Bulbose primaverili: le cure di fine estate

Le bulbose primaverili, che ci hanno regalato splendide fioriture, adesso sono completamente secche e possono essere diradate. Infatti se le aiuole non vengono mai sfoltite, si crea un eccessivo numero di bulbi a scapito della fioritura.

Francesca Meinardi
A cura di Francesca Meinardi
Pubblicato il 27/08/2018 Aggiornato il 27/08/2018
Bulbose primaverili: le cure di fine estate

Il mese di agosto è quello più opportuno per compiere il diradamento delle bulbose primaverili che sono collocate in piena terra, magari con l’obiettivo di far naturalizzare le piante. Ad agosto ormai hanno perso la loro parte aerea e, scavando nel terreno, si nota che i bulbi originari sono spesso contornati da numerosi nuovi esemplari.
L’operazione di diradamento delle bulbose primaverili è necessaria per favorire una fioritura ottimale ogni anno; infatti un eccessivo numero di esemplari a stretto contatto non è in grado di garantire a tutti i bulbi il giusto nutrimento. L’effetto “pieno” sul prato, che ci sorprende con una fioritura abbondante e molto ravvicinata, può mettere i singoli esemplari in competizione fra loro ed essere quindi uno svantaggio.
In particolare, se si dovesse notare prima della fioritura una vegetazione densa ma poco turgida e, successivamente, una fioritura esclusiva al centro del gruppo dei fiori, sarebbe indispensabile il diradamento, per rendere più equilibrata la situazione delle bulbose primaverili.
Si potrà procedere a questo lavoro a partire dal secondo anno di permanenza dei singoli esemplari nel terreno.

Come si fa

bulbose primaverili pronte per essere dissotterrate solo quando la parte aerea sarà completamente secca

Le bulbose primaverili saranno pronte per essere dissotterrati solo quando la parte aerea sarà completamente secca: se le foglie si staccano senza nessuna fatica, non sono più vitali. Attenzione al contrario! Si creerebbero ferite che potrebbero diventare focolai di infezioni.

smuovere terreno superficiale per individuare bulbi primaverili nella terra

Si smuova lo strato più superficiale di terreno e si individuino i bulbi con precisione. Quindi con l’aiuto di una vanga forca, si estraggano dal terreno con estrema delicatezza per non danneggiarli.

valutazione dei bulbi primaverili eliminando i vecchi, danneggiati o con imperfezioni

Valutare molto attentamente i bulbi: si eliminino i bulbi più vecchi, danneggiati o con imperfezioni. Si tengano solamente quelli floridi, i migliori, ovvero di una discreta dimensione, che non presentino ammaccature oppure muffe o ancora macchie brunite, e si proceda immediatamente al loro interramento.

Separazione dei bulbilli

Se il bulbo originario avesse sviluppato bulbilli nuovi e ben cresciuti, questi possono essere separati. Tuttavia è meglio evitare di reinserire immediatamente nel terreno materiale con ferite fresche; piuttosto, i bulbilli appena separati vanno collocati in un posto asciutto e riparato per alcuni giorni. Quelli troppo piccoli per essere nuovamente interrati, è meglio metterli a dimora in luoghi più protetti come aiuole o vasi, così che possano fiorire e accrescersi nell’arco dei due anni successivi.

messa a dimora bulbose - distanza 10 15 cm


Si esegua la messa a dimora delle bulbose primaverili come se si trattasse di un nuovo impianto, seguendo uno schema che contempli una distanza variabile tra un bulbo e l’altro di circa 50 – 100 cm, a seconda della specie. Tutti i bulbi sono soggetti ai marciumi radicali; per evitarlo, si adagino su un fondo di sabbia che garantisca un efficiente drenaggio.

La naturalizzazione, solo per pochi

L’operazione di inselvatichimento o naturalizzazione dei bulbi sfrutta la loro capacità di non soccombere a condizioni avverse, per esempio durante l’inverno, grazie alla dormienza del loro organo ipogeo. Tuttavia non tutte le bulbose primaverili sono in grado di superare più stagioni senza dover essere dissotterrate. In genere gli ibridi che maggiormente si discostano dalle specie di origine, non sono assolutamente adatti a queste operazioni. E non lo sono, tutti quei bulbi che volessero venire inseriti in ambienti molto diversi da quelli di origine.

Quali bulbi piantare adesso

Alla fine del caldo torrido estivo, soprattutto nel Sud Italia, si possono piantare alcune varietà di bulbose che regaleranno un’abbondante e sorprendente fioritura invernale. La scelta solitamente ricade sugli Iris precoci e sui Crocus.

Iris precoce
Iris danfordiae è tra le iris precoci. È una pianta che rimane bassa, tra i 10 e i 15 cm, con un fiore giallo brillante screziato di verde o arancione. Il fogliame crescerà solo dopo il periodo di fioritura, tra dicembre e marzo, e raggiungerà i 30 cm. I bulbi si devono interrare a una profondità doppia rispetto alla loro altezza, con una distanza pari a due volte il loro diametro.
 
Crocus

Il più diffuso è il Crocus vernus, conosciuto anche come zafferano maggiore o falso zafferano, che riesce a crescere fino all’altezza di 15 cm. Il fiore è isolato, di colore viola, talvolta screziato di bianco. Ha bulbi ovali di dimensioni contenute, che devono essere messi a dimora a una profondità di circa 5 cm utilizzando terriccio fertile e ben drenato, che eviti pericolosi ristagni d’acqua. La pianta apprezza in particolare posizione ben soleggiate. 

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