Primule: coltivazione, cura e 5 errori da non fare

Il piacevole aspetto dal sapore antico, i colori sgargianti e il costo contenuto fanno della primula un fiore versatile, adatto alla casa, al balcone, al giardino. Tutto quello che c'è da sapere.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 18/03/2023 Aggiornato il 18/03/2023
primule

La primavera è ancora lontana ma il desiderio di colore è la manifestazione più concreta dell’attesa della bella stagione. Le giornate si allungano, i prati sembrano rinverdirsi, le gemme si ingrossano, ma i fiori, secondo le specie scelte per il giardino, ancora sono pochi o mancano del tutto. Le piccole primule con i loro fiori grandi, duraturi e resistenti, sono un’ottima soluzione per tutti. Adesso possono riempire un davanzale, essere messe in cassetta sul balcone o in piena terra, sapendo che devono essere poste solo dove in estate riceveranno una protezione dai raggi del sole per dare loro la possibilità di resistere da un anno all’altro.

Si fa presto a dire “primula”, ma chi un po’ se ne intende sa che è uno dei microcosmi botanici più ricchi tanto da richiedere una complessa catalogazione in gruppi, per caratteristiche omogenee come già avviene per i narcisi o i tulipani.

Quanti tipi di primula ci sono?

Il genere Primula conta circa 500 specie, oltre a un numero incredibile di ibridi e varietà commerciali che di anno in anno si allarga sempre più. Queste nuove cultivar propongono come caratteri salienti:

  • una fioritura lunga e copiosa,
  • forme del fiore e della pianta particolari,
  • colori insoliti e disegni definiti.

Non sorprenda però, coltivando una di queste nuove primule, che dopo il secondo anno di coltivazione, si assista a una regressione dei caratteri con perdita di variegature o disegni: è un fenomeno del tutto naturale e non è dovuto a precedenti trattamenti chimici od ormonali di limitato effetto temporale.

Un tempo considerato fiore “pallido”, oggi le primule, grazie alla selezione, all’ibridazione e all’introduzione di nuove specie, vengono proposte in colori sgargianti, talvolta incredibili, con disegni ricercati, oppure dall’aspetto antico. Sono vendute in piccoli vasi economici e possono colorare ogni ambiente: dalla casa, al balcone, al giardino.

Photogallery di alcune varietà di primula

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  • PRIMULA OBCONICA
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  • Primula obconica viola e rosa acceso
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La primula più adatta da tenere in casa: primula obconica

Utilizzata più per la casa che per il giardino, come fiore invernale e primaverile, la Primula obconica ha non pochi estimatori per la colorazione dei fiori che spazia dal malva al blu, dal bianco al salmone e per i lunghi steli. Al momento dell’acquisto ci sono 2 – 3 fiori appena schiusi, mentre tutti gli altri sono ancora molto piccoli. In piena fioritura forma una ricca ombrella sferica, con fiori radi ma grandi (diametro medio 3 cm) che durano a lungo. In casa si pone in posizione luminosa ma fresca, lontano dai radiatori e dai termoconvettori. A primavera può essere trapiantata in giardino nelle stesse condizioni di luce per ottenere un’ulteriore fioritura.

Primula obconica color rosa cremisi in casa

La primula adatta per le scale o la veranda: Primula malacoides

Queste primule con il portamento slanciato e i colori luminosi, sono apprezzatissime dagli amanti delle fioriture primaverili dal tono nostalgico e ricercato, cinesi d’origine ma inglesi per elezione. I fiori sono numerosi e portati a fasci in ombrelle leggere e aperte, il colore tipico della specie è lavanda chiaro. La fioritura è scalare partendo dai boccioli più esterni, sostituiti progressivamente da quelli che crescono al centro dell’infiorescenza terminale. piante ben tenute restano fiorite dai 40 ai 70 giorni. Per favorire la formazione di nuovi bottoni fiorali recidere quelli sfioriti. Sono ideali per la veranda fredda, luminosa e mai troppo secca, oppure come vaso da portico da ritirare se le temperature scendono ancora sotto lo zero.

