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L’ortensia, famiglia delle Hydrangeacee, è originaria della Cina e del Giappone e comprende circa 80 specie rustiche d’arbusti e rampicanti, sempreverdi oppure a foglia caduca. Alcune di queste, le più comuni e coltivate anche da noi, come Hydrangea arborescens, H. macrophylla, H. serrata, H. paniculata e H. quercifolia, possono essere riprodotte attraverso talea di fusto in questo periodo dell’anno.
Talea dell’ortensia

1. Prelevare la mattina presto alcune talee apicali delle ortensie della lunghezza di 10 -15 cm e immergerle immediatamente in un contenitore pieno d’acqua fino al momento del trapianto per evitare di disidratarle. Per tagliare, utilizzare un paio di forbici affilate per non sfilacciare i tessuti vegetali.

2. Asportare le foglie basali delle ortensie e immergere il fusto in ormone radicante. Sistemare quattro talee in un vasetto di 15 cm di circonferenza riempito con sabbia e torba in parti uguali. Annaffiare e ricoprire ogni vaso con un sacchetto di plastica trasparente. Collocare in un luogo protetto.
E dopo?
L’emissione delle radici avviene dopo circa 4-6 settimane. Il segnale è dato dallo sviluppo di un nuovo germoglio apicale. A questo punto, rinvasare ogni singola talea in vasi di 10 cm di circonferenza riempiti con una miscela formata da torba terriccio universale e sabbia in parti uguali. Sistemare i vasi, in posizione riparata e protetti dal gelo (cassone vetrato). Mantenere controllata l’umidità del terreno anche durante l’autunno e l’inverno, soprattutto se è siccitoso.
La prossima primavera
Le giovani piante andranno interrate, in vaso o in piena terra, la prossima primavera. Le ortensie crescono al meglio in una posizione luminosa ma non al sole diretto, in un terreno fresco e fertile arricchito con stallatico ben maturo e torba. Per ottenere piante più vigorose, cimare i germogli, quando si sono formate tre paia di foglie. In estate bisogna annaffiare tutti i giorni. Ma attenzione: le ortensie sono piante acidofile che soffrono l’acqua troppo calcarea: l’ideale è usare l’acqua piovana. Dalla primavera successiva, concimare una volta l’anno, in aprile, interrando concime organico (stallatico) alla base della pianta.