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La viola è pianta a fioritura primaverile e come buona parte delle perenni può essere posta a dimora prima dell’inverno, se già disponibile nei garden. Questa pratica consente di avere piante acclimatate in grado di iniziare a primavera una precoce e abbondante fioritura. Le viole in vaso, se ben tenute, sono in grado di fiorire per molti mesi, fino a ridosso dell’estate. Le piante poste nel terreno, superata la stagione calda, si riproducono con una certa facilità grazie agli stoloni che si allargano sul terreno intorno alla pianta madre radicando, ma anche dentro i vasi saranno capaci di dare grandi soddisfazioni. È di queste che ci occuperemo.
Tante diverse tipologie di viole
Con la parola viola si indicano tutte le piante che formano l’omonimo genere, circa 500 specie diverse, ma tre sono le più diffuse e apprezzate, che hanno dato origine a innumerevoli varietà e cultivar diverse.
Viola cornuta
Fra le molte specie e varietà disponibili solo la viola cornuta spicca per il suo profumo intenso. La maggior parte, invece, non emana profumo e gli ibridi che conservano, anche solo in parte, questa caratteristica lo devono alla parentela con la viola cornuta.
Originaria dei Pirenei la viola cornuta raggiunge un’altezza di circa 10 cm formando cespi di circa 30 cm di diametro. I fiori, viola scuro nella forma originaria, somigliano a quelli della viola spontanea, ma sono più grandi, larghi fino a 3 cm, con sperone sottile. Iniziano a fiorire appena la morsa del freddo non è più così intenso e continuano fino a luglio.
Viola odorata
Detta anche viola mammola, si trova spontanea in un areale vastissimo che comprende Europa, Asia e Africa del Nord, Italia compresa.
È la specie più precoce: incurante del freddo, fiorisce al sole nei mesi di febbraio e marzo, all’ombra a partire da aprile. Posta in condizioni ottimali si moltiplica con facilità espandendosi sul terreno grazie agli stoloni.
Viola tricolor
Tutti la conoscono come viola del pensiero, è quella dai fiori più grandi, fino e oltre i 4 cm, e a fioritura più tardiva. Da maggio fino a settembre sboccia un gran numero di fiori in diverse tonalità di colore. Da questa specie sono stati ricavati, grazie ad incroci e selezioni, molti ibridi con fiori grandi, vivacemente colorati indicato come Viola t. hortensis, Viola t. maxima, Viola x wittrockiana.
Le nostre scelte
Il mondo delle viole in vaso è uno dei più prolifici in termini di nuove proposte e ogni anno accanto a varietà diventate classiche se ne affiancano altre che si dovranno misurare con l’apprezzamento degli appassionati. Fra le viole ibride wittrockiane abbiamo scelto:
- dalla nuova serie ‘Cool Wave’ selezionata da Pan American seeds vi proponiamo ‘Red wings’, ‘Violet wings’ e ‘Raspberry’. Sono viole a fiore di grandezza medio piccola con colori vividi che spiccano su fondo bianco adatte per i basket o i vasi che possono ricadere oltre il bordo. Piante rigogliose sono in grado di fiorire fino all’arrivo del caldo iniziando già prima dell’inverno. Di forma coerente e arrotondata sono più larghe alla sommità
- di forma più classica la vecchia ‘Jumbo Marina’ e ‘Purple & White’ che giocano in modo diverso sui due colori principali viola e bianco. Piante adatte al sole sono capaci di fioriture copiose
- ‘Rubino’ è una varietà cangiante selezionata dalla giapponese Murakami seed di colore intenso dai fiori piccoli, classificata fra le miniviole, adatta per i vasi di piccole dimensioni o per riempire gli spazi vuoti in aiuole e cassette fiorite
- ‘Elaine quinn’ e ‘Columbine’ sono due viole perenni caratterizzate dai fiori marmorizzati che mescolano bianco e viola più o meno intenso. La fioritura inizia nel mese di aprile e si protrae, ponendo le piante in ombra luminosa, fino all’autunno
- Sono molte le viole classificate come “black” e in diversa misura si avvicinano a questo colore come forma di estrema saturazione del viola. ‘Roscaste black’, alta 15 cm, non ha colorazione uniforme e mostra ancora nelle parti più chiare una vivida tonalità di viola. Il difetto, comune a tutte, sono le macchie che l’acqua e il pulviscolo lasciano evidenti su una superficie così scura
- ‘Viola Palustris’ si trova come pianta spontanea nei prati umidi, ai bordi degli stagni, laddove il terreno si mantiene per tutto l’anno ad un tasso di umidità elevato e costante. Per questa caratteristica può rappresentare un ottimo complemento per la vegetazione dei bacili che contengono piante acquatiche. Il fiore può avere colorazione di fondo più o meno intensa, dal bianco all’azzurro ma le venature scure sono sempre ben visibili.
La posizione è la chiave del successo
Soltanto la scelta di una posizione rispettosa delle loro “naturali inclinazioni” è garanzia di successo nella coltivazione delle viole in vaso. A primavera o fine inverno le viole devono avere una buona illuminazione e una posizione calda per bilanciare il clima freddo e la temperatura del terreno ancora molto bassa.
A mano a mano che la stagione avanza, con l’innalzarsi delle temperature, il progressivo riscaldamento del terreno, le giornate più lunghe, la forte radiazione solare, le viole devono essere protette e restare in ombra parziale. In estate, con il forte caldo, hanno bisogno d’ombra e fresco per sopravvivere e tornare in vegetazione alla fine dell’autunno.
Spostate i vasi secondo le indicazioni e in estate poneteli sotto alberi e cespugli così da essere in un posto fresco e ombroso.
