Che cosa fare con un gattino trovatello

Un miagolio implorante, un musino dolce e impaurito: è un micino randagio! Impossibile resistere alla tentazione di portarlo subito a casa... prima di farlo, però, è sempre bene valutare tutta la situazione e, nel caso, sapere come accudirlo.

Roberta Marino
A cura di Roberta Marino
Pubblicato il 25/02/2023 Aggiornato il 10/03/2023
Che cosa fare con un gattino trovatello

Ogni anno succede: con l’arrivo della stagione più tiepida, le gatte adulte vanno in calore e proliferano le gravidanze. Talvolta si tratta di femmine randagie, non accudite in qualche colonia e quindi non sterilizzate, talvolta di gatte di casa che sfuggono al controllo dei proprietari e restano incinte. Qualsiasi sia la causa il risultato è il medesimo: cucciolate di gattini, spesso anche numerose che vengono abbandonate oppure vivono per strada. Il rischio, però, è proprio quello di scambiare un gattino “vagante“ per uno randagio mentre mamma gatta, magari, si è solo allontanata o il piccolino si è solo smarrito, ma ha una casa e una famiglia.

I controlli da fare se trova un gattino per strada

Allontanare precocemente un gattino dalla mamma o dalla sua casa senza verifiche può essere un errore sia per il piccolino sia per la gatta che, se sta ancora allattando, rischia la mastite. Prima di adottare il gattino solitario, è fondamentale informarsi in zona se qualcuno ha smarrito un micio o se qualche gatta, randagia o di casa, ha partorito recentemente. Chiedere anche a veterinari, negozi di articoli per animali e affiggere cartelli con la foto del micino ritrovato. È importante, inoltre, monitorare per alcune ore la zona in cui il gattino è stato trovato per controllare se la gatta si è semplicemente assentata per cercare il cibo: se il micino è tranquillo, caldo e non si lamenta, è il segnale che è stato allattato da poco, non è a rischio e probabilmente la mamma è nei paraggi. Se, tuttavia, trascorse alcune ore le ricerche risulteranno improduttive, ci si dovrà occupare del cucciolo.

gattino gioca con coccinella

Stabilire l’età: quanti mesi ha?

Se la ricerca di un eventuale proprietario o di una mamma gatta nei paraggi non sembra dare i suoi frutti, occorre prendersi cura immediatamente del gattino perché la sua sopravvivenza dipenderà dall’accudimento ricevuto, adeguato alla sua età. Una prima incognita, quindi, è proprio questa: come fare a capire quanti mesi o, addirittura, quante settimane ha? E se il gattino è già stato svezzato o ha ancora bisogno del latte. Una visita da un veterinario risolverà il dubbio: visitando e osservando il gattino potrà stabilire la sua età tenendo presente che:

  • appena nati i gattini sono sordi, ciechi e privi di denti;
  • se il cordone ombelicale è ancora attaccato e sotto al pelo si vede la pelle rosata soprattutto nella zona delle zampe, della pancia e del naso, il micino ha al massimo quattro giorni di vita. Verso i 4-5 giorni il cordone ombelicale inizia a essere secco;
  • dopo i 5 giorni e fino a una settimana il gattino comincia ad alzarsi sulle zampine, verso gli 8-10 giorni piano piano si aprono il canale auricolare (che sarà ultimato a 17 giorni) e gli occhi;
  • verso le due settimane si iniziano a vedere le punte dei denti canini, il gattino inizia ad alzarsi e sedersi e a reagire al mondo circostante. In seguito, spunteranno anche gli incisivi;
  • a un mese di vita compaiono i premolari, inizia a mangiare da solo ed è pronto per il cibo solido mentre il latte non riesce più a saziarlo. Pertanto, fino a quattro settimane un gattino può essere considerato ancora un neonato. A seconda dell’età saranno, quindi, necessarie cure differenti, specie per l’alimentazione: soprattutto i gattini di pochi giorni o settimane sono particolarmente fragili e delicati. Un aspetto da non sottovalutare mai per non rischiare di compromettere la sua salute e persino la sua sopravvivenza.
  • Il periodo della socialità. È bene ricordare che il periodo di socializzazione dei gattini avviene tra le 4 e le 16 settimane di età: di solito in questa fase il micino si misura con i fratellini nel gioco e nella comunicazione. Per questa ragione è bene non separare un gattino dalla cucciolata prima dei due mesi almeno (meglio ancora tre). Chi trova un gattino solitario nelle prime settimane di vita, deve farlo abituare alla presenza di più persone con odori e suoni diversificati in modo che non sviluppi problemi comportamentali.

intolleranze alimentari cane e gatto

Un gattino trovatello ha bisogno di calore

La prima cosa da fare, appena si porta a casa un gattino trovatello, è scaldarlo. A prescindere dalla temperatura esterna e dalla stagione, i micini, fino alle prime tre settimane di vita, non hanno la capacità di autoregolare la loro temperatura corporea. In natura è mamma gatta a fornire loro il calore ma, se restano orfani, hanno bisogno di una fonte artificiale per mantenere costante la temperatura intorno ai 38 °C. Una coperta o un maglione non sono sufficienti: è necessario procurarsi una lampada a infrarossi o un termoforo (uno “scaldino”), da acquistare in farmacia, avvolto in un panno. In alternativa è possibile utilizzare una semplice borsa dell’acqua calda o una bottiglia sempre riempita con acqua calda, verificando però la temperatura con una certa frequenza. La fonte di calore scelta, dovrà essere collocata nel giaciglio dove alloggia il gatto, un luogo ben riparato, isolato dal freddo, lontano da correnti d’aria. È perfetto uno scatolone con il fondo ricoperto da traversine oppure una cuccia con i bordi alti, in modo che non possa allontanarsi.

