Il balcone fiorito anche d’inverno

Anche in inverno è possibile allestire un balcone fiorito in modo completo Con la giusta esposizione (a Sud) e le piante più adatte, si può formare una cortina verde accompagnata da fiori di stagione che può durare dall’autunno alla primavera.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 04/01/2019 Aggiornato il 04/01/2019
Il balcone fiorito anche d’inverno

Allestire un balcone o un terrazzo fiorito anche durante la stagione fredda è possibile. Richiederà qualche cura, anche se meno rispetto al balcone estivo, una spesa iniziale apprezzabile e un posto dove spostare le piante durante l’estate così che siano riparate dal caldo e dal sole intenso: l’ideale è un giardino ombreggiato, ma va bene anche un balcone esposto a Nord.

balcone con fiori glicine, oasmantus, skimmia, edera, elleboro, erica, bosso, beregnia e nandina

A Ovest

Glicine e osmanto saranno posti sul lato corto del balcone orientato a ovest, dove il sole tramonta in modo da ombreggiare in parte le altre piante durante il periodo estivo.

A Est

Sul lato Est, quello da cui sorge il sole, porremo piante che non siano in grado di schermare la luce ma la lascino filtrare perché durante l’inverno le piante hanno bisogno di tutta la luce possibile essendo le giornate brevi e la radiazione meno forte. Porremo a terra, o nelle cassette da ringhiera, skimmie e/o ardisie che nella stagione invernale portano bacche o boccioli colorati. Queste andranno intervallate con vasi di edera variegata.

A Sud

Sul lato Sud poniamo le piante sulle balconette così da creare un festone colorato e decorativo. Lungo la ringhiera, nei diversi vasi, mettiamo al centro nandina nana che in inverno ha bacche colorate e vegetazione arrossata ed eretta simile al bambù. In posizione intermedia due sfere di bosso che creano volume e sottolineano il portamento slanciato della nandina. Ai lati eriche, di taglia più bassa, a cuscino di colore bianco, rosa e fucsia mescolate. A terra, chi vuole porre qualcosa potrà alternare vasi di elleboro a vasi di bergenie dalle grandi foglie decorative (le piante fioriranno a marzo).