Mettere a dimora in vaso le viole
Acquistate le viole in vaso nei garden è importante portarle a casa in tempi rapidi senza lasciarle all’interno di sacchi di plastica, o in auto, specie se resta al sole. In queste condizioni la temperatura può elevarsi di molto e l’elevata umidità creatasi per l’evaporazione dell’acqua presente nel terriccio può favorire fenomeni lessatura riconoscibili dalla vegetazione prostata, dagli steli privi di forza e incapaci di risollevarsi.
Giunti a casa le piantine, in attesa della messa a dimora, si pongono in un luogo luminoso, ma ombreggiato, fresco. Si bagnano senza però lasciare che resti acqua nell’eventuale sottovaso.
La pianta si estrae dal vaso inclinandolo verso il basso ed esercitando una pressione sul fondo così da non strattonare la parte aerea della vegetazione. Molte piante potrebbero aver trascorso in vaso parecchio tempo prima di essere messe in vendita, già in fiore, e il pannicolo delle radici potrebbe essere sviluppato tanto da formare un’intricata matassa che avvolge la terra contenuta nel vaso.
In questo caso, in modo deciso, ma senza strappare quando non necessario, aprire questo pannicolo di radici. Questa operazione, anche se in parte è traumatica, darà alla pianta maggiori probabilità di sopravvivere e crescere con forza. Non è raro che le piante solo svasate non riescano ad allargare l’apparato radicale per esplorare il terreno circostante e restino, in un certo senso, ancora in vaso pur senza un contenitore a delimitarle.
Il terreno sempre fresco
Per crescere con forza, le viole in vaso richiedono un terreno simile a quello dei boschi: terra di foglie, ricca di sostanza organica, fresca, molto leggera. Miscelate in parti uguali terriccio da fiori, terra di foglie e sabbia. La sabbia serve a migliorare il drenaggio del terreno che deve essere sempre mantenuto fresco, ma non fradicio. L’inclusione di letame vecchio, molto apprezzato quello di cavallo, serve a migliorare la struttura e la fertilità del terreno.
In contenitore, gli abbinamenti giusti
Le viole in vaso vogliono contenitori bassi, tipo ciotola, perché le viole non richiedono una grande profondità avendo un apparato radicale fascicolato che abbraccia il terreno lateralmente.
È sempre consigliato scegliere una sola varietà rispetto a un miscuglio disordinato di tinte e forme diverse. Chi vuole abbinare più colori può, utilizzando ciotole grandi, definire un centro di un colore e un anello periferico di un altro. Si consiglia di porre il colore più scuro al centro e quello più chiaro intorno. Abbinamenti sperimentati sono l’arancio e il viola chiaro, il giallo ed il viola scuro, il bordeaux e il rosa antico. Per un abbinamento molto tenue anche il bianco e il giallo si rivelano un’ottima scelta specie se si tratta di piante precoci da tenere sul davanzale insieme a giacinti bianchi, ellebori dai colori tenui, narcisi bicolori.
Le viole in vaso sospeso o in kokedama (la composizione di ispirazione orientale in una palla di sfagno, senza vaso) si collocano a un’altezza massima di circa 150 cm da terra, così da essere in vista perché le piante tendono a decombere oltre il bordo del vaso più che a ricadere. Sospese a un’altezza maggiore la maggior parte dei fiori resterebbe invisibile perché la vegetazione sviluppata è sempre bassa e i fiori non si elevano molto sopra la massa fogliare.
Poche cure, ma molto spesso
Le viole sono piante che poste nel giusto ambiente in piena terra bastano a se stesse, ma la coltivazione in vaso e in giardino non rispetta nella maggior parte dei casi le naturali esigenze delle piante che, per la loro limitata autonomia (piccole dimensioni, mancanza di organi di accumulo, apparato radicale superficiale), avranno bisogno di cure costanti per continuare a fiorire copiosamente a lungo.
Le viole in vaso hanno bisogno di acqua, non molta, non così tanta da infradiciare il terreno, ma spesso, almeno ogni giorno, e nelle piante poste al sole o in giornate molto calde anche due volte al fine di mantenere il terreno fresco con umidità costante. Le bagnature in estate servono a mantenere il terreno fresco, ma non devono essere così abbondanti da stimolare un’entrata in vegetazione anticipata.
La seconda attenzione è quella di rimuovere i fiori sfioriti togliendoli con le mani facendo scorrere le dita lungo lo stelo fino alla base per staccarlo con un movimento deciso e secco che non esercita sulla pianta una trazione sufficiente a danneggiarla. La produzione di semi focalizza tutte le energie della pianta inibendo la produzione di nuovi fiori. Per gli ibridi dai grandi fiori si può ridurre il numero dei boccioli per cercare di avere fioriture ancora più spettacolari.
Sopravviveranno all’inverno?
Le viole sono piante erbacee annuali o perenni, ma anche le specie perenni nella maggior parte dei casi, specie se in vaso, una volta terminato il ciclo di fioritura sono scartate.
Il trapianto in piena terra di viole in vaso è l’unico modo per salvarle anche se porta spesso a risultati insoddisfacenti tanto che molte non superano l’inverno o si ripresentano al debutto primaverile così sparute da non riuscire a superare l’estate.
Solo le piante collocate in un ambiente ideale, rispondente a quelle che sono le necessità naturali della pianta, terreno fresco, esposizione al sole limitata, disponibilità di nutrienti, possono fiorire di nuovo e con abbondanza.
Durante l’inverno le viole restano in vegetazione e seppure in modo ridotto per il metabolismo rallentato dalle basse temperature hanno bisogno d’acqua. In inverni caratterizzati da lunghi periodi senza precipitazioni hanno bisogno di essere soccorse con bagnature moderate ma ripetute.