Il balcone fiorito a dicembre

Anche con temperature sotto lo zero è possibile avere un balcone con piante e fiori. Basta scegliere le piante giuste e usare qualche accorgimento.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 01/12/2020 Aggiornato il 05/07/2024
Il balcone fiorito a dicembre

Anche a dicembre, nelle giornate di sole, quando la temperatura, seppur fredda, è abbastanza gradevole o durante il periodo delle festività, può diventare una bella opportunità avere un balcone vivace in cui trascorrere qualche momento di relax o su cui fare vagare lo sguardo. Certo non si potranno avere i colori dell’estate, ma fra foglie, bacche e fioriture di stagione non mancheranno motivi di interesse. Il segreto sta nel conoscere le caratteristiche del proprio balcone, in termini di esposizione e temperatura, e nella scelta delle piante giuste.

Precauzioni contro il freddo

 Per arredare con le piante il balcone di dicembre, occorre comunque mettere in atto alcuni accorgimenti per proteggerle dal gelo. La cosa più importante è la pacciamatura del terriccio: nei vasi occorre predisporre uno strato di corteccia spesso almeno 7-10 centimetri. Se questo spazio non fosse disponibile (in genere si hanno solo 2-3 centimetri liberi tra la terra e il bordo del vaso) si suggerisce di inserire il vaso con la pianta in un portavaso più grande e di collocare fra l’uno e l’altro del materiale isolante, come la corteccia, la carta di giornale appallottolata o gli imballaggi di plastica con celle piene d’aria. I vasi singoli di piccole dimensioni possono essere inseriti in fioriere rettangolari per ottenere un “effetto composizione”.

I fiori

Ellebori

Gli ellebori sono fra le piante invernali di maggior diffusione perché l’offerta nei garden oggi permette di disporre a un prezzo ragionevole di vasi di buon diametro, 18-24 centimetri, con ricca vegetazione e fiori di colore e forma diversi. Facili da coltivare, in questa stagione devono solo essere bagnati con parsimonia, possono essere tenuti in vaso o messi in terra in giardino a primavera quando il terreno non è più gelato. Gli estimatori apprezzano non solo le diverse specie e varietà a fiore bianco ma anche quelle che sfoggiano una vegetazione ricca e particolare. Spicca fra questi Helleborus argutifolius, originario della Corsica, capace di raggiungere con tempo uno sviluppo in altezza e in larghezza di circa un metro. Le foglie sono composte da tre elementi, quello centrale ellittico, quelli laterali disuguali, tutti con un interessante margine finemente spinoso.

Viole

Indistruttibili, questo è il migliore aggettivo per le viole, in particolare in inverno quando le piccole viole cornute sembrano essere non curanti del freddo e solo quando questo si fa intenso rallentano o sospendono il loro ciclo vegetativo. Basta un poco di sole e qualche giornata tiepida per avere nuovi fiori se si ha l’accortezza di bagnarle con moderazione ma continuità, perché amano substrati freschi. Le proposte non mancano di certo, ecco la piccola ‘Mickey’, della serie Penny, dove il viola chiaro contrasta su quello scuro, quasi nero, dei petali retrostanti, e la più classica ‘Raspeberry Swirl EXP’ della serie Cool Wave, ibrido di Viola wittrockiana, bianca e lilla con disegno centrale scuro. Acquistate in vasi piccoli le viole, una volta a casa, vanno subito trapiantate in contenitori più grandi aprendo un poco le radici se sul fondo si è formato un pannicolo arrotolato su se stesso per dar loro modo di espandersi ed esplorare il terriccio a disposizione.

Erbacee più belle

Cavoli ornamentali

Per le fioriere invernali i cavoli ornamentali sono tra le preferenze degli italiani che li inseriscono in fioriere e composizioni da esterno. Piante di rapido accrescimento, richiedono un terriccio fertile, come quello da orto, e acqua più abbondante delle altre piante erbacee invernali, seppure senza infradiciare il terreno, perché ancora in crescita e con una grande superficie fogliare. Alle varietà a foglia tonda, simili a un cavolo da orto classico, come ‘White pigeon’, se ne affiancano altre a foglia profondamente incisa e frastagliata come ‘Lacy frog’, più leggeri e informali.