Le piante usate

 
  • Il glicine per la pergola: per quanto possa sembrarvi insolito su un balcone fiorito invernale, proponiamo di acquistare un glicine da far crescere su una pergola leggera di metallo. Un glicine così allevato nei mesi caldi darà una fioritura ricca e profumata e garantirà anche alle piante estive un riparo dal sole delle ore più calde. In inverno conserverà una sua funzione decorativa perché i rami attorcigliati e nodosi, oltre che belli da vedere, possono offrire un supporto cui appendere decori natalizi fatti con pigne, agrumi, ortensie seccate, sfere e quanto altro potrete immaginare; potrà diventare il nostro albero di Natale all’esterno integrandosi con l’osmanto che avrà a fianco. La sua posizione potrà essere a ridosso del muro se il piano del balcone fiorito è completamente a sbalzo così da crescere lungo la parete prima di allargarsi sulla struttura della pergola, oppure sull’angolo esterno del balcone se incassato nel volume del fabbricato. La pergola potrà essere continua su tutto il balcone oppure con una zona aperta per dare luce al terrazzo nel mezzogiorno senza rinunciare a proteggere le piante. La posizione dell’osmanto si sposterà di conseguenza ma rimarrà a coprire il lato esposto a ovest. Il glicine andrà posto in un contenitore grande e profondo, almeno 60 cm di lato, con un’altezza utile di 80 cm. Ponete fin da subito un sottovaso grande e profondo che possa contenere l’acqua che il terreno non trattiene immediatamente ma che sarà riassorbita in breve tempo.
  • L’osmanto: sul balcone fiorito, davanti al glicine poniamo un osmanto, anch’esso in un vaso capiente. Gli Osmanthus sono apprezzati per il loro habitus sempreverde, per la bassa manutenzione e per la crescita lenta che permette alla pianta di restare per molto tempo entro gli spazi progettuali assegnati ricorrendo a semplici spuntature. Fioriferi, discretamente resistenti al freddo e molto resistenti al caldo, di poche pretese, trovano spazio nei giardini ma si prestano a essere coltivati in vasi di grandi dimensioni per l’arredamento verde di terrazze, piazze, centri commerciali. Per il nostro balcone fiorito suggeriamo Osmanthus fragrans, originario di Cina e Giappone, che ha doppia fioritura, primaverile e autunnale. I piccoli fiori bianco crema, molto profumati, come il nome suggerisce, contrastano con le foglie lucide e di forma ovale, cuoiose al tatto.
  • skimmia è un arbusto a foglia sempreverde, accomunato dalle dimensioni contenute, la crescita molto lenta e l’elevata rusticità: perfetto per il balcone fiorito. Foglioso, contribuisce a dare un senso “di pieno”, non semplice da ottenere sul balcone fiorito d’inverno. Unica attenzione è spostare i vasi all’ombra dalla primavera inoltrata in poi perché il troppo sole, unito ad acqua dura, può causare una clorosi delle foglie difficile da recuperare. Le piante in vaso sono meno resistenti al freddo di quelle poste in piena terra e a soffrirne non saranno tanto le foglie quanto gli apparati radicali. Per questa ragione i vasi posti all’esterno devono essere protettidal gelo introducendoli in portavasi ampi in cui porre un’intercapedine isolante come può essere cartone non pressato. A dispetto delle temperature basse, la pianta mantiene, seppur ridotto, un suo metabolismo e consuma acqua, ragione per cui è necessario bagnarla anche durante l’inverno. La crescita lenta consente alle piante di mantenere per molto tempo il disegno originario assegnato loro nel progetto senza ricorrere a drastiche potature o sostituzioni.
  • Nandina domestica: è un arbusto perenne sempreverde originario di Cina e Giappone adatto a vivere in regioni a clima temperato perché teme il freddo dell’inverno. La sua resistenza sul balcone fiorito non è da sottovalutare, perché in Pianura Padana ha dimostrato di sopportare senza morire gli inverni degli ultimi quindi anni, pur riportando danni alle foglie. Il portamento eretto è simile a quello di un bambù, ma le foglie sono foglie composte. Ogni foglia si compone di due o tre foglioline di forma lanceolata (bi o tripennate), appuntite all’apice, con margine liscio. Una fogliolina può raggiungere gli 8 cm di lunghezza. Si muovono a ogni minimo soffio di vento creando un piacevole effetto. Interessante è la gamma di colori che la stessa pianta offre durante l’anno. A primavera le nuove foglie sono macchiate di rosso, in estate diventano verdi, e in autunno virano al porpora. I fiori bianchi che si aprono a luglio sono seguiti al termine dell’estate da una cascata di frutti di colore rosso acceso che restano sui rami per molto tempo, spesso per tutto l’inverno.
  • Buxus sempervirens ‘Globosa’ è una varietà di bosso dalle foglie di forma allungata color verde scuro brillante e forma già naturalmente sferica. Come tutti i bossi ha in rusticità, adattabilità, resistenza alle potature ripetute i suoi punti di forza. Le foglie sono opposte e soggette a un lento rinnovo, così che è normale trovarne di secche ai piedi della pianta. I fiori gialli e poco appariscenti ma capaci di richiamare numerosissimi insetti, compaiono in aprile. Per mantenerlo ordinato dovremo potarlo a sfera. È più facile di quello che possiate pensare perché la nuova vegetazione, di colore chiaro, tenera e fresca al tatto, si distingue facilmente da quella vecchia, scura e di consistenza coriacea. Questo viraggio di colore rappresenta il limite sotto al quale è bene non scendere. Eseguite tagli leggeri, senza avere la pretesa con il primo passaggio di definire il livello definitivo, meglio ripassare sulla stessa superficie più volte così da armonizzare la superficie e la profondità di tutta la sfera.
  • Ellebori: fra le molte scelte possibili per avere un balcone fiorito in pieno inverno, gli ellebori, o Rosa di Natale, offrono un novero di varietà in colore e forma diverse accomunate da una rifiorenza elevata, lunga durata dei singoli capolini, buona rusticità, in particolare la serie a marchio registrato HGG, Helleborus Gold Collection. Al momento dell’acquisto abbiate l’accortezza di travasare subito le piante in un vaso almeno doppio utilizzando un terriccio il più possibile a quello di bosco: ricco di sostanza organica, in parte indecomposta, capace di trattenere umidità. Mescolate in parti uguali terriccio per piante acide, compost o suo terricciato, e terriccio con componente argillosa. Pink Frost è un elleboro ibrido interspecifico ottenuto dall’incrocio con Ballardiae, caratterizzato da elevata vigoria che si adatta alla coltivazione in vaso purché si utilizzino grandi contenitori. Le foglie sono di colore scuro, sono lobate, con apice acuminato. La consistenza coriacea le rende adatte a sopportare i danni da freddo. Restano vive anche dopo una lunga permanenza sotto la neve. I fiori sono grandi, da 4 a 8 cm di diametro, con boccioli chiari che all’apertura si presentano rosa per virare a maturità verso il granato. La corolla è semplice. Iniziano a fiorire nel mese di gennaio.
  • Bergenie: l’inverno regala a queste piante un ruolo da protagoniste sul balcone fiorito perché mentre le altre piante sono quiescenti queste ritrovano splendore e salgono a fiore. Le grandi foglie, che il freddo ha orlato di toni rossastri, lucide e coriacee riempiono i vasi fin quasi a traboccare, regalando, anche grazie alla loro carnosità, un’immagine di ricchezza. Si adattano a tutti i tipi di terreno e durante l’estate preferiscono posizioni ombreggiate o parzialmente ombreggiate. Piante resistenti non richiedono grandi cure: la rimozione dello scapo al termine della fioritura, la pulizia dei cespi dalle foglie morte senza strapparle ma tagliandole alla base, la divisione dei cespi in ottobre quando iniziano a forzare i vasi, bagnature moderate e in autunno un poco di terricciato di letame maturo per apportare nutrimento in modo equilibrato e a lento rilascio.