Primula malacoides viola per veranda o scale casa

La primula per il davanzale: Primula vulgaris

Per colorare le fioriere, le ciotole da porre sui davanzali o in balcone e per i grandi vasi da porre in giardino quando è ancora freddo, l’ideale sono le primule derivate dalla primula nostrana, la P. vulgaris. Originaria dell’Europa occidentale è pianta erbacea, perenne, capace di diffondersi spontaneamente e creare a colonie dense e numerose. Le foglie, lunghe fino a 15 cm, larghe fino a 6 cm, sono strettamente obovate, crescono a livello del terreno allargandosi su questo e impedendo ad altra vegetazione di emergere. Sono rugose, leggermente tomentose, con margine irregolare e dentato in modo approssimativo. Hanno un rachide centrale ben sviluppato, più evidente nella pagina inferiore. I fiori sono singoli portati da un corto peduncolo fiorale, molto numerosi si rinnovano nel tempo consentendo alla pianta di restare fiorita per molto tempo. Il colore del fiore nella forma tipica è uniforme, fatta eccezione per una macchia centrale più scura, o arancione. La corolla raggiunge e supera i 2 cm di diametro, è formata da cinque sepali concresciuti e da cinque tepali colorati.

primula vulgaris rosse e gialle da coltivare su balcone e terrazzo

Come trapiantare le primule dopo l’acquisto

Dopo l’acquisto e una volta portate a casa, le primule possono restare qualche giorno nell’attesa di trapianto collocandole all’aperto o su scale non riscaldate, meglio se in gruppo in un contenitore e bagnate a giorni alterni dal fondo. Per il trapianto scavare una buca profonda almeno 15 cm e larga 20 per piante singole, di maggiori dimensioni se si desidera riunirle in gruppi compatti con una distanza di 10 cm fra una pianta e l’altra. Scartare metà della terra di scavo e sostituirla con terra di bosco o terricciato di foglie maturo, se il terreno è pesante e argilloso, unire anche torba e sabbia. Torba e terricciato di foglie sono entrambe a reazione acida e aiutano ad abbassare il pH del terreno come le primule gradiscono. Mescolare i diversi componenti aggiungendo un cucchiaio da tavola di fertilizzante a lento rilascio per ogni pianta da mettere a dimora. Svasare le piante, eliminare le radici che uscivano dai fori del vaso tagliandole, aprire con delicatezza il pane di terra e porre le piante nel terreno avendo cura di non “affogare” il colletto. Le primule, se le osservate in natura, sono piante che crescono a livello del terreno, allargandosi su questo. pacciamare con aghi di pino o, meglio, corteccia di pino.

Le cure adeguate per avere successo con le primule

Le primule richiedono, se ben collocate, una cura soltanto: essere bagnate con regolarità, ma senza eccessi così da mantenere il terriccio umido, ma non intriso d’acqua. Nel pieno della fioritura si può somministrare una volta ogni 10 giorni un fertilizzante liquido per piante da fiore. I fiori appassiti devono essere tagliati alla base del peduncolo. In questo modo si faciliterà lo sviluppo dei boccioli già presenti e la pianta non sprecherà energie inutili. A primavera le piantine in piena terra o in vaso all’aperto devono essere difese dagli attacchi di chiocciole e limacce perché essendo fra i primi vegetali a foglia larga a vegetare sono molto appetite da questi voraci predatori. Si consiglia di impiegare esche lumachicida, specie se gli attacchi sono massicci. In terreni molto umidi per favorire il drenaggio e combattere i marciumi si può spargere al colletto delle piante un pugno di sabbia che faciliti lo sgrondo superficiale. In estate, anche dopo il termine della fioritura, è necessario continuare a bagnare le piante per riequilibrare il secco e le alte temperature. Anche in autunno è bene bagnare i siti dove crescono le primule se le precipitazioni sono scarse. Al sopraggiungere del freddo stendere sul terreno una pacciamatura vegetale o uno strato di terricciato di foglie e/o letame maturo. Ogni quattro anni si possono dividere i cespi di primule cresciuti folti, con soggetti molto ravvicinati. A fine giugno, terminata la fioritura, si estraggono dal terreno con un buon pane di terra e si dividono lasciando ad ognuna una parte di zolla. Si ripiantano subito dopo a circa 25 cm di distanza.