Le bacche

Agrifoglio

Oggi sono due le tipologie di agrifoglio proposte per il balcone invernale: quelle classiche, fogliose e con bacche, e quelle spoglianti con molte bacche in evidenza. Ilex verticillata appartiene a questa seconda categoria. Le foglie prima di cadere passano dai toni rossi primaverili a quelli gialli autunnali. Una volta nudi i rami risaltano per le bacche arancioni che li ricoprono, tanto che può essere utilizzata anche come fronda recisa per le composizioni. Di facile coltivazione, con corteccia liscia, e vegetazione concentrata nella parte distale dei rami, porta le bacche molto a lungo. L’agrifoglio desidera un terreno sciolto, ben drenato e ricco di humus. Gradisce bagnature regolari e abbondanti, distanziate fra loro così che il terreno asciughi, utilizzando acqua non dura o acidulata. L’esposizione migliore è in pieno sole o, al massimo, in mezza ombra.

Skimmia

Le skimmie sono arbusti ideali per il balcone perché di dimensioni contenute, fogliosi, capaci di dare un senso di pieno, a crescita molto lenta, dotati di elevata rusticità. Sono indicate anche nei balconi poco luminosi, anche sul lato nord delle case, dove se non riesce a produrre una fioritura abbondante, conserva un aspetto decorativo tutto l’anno non spogliandosi mai. Pianta di elevata rusticità se in estate è posta in pieno sole ingiallisce, diventa clorotica, si spoglia progressivamente e fiorisce in modo stentato. Le infiorescenze possono essere rosse, rubino, bianche o verdi. I boccioli si formano già in autunno o durante l’inverno e solo a maggio libereranno piccoli fiori in forma di stella. Nel periodo invernale quelle più apprezzate sono quelle che producono bacche in quantità come la varietà ‘Magic Marlot’.

I sempreverdi

Conifere nane 

Le conifere in vaso sono facili da coltivare, resistenti, piuttosto adattabili e di crescita lenta, così che per molti anni potranno restare nello spazio a loro assegnato. Non tutte sono vere conifere nane ma sono le condizioni di coltivazione, come il recipiente piccolo, a rallentarne la crescita e deprimerne le dimensioni. Una volta che abbiano raggiunto dimensioni per voi difficili da gestire, specie quelle a sviluppo monocaule, non pensiate di ridurle cimandole e/o risagomandone tutto il profilo: è una mutilazione alla quale la pianta, stentando, cercherà di reagire per anni. Trasferitela in giardino o regalatela agli spazi verdi del vostro comune. L’unica cura che non dovete dimenticare durante l’inverno è bagnarle, perché, seppur rallentata, hanno ancora una certa attività. Non mancano abeti di grande effetto e piccole dimensioni come Picea pungens dagli aghi grossi di colore verde-azzurro su una corteccia molto chiara.

Eleagnus variegato

Diverse sono le specie di eleagno sempreverdi: Eleagnus glabra, Eleagnus macrophylla, Eleagnus pungens e l’ibrido di queste ultime due Eleagnus x ebbingei, tutte originarie dell’aria asiatica. Eleagnus pungens ‘Maculata’ è una delle varietà a foglia colorata più apprezzate. Pianta originaria del Giappone ha foglie cuoiose con variegatura centrale giallo oro che risalta con forza e si spande su tutto il fogliame formando un reticolo irregolare. In inverno spicca quanto una pianta fiorita. L’eleagnus è pianta ad accrescimento lento, talvolta quasi inesistente nei primi due anni, che non richiede potature se non per ridefinire la forma, eliminare rami secchi o rotti. Ha portamento espanso e rami spinosi. La fioritura, tardo autunnale e quasi trascurabile all’occhio, non passa inosservata perché così profumata da richiamare l’attenzione, i frutti, piccole bacche fra il rosso e l’arancione, sono occasionali.

Come bagnare

 Le piante che durante l’inverno sono ancora in vegetazione, per quanto il metabolismo sia ridotto, hanno bisogno d’acqua. Il segreto è bagnare con moderazione per mantenere un grado di umidità sufficiente del terreno tale da consentire alle radici di assorbire acqua senza mai infradiciare il terreno.

Per capire se le piante hanno bisogno d’acqua, in questo periodo dell’anno dove la temperatura del terriccio potrebbe ingannarvi quando lo saggiate con le dita, sollevate il vaso. Bagnate quando la sensazione, data non solo dal peso effettivo ma anche dal volume del contenitore e dalla vegetazione, è di “leggerezza”. Bagnate con moderazione, il mattino quando la pianta andrà incontro a ore di sole e di temperature più elevate. L’acqua non dovrebbe filare nel sottovaso pur bagnando la parte della zolla esplorata dalle radici e non solo la superficie del terriccio. Eccedere è un duplice errore non solo perché si crea ristagno destinato a permanere per tempi lunghi a causa degli assorbimenti ridotti e della evaporazione trascurabile, ma anche perché con temperature di molto gradi sotto lo zero il vaso può trasformarsi in un blocco di ghiaccio.

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