimento – Come si usa l’impianto di irrigazione

I fattori che determinano quanto annaffiare il giardino sono fondamentalmente due: le temperature e l’andamento stagionale, e il tipo di terreno sul quale sorge il nostro angolo verde.

Le temperature e il terreno

Le necessità idriche variano in funzione del caldo: potrebbe essere un’estate insolitamente piovosa, oppure presentare temperature al di sopra della media stagionale. Oppure ancora la pianta potrebbe anche essere esposta alla presenza di vento persistente, responsabile di una disidratazione molto più celere.

Per quanto riguarda il tipo di terreno, a seconda della sua composizione sarà necessario tenere l’impianto di irrigazione in funzione per più o meno tempo: se il substrato fosse argilloso, tratterrà molta più acqua rispetto ad uno sabbioso che, al contrario, si asciugherà molto più in fretta.

Gli orari migliori

Durante i periodi più caldi, è sempre consigliabile azionare l’impianto di irrigazione alla mattina presto, una o due ore dopo l’alba, oppure dopo il tramonto; questo consentirà all’acqua di non evaporare in maniera troppo celere e di poter essere quindi assorbita dal terreno e captata dagli apparati radicali delle piante.

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