Cinque errori evitare con le primule

Il successo nella coltivazione delle primule non ha particolari segreti, potremmo anzi affermare che basta evitare una serie di errori banali ma facili a compiersi.

1.Bagnare poco

Questo errore è molto più comune di quello che si possa credere, anche se riguarda più le piante in vaso che quelle in piena terra. È dovuto alla nostra percezione del clima dei mesi invernali, freddo e umido, che ci fa ritenere che le piante abbiano una ridotta attività e quindi fabbisogni minimi. Le primule sono invece in piena vegetazione, crescono e fioriscono, richiedendo un’umidità del substrato costante ed elevata. Si bagnano dal basso una volta al giorno se le temperature sono miti o a giorni alterni eliminando l’acqua che resta nei sottovasi per non favorire la comparsa di marciumi.

2. Non rinvasare

I vasetti che acquistiamo sono piccoli, in genere del diametro di 12-14 centimetri, con una rosetta di foglie che copre tutta la superficie e deborda oltre il limite del contenitore. In vivaio, sui bancali dove l’irrigazione  che ricevono dal basso è automatica e ogni dodici ore, hanno modo di assorbire acqua con continuità senza bisogno di avere una riserva cui attingere. Questa riserva è rappresentata dall’acqua che il substrato trattiene. Una volta a casa le bagnature sono più diradate e sollevando il vaso, dopo due giorni di pausa, scoprirete che è inaspettatamente leggero. Tanto più è leggero tanto più lo spazio del contenitore è occupato dal pannicolo delle radici a discapito del terriccio. Rinvasare subito le primule in fioriere, sia cassette sia ciotole, non è mai un errore disponendole così che le rosette di foglie si tocchino appena. La copertura del terriccio sarà totale, l’effetto visivo assicurato, ma le piante avranno a disposizione terriccio sufficiente.

3. Lasciare le piante avvolte nelle loro radici

A volte può capitare che le piante non “partano”, ovvero che lo sviluppo delle radici nei vasi rotondi avvenga in modo tale da creare una spirale dalla quale, anche se poste in condizioni migliori, le piante non riescono a uscire. È un po’ come se, anche senza il contenitore di plastica, le primule restassero in vaso e non riuscissero a integrarsi con il nuovo elemento. Per rimediare occorre svasarle e cercare di aprire la fitta rete di sottili radici con delicatezza, reindirizzandola verso l’esterno.

4. Non fare manutenzione

Le primule per il basso costo sono considerate delle piante usa e getta, ma chi ama il giardinaggio non approva l’utilizzo di una pianta perenne, specie se rustica, come annuale. Si tratta di uno spreco, anche di tutte le risorse impiegate nel produrla. Per far sì che le primule arrivino sane e vigorose alla fine del loro ciclo di fioritura e per ottenere il meglio da questo in termini di durata e ricchezza, le piante necessitano di un minimo di manutenzione. Una volta la settimana occorre pulire le piante dal secco. Togliere le foglie secche e i fiori sciupati ma non per trazione come si è tentati di fare. La primula è una pianta vigorosa e offrirà una forte resistenza: per questo è facile causare danni maggiori del beneficio. Recidete alla base steli e foglie.

5. Non fertilizzare

Piante dalla fioritura ricca e dall’accrescimento rapido, si avvantaggiano della somministrazione di un fertilizzante liquido per piante da fiore diluito a metà del dosaggio indicato ogni dieci giorni nell’acqua di bagnatura.