Cure alle piante in inverno

 La prima cura se acquistate piante per il balcone fiorito d’inverno provvedete subito al rinvaso operando all’interno o nelle ore più calde per non esporre le radici all’aria gelida. In questo modo equilibrerete l’evidente squilibrio che spesso esiste fra volume della chioma e zolla di terra intesa come spazio finito all’interno del quale le radici non possono svilupparsi oltre il limite imposto. Pacciamate anche il terriccio in modo da incrementare ancora la resistenza al freddo. Se si tratta di vasi piccoli, diametro di 10/14 cm già abbastanza grandi per le piante ospitate, fasciateli con del cartone con anima ondulata, almeno tre strati, e poneteli in un portavasi. Bagnate sempre con parsimonia, nelle ore più calde della giornata, eliminando sempre l’acqua che si accumula nei sottovasi subito dopo la bagnatura. Saggiate il terriccio che non deve mai essere asciutto ma leggermente fresco. In previsione di ondata di gelo con temperature al di sotto dei –5/-8°C togliete i vasi dalla ringhiera, avvicinateli alla parete e copriteli con tessuto non tessuto e cartoni. Le piante private di luce possono resistere due giorni senza riportare danni, mentre basta un’esposizione di un’ora a temperature al di sotto del limite di sopravvivenza per riportare danni, talvolta irreparabili, se non letali.  

… e in estate

All’arrivo del caldo potrete spostare su un balcone fiorito a Nord tutte le piante poste sulla ringhiera, facendo attenzione a mantenere sempre il terriccio umido e a nebulizzare (le eriche sono quelle che soffriranno di più). Le nandine e il bosso potranno essere riparate sotto la pergola.

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