La poppata del gattino

Come ogni cucciolo, il gattino deve essere allattato frequentemente, anche di notte. In natura mamma gatta allatta i suoi piccoli anche ogni due o tre ore le prime settimane di vita e lo stesso impegno e responsabilità è richiesto a chi si occupa di un micino orfano. Il ritmo da rispettare sarà, quindi, il medesimo.

  • Dalla nascita a una settimana: la poppata sarà ogni 2 ore di giorno e ogni 2-3 ore di notte.
  • Entro le due settimane ogni 3 ore durante la giornata e ogni 3-4 ore durante le ore notturne.
  • Dalle due alle tre settimane: sarà necessario allattarlo ogni 3-4 ore di giorno e ogni 3-5 ore di notte.
  • Nella quarta settimana dovrà essere alimentato ogni 5 ore di giorno e ogni 6 la notte.

Quanto deve mangiare un gatto cucciolo?

Fino a un mese di età, i gattini non potrebbero bere latte vaccino; va dato un latte in polvere specifico da diluire: si trova in farmacia o nei negozi di prodotti per animali. Per quanto riguarda le dosi va tenuto presente che il micino deve mangiare (nell’arco della giornata) l’equivalente del 25-30% del suo peso corporeo di latte in millilitri (13 ml ogni 100 g di peso nella prima settimana ecc…, divisi per 4-5 pasti), con un incremento di peso di 50-100 g alla settimana. Se il gattino non aumenta di peso, è apatico, mogio, inappetente, bisogna contattare subito il veterinario. Il latte va diluito nella misura di un cucchiaio di polvere e tre di acqua alla temperatura intorno ai 35-36 °C. Le feci del gattino devono essere di colore giallo ocra e morbide; se dovesse manifestare sintomi di dissenteria o stitichezza la composizione andrà regolata di conseguenza. Per alimentarlo è necessario utilizzare una tettarella apposita per gattini, prestando attenzione a non fare un foro troppo grande per non causare un’eccessiva fuoriuscita di latte e il conseguente rischio di soffocamento del gattino. In alternativa si può utilizzare una siringa togliendo l’ago. Un accorgimento: il micino non va mai alimentato a pancia in su, bensì nella posizione naturale in cui si troverebbe con mamma gatta. Il biberon non deve mai essere schiacciato per lasciare il tempo al gattino di succhiare con il proprio ritmo. 

milo cucciolo

Se il micio rifiuta il cibo

Se il gattino rifiuta di alimentarsi ci possono essere diverse cause:

  • il tipo di latte non è di suo gusto: ne andrà scelto un altro oppure va integrato con latte di capra intero
  • il foro della tettarella non consente la giusta fuoriuscita o il latte presenta grumi
  • il latte è troppo bollente oppure freddo
  • la posizione durante la poppata non è adeguata

La pulizia e i bisogni del gattino

Un altro aspetto importantissimo è quello della pulizia e dell’aiuto a fare i bisogni dopo il pasto: in natura, infatti, mamma gatta lecca i gattini nella zona genitale per stimolare il riflesso ano-genitale per l’evacuazione. Allo stesso modo, terminata la poppata, si dovrà strofinare la zona perianale con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua tiepida, con movimenti dal basso verso l’altro (simulando la lingua della mamma): in questo modo si potrà aiutare il micino a liberare la vescica e l’intestino.

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Dopo quattro settimane, lo svezzamento

Quando il micino trovatello ha un mese può partire lo svezzamento e si dovrà alimentare il gattino 4-5 volte nella giornata (di notte non c’è più necessità). Si darà un cucchiaino di latte vaccino e dopo pochi giorni si potranno aggiungere croccantini per gatti cuccioli (“kitten”) e cibo umido per gatti in crescita, diminuendo gradualmente il latte. Si deve fornire una parte di cibo secco più 3 parti di latte o acqua, oppure 2 parti di cibo in scatola o fresco più una parte di latte o acqua. Il cibo deve essere tiepido. Per stimolarlo si può sporcare con il cibo il musetto e i baffi del cucciolo che, pulendosi, inizierà ad apprezzare il nuovo sapore. Lo svezzamento si completa intorno alle 6 – 8 settimane, ma è consigliabile somministrare il cibo per gattini fino a 9 mesi. Quando avrà imparato a mangiare da solo, si potranno togliere i liquidi dalla miscela.

 

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