Alcune primule meno conosciute

Le varietà orticole a fiori colorati che oggi troviamo in vendita ovunque sono state selezionate dalla specie originaria Primula vulgaris. Queste novità sono di solito più grandi della forma originaria: raggiungono una larghezza di 25 cm e un’altezza di 15 cm, hanno foglie grandi, sostenute e leggermente tomentose.

primula blue zebra

‘Blue Zebra’ da curiosa novità è divenuta un must e trova sempre un gran numero di estimatori per il disegno netto e definito che la fa sembrare dipinta e non reale. È indicata per vasi singoli o con pochi elementi perché risalta anche da lontano.

La varietà ‘Venetian’, originatasi da una mutazione spontanea, ha catturato l’attenzione del pubblico per il colore indefinibile, un mix di rosa rosso, mandarino e rosso fragola. Non è facile da trovare visto l’alto numero di richieste.

primula delfina a fiore rosa

‘Delfina’ è la testimonianza di come una primula possa essere selezionata e mantenuta a partire da una mutazione spontanea. Tutta italiana, è possibile trovarla da Il Peccato Vegetale, al quale è stata affidata dalla signora che ha dato il nome alla primula. Discreta, elegante, è per chi ama i particolari.

primula bellerose color albicocca e rosa

‘Bellerose’ è una creazione olandese a fiori doppi che in fase di apertura ricordano da vicino un bocciolo di rosa. I colori sono albicocca, rosa e crema mescolati in un delicato mélange. Resistente e fiorifera è adatta anche per essere tenuta in casa nelle verande non riscaldate o sulle scale.

primula belarina valentine color rosso intenso

La serie Belarina, a marchio registrato, che in italiano è talvolta proposta come “Ballerina” offre una vasta gamma di colori, a fiori doppi a coppa, dal sapore antico, alte circa 15 cm, larghe altrettanto, dalla ricca rosetta di foglie basali. È una primula che in vaso, a un’osservazione ravvicinata, rivela un grande fascino. Desidera un terreno ben drenato mantenuto leggermente umido per fiorire tutta la primavera. Fra le tante varietà di colore vi segnaliamo ‘Cobalt blu’ dalle corolle blu intenso, ‘Valentine’ di un rosso intenso come le rose che si dovrebbero regalare in occasione di San Valentino, e ‘Romance’ rosa antico.

primula beesiana di colore bianco

Elegante e leggera è la Primula beesiana dal fogliame verde chiaro che a fine primavera apre i fiori dalla forma classica portati su steli eretti alti circa 30 cm, ben distanziati, conservando un aspetto naturale, non forzato.

primula denticulata blue a fiore viola

Dall’infiorescenza sferica è Primula denticulata, portata da un lungo stelo che si eleva da una rosetta di foglie appiattite sul terreno. Il periodo di fioritura è piuttosto variabile secondo le condizioni climatiche e può andare da gennaio ad aprile. È molto sensibile al caldo estivo e alla mancanza d’acqua. Ne esistono diverse varietà secondo colore come ‘Deep Rose’, ‘Blue’ o ‘White’.

primula auricola adrian con fiori bicolori e gola chiara

Primula auricola è una specie presente sulle montagne dove è conosciuta come Primula ad orecchia d’orso, si riconosce per le foglie coriacee, i fiori riuniti ad ombrella portati da uno scapo fiorale eretto che può raggiungere i 25 centimetri d’altezza. Ne sono state selezionate un gran numero di varietà, molte dal fiore bicolore con gola chiara. Le più richieste sono quelle dove il centro bianco, avorio o giallo tenue si abbina con il blu od il viola intenso come ‘Adrian’, ‘Harry hotspur’, ‘Argus’ o ‘Blue velvet’. Unico difetto è la fioritura unica nell’anno.

Primula capitata Mooreana con fiori blu violetto tardivi

Primula capitata ‘Mooreana’ è una primula a fioritura tardo primaverile-estiva che inizia in maggio per raggiungere l’apice nel mese di giugno e ripresentare qualche fiore a settembre. Leggermente più piccola di una denticulata ha fiori blu violetto e una vegetazione pruinosa che le conferisce un aspetto argentato. E’ poco longeva.

