Le rose in vaso a breve si riempiranno di foglioline nuove, dando un segno della ripresa vegetativa dopo il lungo riposo invernale. Per garantire un risveglio più facile e una fioritura spettacolare, ora hanno bisogno di alcune cure.
In climi particolarmente miti, la potatura delle rose in vaso poteva essere eseguita già a fine autunno. In tutte le altre zone geografiche è preferibile eseguirla a fine inverno, indicativamente a marzo, quando il rischio di gelate è ormai escluso e la pianta non corre più pericolo. È bene non attendere troppo però ad eseguire la potatura, poiché a breve le gemme si apriranno e deve essere eseguita prima di questa fase. La potatura è essenziale per rinvigorire la pianta, ridarle una forma ordinata e compatta e mantenerla sana. Attenzione, è importantissimo utilizzare una forbice da potare con lame ben affilate e pulite: l’utilizzo di attrezzi in buono stato è una norma fondamentale, per evitare di eseguire tagli nella maniera sbagliata, con sfilacciature del legno e per evitare l’insorgenza o trasmissione di malattie con lame sporche.
Come si esegue
Per potare le rose in vaso si procede raccorciando tutti i rami a metà o anche di due terzi della loro lunghezza. Quest’operazione è necessaria a rinforzarli, convogliando tutta la linfa alle gemme lasciate sui rami: i germogli che si svilupperanno saranno in numero inferiore, ma più vigorosi. I rami deboli, quelli troppo contorti o lesionati, quelli vecchi e quelli secchi, dovranno essere eliminati alla base.
Il taglio deve essere eseguito in maniera netta, subito al di sopra di una gemma, preferibilmente rivolta verso l’esterno delle pianta; in maniera obliqua, così da far scivolare le gocce d’acqua (pioggia e rugiada ad esempio) che si possono depositare sul taglio ed evitare l’insorgenza di marciumi in corrispondenza dei tessuti aperti.
Quest’operazione sarà necessaria solo nel caso la pianta sia diventata troppo grande per il vaso in cui si trova e se la terra non è stata sostituita da 1-2 anni. Tutte le rose in vaso, infatti, necessitano il cambiamento del terriccio mediamente ogni due anni: l’apparato radicale di una pianta coltivata in vaso ha meno spazio a disposizione per assorbire elementi nutritivi, e l’apporto tramite fertilizzazione non è sempre sufficiente a soddisfare le sue esigenze nutritive.
Attenzione al drenaggio
Una volta svasata la pianta, con le mani si districa l’apparato radicale, cercando di aprirlo ed eliminare i residui di terra vecchia. È anche possibile spuntare leggermente le radici, se sono troppo lunghe e intricate. Sul fondo del vaso (considerando un vaso del diametro di 50-60 cm) si disponga uno strato di circa 8 cm di argilla espansa, per garantire il drenaggio dell’acqua in eccesso nel vaso tramite i fori di scolo presenti sul fondo del vaso stesso. Quindi si crea una montagnola di terriccio fertile (meglio acquistare sacchi di terra già concimata) sul quale appoggiare e distendere l’apparato radicale della rosa. Infine si colma il vaso con altra terra, premendo bene ai bordi della pianta e si innaffia abbondantemente per far aderire la terra all’apparato radicale. Il colletto della pianta deve essere posizionato a livello della superficie del terreno, con il punto d’innesto a 1 cm di profondità.
Pacciamatura
Attorno al colletto delle rose in vaso, è utile distribuire uno strato di foglie secche o di frammenti di corteccia (“bark”) come materiale pacciamante: sarà utile per evitare un’eccessiva evaporazione dell’acqua (soprattutto nei mesi più caldi estivi) e la crescita di erbacce infestanti.
Da questo momento in avanti, in base all’andamento climatico, sarà necessario riprendere a bagnare le rose in vaso, preferibilmente al mattino, con acqua a temperatura ambiente. Periodicamente, inoltre, per tutta la stagione vegetativa, è utile somministrare un fertilizzante liquido specifico per rose, seguendo sempre dosi e modalità indicate in etichetta: aiuterà a mantenere la rosa in forza migliorando qualità e quantità della fioritura. Infine, ricordarsi sempre che le rose gradiscono una posizione luminosa e soleggiata!
Una chioma meno fitta e più aperta, aiuta a contrastare lo sviluppo di malattie fungine (per esempio il mal bianco) e lo sviluppo di insetti quali le cocciniglie. A proposito di queste ultime: approfittando della mancanza delle foglie, si controlli la presenza sul legno nudo di eventuali scudetti di cocciniglia. Se sono presenti, è necessario intervenire per eliminarli: se gli individui sono pochi, meglio toglierli manualmente, con l’aiuto di una spazzola, i guanti e un batuffolo di cotone lievemente inumidito di acqua e sapone di Marsiglia. In caso di presenza massiccia, invece, è bene intervenire con un prodotto anticoccidico a base di olio bianco paraffinico (si può acquistare presso un centro giardinaggio).
Per prevenire lo sviluppo di malattie fungine, quali ruggine, peronospora e ticchiolatura, una volta eseguita la potatura delle rose in vaso, è consigliabile eseguire un trattamento con un prodotto a base di rame, che andrà poi ripetuto più volte durante la stagione vegetativa, seguendo sempre le dosi e modalità indicate sull’etichetta del prodotto scelto.