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In genere, tra marzo e aprile fioriscono i tulipani in cassetta. Una volta che sono sbucati dai terreno, occorre curare i tulipani in modo corretto, per far sì che durino a lungo e che il bulbo possa essere conservato anche per i prossimi anni.
Tempi diversi di fioritura
A influenzare la comparsa dei tulipani dal terreno sono diversi fattori. Il più importante è la profondità di piantumazione. Più il bulbo è profondo e più ritarderà. Le indicazioni classiche consigliano una profondità pari a tre volte il diametro del bulbo. Scegliere di piantarli più in profondità è una buona strategia nelle località molto fredde perché migliore sarà la protezione dal gelo. Anche l’andamento climatico ha la sua importanza ma deve essere valutato nell’insieme dell’inverno passato e non tanto nell’ultima settimana perché non basta una settimana di caldo per risvegliare e riattivare i bulbi circondati da terreno freddo e bagnato che presenta una forte inerzia termica.
Fase di crescita dei tulipani, momento critico
I bulbi sviluppano il germoglio in fase di emergenza. I germogli che emergono dal terreno sono piuttosto resistenti al freddo ma se le previsioni, oggi molto precise, prevedessero temperature sotto lo zero di diversi gradi e per tempi prolungati si può scegliere di proteggerli formando un cumulo con terriccio. Passato il pericolo, il terriccio potrà essere tolto o sparso intorno come forma di fertilizzazione.
Anche le radici, oltre all’asse fiorale e alle foglie, si sviluppano a spese del bulbo e inizialmente il loro compito è di assorbire acqua per garantire ai giovani tessuti in formazione quell’idratazione ottimale che ne mantenga il turgore e quindi anche la consistenza necessaria per farsi strada nel terreno.
Per una sorta di errata estensione del concetto che il bulbo contiene tutto quanto è necessario, molti non bagnano il terreno a fronte di precipitazioni scarse o assenti. Per curare i tulipani è invece necessario bagnare in modo continuo ma con misura per mantenere il terreno fresco.
Per valutare l’umidità del terreno non dovremo saggiarlo in superficie ma affondando nel terreno per almeno 10 cm così da trovarsi a una profondità vicina a quella esplorata dalle radici.
Si bagna il mattino al piede delle piante senza interessare le foglie e questa pratica andrà conservata per sostenere lo sviluppo di una vegetazione abbondante e fioriture prolungate.
Per avere lunghe fioriture
Chi intende fare del proprio giardino in primavera un giardino di bulbi, e in particolare di tulipani, per avere fioriture prolungate deve curare i tulipani seguendo tre parametri:
1) La scelta di bulbi a fioritura scalare
Anche chi desidera precisi cromatismi può formare gruppi di tulipani, con varietà diverse, caratterizzati da taglia e forma simili, ma precocità diversa. Il segreto è utilizzare varietà distanziate nel calendario delle fioriture da due settimane, alternandole nella stessa aiuola in file.
2) Giocare sulla profondità di messa a dimora dei bulbi è un’astuzia da giardinieri provetti. I bulbi posti a una profondità maggiore entreranno in attività dopo e fioriranno più tardi. In questo caso devono essere scelti fra quelli di maggiore dimensione perché devono possedere le energie necessarie per sostenere lo sviluppo di germogli più lunghi e vigorosi.
3) Più facile, anche se molti trascurano di porre in atto questa astuzia, è porre i tulipani in posizioni diverse, con diverse esposizioni e diverse temperature. La differenza che si può ottenere fra tulipani della stessa varietà è di circa sette/dieci giorni consentendo di prolungare l’effetto “piena fioritura” che già si percepisce quando il 60-70% delle corolle è aperto.
Il bulbo ha bisogno di cure
I bulbi sono strutture molto resistenti, capaci di superare inverni lunghi e rigidi, tanto che anche nei giardini di montagna continuano a ripresentarsi puntuali all’appello ogni primavera. Non sono però strutture statiche assimilabili a una pila ricaricabile perché nel ciclo vegetativo il bulbo impiega all’inizio le sostanze di riserva per creare la nuova pianta, distruggendo i propri tessuti, per riformali successivamente dall’interno.
Perché i bulbi tornino a fiorire e nel tempo mantengano invariata la consistenza del gruppo, sono necessarie alcune semplici attenzioni:
– recidere lo stelo alla base quando il fiore ha lasciato cadere a terra i petali oppure sotto la capsula fiorale se questo porta foglie. In questo modo non si consente alla pianta di formare semi, azione che ha la precedenza rispetto all’ingrossamento del bulbo,
– non tagliare le foglie, ma continuare a bagnare e fertilizzare la pianta perché le sostanze di riserva prodotte nella fotosintesi si accumulino nel bulbo ripristinando le dimensioni originali,
– recidere la vegetazione solo quando è del tutto disseccata coprendo con una buona pacciamatura, cinque o più centimetri, a base di terricciato di letame, meglio se non troppo maturo, la superficie occupata dai bulbi. Nelle zone molto fredde questa copertura può essere anche più spessa così da aumentare il gradiente termico sottostante e mantenere intorno ai bulbi una temperatura meno rigida,
– garantire sempre il riposo assoluto. Non vangare, non zappare, non movimentare la terra, non permettere agli animali domestici di scavare in giardino. Alcuni cani, a dispetto della loro presunta tossicità, divorano senza problemi alcuni bulbi e ne scavano molti altri.
Se non tornano a fiorire
La longevità dei bulbi a fioritura primaverile e la loro capacità di riprodursi formando bulbilli che saliranno a fiore nel giro di qualche anno, oltre a curare i tulipani con attenzione, non pone ai ripari le colonie da possibili attacchi che portano nella primavera successiva a una loro drastica diminuzione o a una totale scomparsa.
Nemici poco considerati, ma molto presenti nei giardini delle case di campagna e nelle seconde case poco frequentate, sono i roditori (topi e arvicole). Se i narcisi e i giacinti sono ignorati per il loro sapore sgradevole, i tulipani sono consumati uno dopo l’altro durante il periodo del riposo vegetativo quando non abbiamo possibilità di individuare l’attacco in corso. Scoprirlo è facile: se la pianta, senza altre ragioni, appassisce oppure se, sottoposta a una leggera trazione, lo stelo esce dal terreno, significa che la base dello stelo non è più attaccata al bulbo che è stato già divorato.
Un gatto in giardino è sempre la migliore soluzione per tenere lontani topi e arvicole, potete aiutarlo mettendo nel terreno gli strumenti che emettono ultrasuoni per le talpe che infastidiscono anche questi roditori, oppure mescolando fritillarie ai tulipani: fioriranno insieme ai tulipani di precocità media o tardiva e per l’odore poco gradevole rilasciato nel terreno funzioneranno come repellente.