 

Se manca l’acqua, mandano dei segnali

Basta una bagnatura insufficiente o affrettata perché anche una sola pianta su un gruppo ne soffra. Assume un’aria prostrata con le foglie che perdono di tonicità e si adagiano sul terreno come fossero prive di forze, i fiori si richiudono e si accasciano, i boccioli non si aprono, i peduncoli fiorali non si allungano. Intervenendo con tempestività è possibile recuperare la pianta.

Per capire se la primula soffre per mancanza d’acqua, occorre saggiare il peso del vaso, che, nel caso, sarà molto leggero. Non bagnare dall’alto, ma portare la primula dentro casa a una temperatura di circa 18 °C, procurarsi una ciotola capiente di diametro uguale al vasetto di plastica e riempirla d’acqua quasi fino all’orlo; poi appoggiarci sopra il vasetto della primula, senza forzarla. A mano a mano che il terriccio assorbirà l’acqua dai fori sul fondo del vaso la primula affonderà nella ciotola. La ripresa della primula non sarà immediata, ma richiederà qualche ora. Si lascia bagno per tre ore circa, poi si getta l’acqua non assorbita e si lascia scolare la pianta, sempre dentro al recipiente impiegato per reidratarla.

A fine fioritura si piantano in giardino

Finito il ciclo di fioriture in vaso o in cassetta sul balcone, è il momento di porre la primula in piena terra in giardino. Ricordate che le primule a dispetto dell’intensa selezione restano piante dal carattere “silvano” e quindi è necessario porle nelle stesse condizioni dove si troverebbero in natura: posizioni fresche con ombra luminosa e terreno umido. Saranno perfette in una zona alberata, luminosa in primavera prima dell’emissione delle foglie e ombrosa estate, sul lato nord della casa, ai piedi di una siepe e dove è necessario portare colore in un angolo buio.

Per ricreare le condizioni di bosco nella messa a dimora utilizzeremo un terricciato di foglie, torba e sabbia mescolati a metà della terra di scavo che si ricava dalle buche, profonde 15 cm e larghe 20 per piante singole. Quando si desidera porne a dimora un gruppo ricordiamo di mantenere una distanza di 10 cm fra una pianta e l’altra. Torba e terricciato di foglie sono entrambe a reazione acida ed aiutano ad abbassare il pH del terreno. È importante porre le piante con il colletto a livello del terreno così che possano crescendo allargarsi liberamente.

D’estate spariscono, per ripresentarsi in autunno

Il grande caldo estivo segna la fine del ciclo vegetativo delle primule in giardino. Senza che nessuno se ne accorga, nella quasi totalità dei casi, le grandi foglie scompariranno. In molti casi, se la pianta ha ben radicato, ed è riuscita a vegetare con forza, sostenuta da bagnature adeguate e disponibilità di nutrienti, si ripresenterà già nell’autunno formando le prime foglie. Talvolta, se l’andamento stagionale alterna ad un periodo di freddo intenso e anticipato, uno tiepido e piovoso, le primule possono salire a fiore anche in autunno, regalando un’immagine di primavera fuori stagione.

Laddove le primule mostrino una vitalità sufficiente a consentire di ripresentarsi nel tempo, durante la stagione calda è doveroso ricorrere a una pacciamatura del terreno a base di corteccia di pino che acidifichi leggermente il terreno e aiuti a mantenere più elevata l’umidità. In autunno distribuire un buon terricciato di foglie che migliora la struttura del terreno e nutre le primule.

Nel periodo di riposo vegetativo, anche se la parte aerea della pianta è disseccata, è sempre sconsigliato calpestare o compattare il terreno e sottoporlo a lavorazioni, anche superficiali mentre occorre, per facilitarne la sopravvivenza, bagnare il terreno con regolarità.

 

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