Lavorare con gli animali

Aprire una pensione che ospiti cani e gatti per brevi periodi oppure un rifugio per gli animali abbandonati è un gesto d’amore e può essere anche un lavoro: l’importante è sapere quali sono le tappe da seguire.

Roberta Marino
A cura di Roberta Marino
Pubblicato il 09/10/2014 Aggiornato il 09/10/2014
Lavorare con gli animali

Cani e gatti, ma non solo, sono sempre più diffusi nella nostra società: aumenta così la necessità di ricoveri disposti ad ospitarli quando ci si deve assentare senza la loro compagnia oppure, purtroppo, ad accoglierli quando vengono abbandonati. Decidere di aprire una struttura adatta allo scopo può essere una scelta lavorativa azzeccata. Vediamo come.

La pensione: servono soldi ma anche tanto amore

Ogni anno migliaia di persone si trovano di fronte al problema: dove collocare il cane o il gatto quando si deve partire? Per molti la soluzione è affidarli a conoscenti o pet-sitter. Altri sono alla ricerca di una buona pensione: affidabile, sicura, dove il proprio animale possa vivere in maniera serena e – perché no? – piacevole il distacco dalle abitudini quotidiane a casa. Ecco perché se si decide di aprirne una è fondamentale rispettare tutta una serie di standard di qualità e sicurezza ma, soprattutto, conoscere e amare gli animali.

Di che cosa c’è bisogno

Per partire con la costruzione di una pensione è necessario seguire un iter burocratico. È preferibile un’esperienza già acquisita nel settore (magari avendo lavorato in una pensione o in un rifugio) o, comunque, possedere conoscenze cinofile e spirito imprenditoriale: una visita informativa ad altre strutture è sempre consigliabile per farsi un’idea di quello che si desidera costruire. Quindi serviranno:

  • almeno circa 200 mila euro per edificare la struttura secondo le norme vigenti: la somma può variare a seconda dimensioni della pensione, del numero dei box ecc… Per reperire i fondi si può chiedere al Comune se ci sono bandi di finanziamento per chi offre ricovero agli animali e alla Camera di Commercio se si hanno i requisiti per eventuali agevolazioni. Oppure si può chiedere di convenzionarsi con il canile comunale e riservare alcuni box agli animali abbandonati;
  •  un terreno adeguato: con una distanza minima (di solito almeno 500 metri) dal centro abitato;
  •  recinti per animali: di almeno 2 metri quadrati per cani di piccola taglia e di 9 per quelli più grandi, con una zona coperta e una all’aperto dove il cane possa uscire e fare i bisogni. In genere le pensioni si dotano di un sistema di riscaldamento dei box per l’inverno e di ventilazione per la stagione calda. I recinti devono essere facilmente lavabili e disinfettabili e dotati di un sistema abbeveraggio;
  • aree comuni: dove i cani più mansueti potranno socializzare con gli altri ospiti della pensione, mentre i soggetti più difficili saranno portati fuori dal box separatamente. Se si prevede di ospitare anche i gatti, i box vanno coperti con una rete a maglie strette per evitare la fuga. Alcune pensioni prevedono spazi all’interno di strutture con gabbie idonee;
  • impianti elettrici e idrici a norma con un sistema di scolo che raccolga l’acqua sporca dei box e confluisca direttamente nella fognatura (in alternativa una fossa biologica);
  • uno spazio per la passeggiata dei cani: dove gli animali devono trascorrere almeno 2 ore al giorno;
  • spazi extra: la rimessa per gli attrezzi, un magazzino per i mangimi e una sala infermeria;
  • toelettatura: se si desidera offrire questo servizio è utile una vasca per lavare i cani;
  • veterinario: è bene stipulare un accordo con un veterinario che controlli lo stato di salute degli animali, il rispetto delle norme igieniche e per intervenire in caso di emergenza;
  • cibo vario: la struttura dovrebbe offrire cibo diversificato a seconda delle esigenze specifiche del cane o gatto ospite e preferibilmente per tutti non sempre e solo crocchette.

La parte burocratica

Autorizzazione sanitaria: è obbligatorio richiedere la certificazione di idoneità della struttura da parte dei Servizi Veterinari e di Igiene e Sanità Pubblica della Asl dopo apposita ispezione. Alla domanda è necessario allegare diverse marche da bollo e perizie tecniche (planimetria della pensione con descrizione dei locali e delle modalità di gestione,di smaltimento dei rifiuti solidi e delle deiezioni).
Registro: il titolare della pensione deve compilare un registro delle entrate e delle uscite degli animali ospitati, con numero di tatuaggio o microchip, condizioni di salutee dati del proprietario.
Iscrizione alla Camera di Commercio: per avviare un’attività individuale è necessario presentare richiesta di registro presso la Camera di Commercio del proprio Comune e richiedere l’apertura di una partita Iva. Se, al contrario, si intende costituire una società bisogna sottoscrivere un atto notarile.

I prezzi da applicare

Generalmente si chiedono:

  • per un cane dai 15 ai 35 euro al giorno in base alla taglia e alla stagione;
  • per un gatto dai 10 ai 20 euro al giorno.

Gli altri servizi

Dal momento che quello della pensione per animali è un’attività quasi solo stagionale, negli altri momenti dell’anno è possibile diversificare cercando di offrire servizi diversi. Per esempio la pensione per gatti e altri piccoli animali da compagnia (conigli, furetti, cavie o criceti) allestendo in ambiente fresco e areato supporti per la sistemazione delle gabbiette; un servizio di dog sitter giornaliero, di toelettatura e anche corsi di educazione cinofila, agility dog ecc.

Il rifugio per gli animali abbandonati

Per chi ama gli animali una soddisfazione ancora maggiore si può avere aprendo una struttura di ricovero per cani e gatti abbandonati. Non si tratta di un lavoro come gli altri ma di un modo per aiutarli e salvarli dalla strada. Anche in questo caso però servono fondi, un edificio adeguato e un iter ben preciso da seguire. Per quanto riguarda i fondi è necessario un investimento iniziale per l’acquisto o l’affitto del lotto, la costruzione dei box e la manutenzione: ci si può associare ad altri privati che si impegnino nell’investimento e nella cura del canile o, ancora, richiedere dei finanziamenti che variano a secondo del tipo di struttura da aprire.

La struttura deve avere

  • un’adeguata distanza dai centri abitati
  •  impianti elettrici a norma
  •  un sistema di abbeveraggio e approvvigionamento idrico sufficiente
  •  canali di scolo e scarichi adeguati per garantire il deflusso delle acque lavaggio e non essere fonte di inquinamento
  •  locali annessi quali: una stanza adibita ad infermeria, un locale ad uso cucina; servizi igienici e spogliatoi; una sala per il ricovero post-operatorio; un reparto isolamento per gli animali con malattie infettive con capienza pari al 10% della struttura, con pareti lavabili e pavimento piastrellato con materiale antiscivolo
  •  zona parco recintata per fare uscire i cani quotidianamente (in genere non inferiore a 2000 mq.)
  •  box per i cani: con un lato interno chiuso di altezza minima di 2 m, una superficie minima di 4 mq per cane e un’area esterna aperta comunicante e recintata. I box nel lato interno vanno riscaldati o muniti di cucce termiche, in materiale lavabile e disinfettabile. Il lato esterno (di superficie minima di 8 mq) deve avere un fondo impermeabilizzato di cemento o materiale sintetico ma non sensibile al calore e deve essere protetto dal calore o dalle intemperie. Deve avere una pendenza in modo da impedire il ristagno dei liquami e delle acque di lavaggio
  • spazi recintati per i gatti (gattile) dotati di: una parte interna in materiali lavabili e disinfettabili con pavimenti in pendenza verso lo scolo e una parte esterna in rete dove i gatti possano uscire e sgranchirsi
  • doppia porta per permettere agli operatori di entrare e uscire senza il rischio di far scappare i gatti, zone in ombra e zone bene illuminate e soleggiate; passerelle sopraelevate, mensole a parete per consentire ai gatti di arrampicarsi, giochi o grattatoi.

I documenti

Le incombenze burocratiche per l’apertura di un rifugio prevedono:

  • iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio
  • apertura della partita IVA e di un Conto fiscale
  • pagamento di Tassa/Tariffa igiene ambientale
  • autorizzazione per l’installazione delle insegne e dei cartelli segnaletici stradali;
  • iscrizione alle associazioni di categoria (facoltativa).

Il personale

Il rifugio dovrà disporre di personale a pagamento e/o volontario che si occupi della pulizia dei box e dei locali e della distribuzione del cibo. Inoltre sarà necessario avere un veterinario di fiducia che effettui le vaccinazioni, le visite periodiche di controllo, le cure: è bene verificare se è possibile stipulare convenzioni con cliniche o con un veterinario.

Normativa

Per aprire un canile è necessario attenersi alla normativa regionale e al Dpr. Numero 320 del 08/02/1954: bisogna ricevere il nullaosta sull’idoneità della struttura dai veterinari della Asl di competenza. Inoltre, è obbligatorio presentare una richiesta al Comune di competenza. Tutti i locali devono rispettare i requisiti igienici previsti dall’Asl.

Diventare volontari: chi vuole solo aiutare

Chi non se la sente di lanciarsi in un’impresa ardita come quella di aprire una pensione o un rifugio ma desidera comunque avere un contatto con gli animali, e ha del tempo a disposizione, può decidere di diventare volontario. Essere volontario di un canile o di un gattile non significa solo coccolare gli animali, giocare con loro e (nel caso dei cani) portarli a spasso. Significa anche impegnarsi – con costanza e serietà – in mansioni come la pulizia dei box o delle gabbie, la distribuzione del cibo, l’aiuto nelle terapie veterinarie, il supporto per la raccolta fondi, i colloqui per le adozioni, solo per citarne alcune e spesso anche nei giorni di festa o di vacanza. Per quanto più semplice e decisamente meno oneroso, anche in questo caso è previsto un percorso da seguire:

  • individuare il canile più vicino alla propria abitazione chiedendo informazioni al Comune o al Servizio Veterinario della A.S.L. competente per zona;
  • nel canile prescelto si dovrà compilare un modulo per poter avere accesso a un corso di preparazione per i volontari;
  • terminato il corso si effettuerà un periodo di “prova” iniziale seguito da un volontario più esperto;
  • definire – di concerto con gli altri volontari – il turno di presenza e la mansione della quale ci si occuperà.

Per fare tutto questo bisogna possedere qualcosa che non si può trovare né in Comune, né all’ASL o in qualsiasi altro luogo: l’amore e l’empatia nei confronti degli animali.

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