Gatto: cambio casa senza stress

In occasione del trasloco oppure del cambio di casa per alcuni mesi, anche il gatto soffre di stress, difficoltà di adattamento e senso di abbandono. Ogni cambiamento quindi va introdotto gradualmente e richiede tempi di adattamento che devono essere assecondati e sostenuti in maniera adeguata.

Roberta Marino
A cura di Roberta Marino
Pubblicato il 19/04/2015 Aggiornato il 19/04/2015
Gatto: cambio casa senza stress

Il gatto è un animale abitudinario che ha bisogno di stabilità, di spazi in cui potersi isolare e stare tranquillo. In natura organizza l’ambiente in cui vive e lo suddivide in zone denominate “campi territoriali”: ogni campo è destinato a un’attività di tipo diverso come alimentazione, eliminazione, gioco, riposo, ecc. Nella vita di casa, in genere riesce a trovare un suo equilibrio che deve essere rispettato il più possibile. Un trasloco, un cambiamento nell’abitazione o negli ambienti che frequenta, stravolgono anche temporaneamente le abitudini del gatto e possono causargli stress e alterazioni comportamentali. Ogni cambiamento va quindi introdotto gradualmente, richiede tempi di adattamento che devono essere assecondati e sostenuti in maniera adeguata.

Sintomi di stress

I gatti vigilano sempre: anche se sembrano riposare, vivono in un costante “stato di allerta” e sono molto più timorosi dei cani. Per questa ragione si adattano con difficoltà ai cambiamenti: ogni mutamento li espone, infatti, a nuovi pericoli sconosciuti e può essere fonte di ansia o stress. Riconoscere un gatto in stato di ansia e di tensione emotiva è facile perché manifesta sintomi inconfondibili: si strappa il pelo o si lecca furiosamente, fa vocalizzi e urina fuori dalla lettiera, un segnale di malessere che invece spesso viene solo considerato “un dispetto”, crea tensioni con gli altri animali di casa.

L’arrivo nella nuova casa

In caso di cambiamento di casa o trasloco, il momento migliore per portare il gatto è al termine dei lavori, quando è già quasi tutto sistemato e non ci sono più spostamenti in corso: i rumori forti, gli sconosciuti e la mancanza di riferimenti possono scatenare nel gatto un forte stress. Se è possibile, l’ideale è preparare in anticipo una stanza in cui fare rifugiare il gatto, dove possa stare tranquillo e dove disporre delle ciotole della pappa, della lettiera, dei suoi giochi e di un luogo dove possa nascondersi e sentirsi al sicuro. Qui egli potrà uscire dal trasportino quando si sente pronto e ispezionare con calma il nuovo ambiente. È anche utile coccolarlo e rassicurarlo in maniera speciale con attenzioni extra e cibo molto gradito.

I primi giorni del gatto a casa

L’ideale è fare uscire il gatto dalla “sua” stanza senza forzarlo, solo quando non ci sono estranei e la situazione è tornata alla calma. Se è nascosto, non vuole esplorare la nuova casa e non vuole mangiare, meglio lasciarlo tranquillo senza insistere: probabilmente uscirà e mangerà di notte quando la casa è silenziosa e tutti dormono. Per aiutarlo ad ambientarsi e a vivere in maniera meno stressante questo momento di transizione si possono utilizzare i feromoni facciali felini, che hanno un potere tranquillizzante sul gatto: si acquistano in diffusore da attaccare alla presa di corrente o in versione spray, da spruzzare su tutte le superfici in cui soggiorna il gatto. Per diffondere il suo odore in la casa si può anche prendere un panno di cotone, passarlo delicatamente attorno alle guance e alla testa del gatto per raccogliere l’odore dalle ghiandole della faccia e poi strofinare il panno sugli angoli delle porte, sui muri o sui mobili all’altezza del gatto.

Il periodo seguente

Per garantire una certa continuità e familiarità, bisogna cercare di mantenere le abitudini che il gatto aveva nella casa precedente, senza forzarlo nelle uscite se non è abituato. Se invece il gatto di solito frequentava balconi, terrazzi e giardini, nel nuovo ambiente è comunque meglio evitare di farlo uscire subito: è buona norma aspettare almeno un mese o due, quando avrà preso pieno possesso della casa. Per le prime uscite, per evitare che si perda o che venga scambiato per un randagio, è meglio utilizzare qualche forma di identificazione (per esempio un collare che si sfila facilmente) con i dati del proprietario: nome, indirizzo e numero di telefono o microchip.

Un ambiente su misura

Per rendere il nuovo ambiente più accogliente e a “misura” di gatto, si può nascondere del cibo secco in giro per la casa e offrirgli così l’opportunità di ‘cacciare’. Inoltre è bene garantirgli diverse zone d’appoggio rialzate dove possa arrampicarsi e farsi le unghie.

Più di un gatto

Se ci sono più gatti e lo spazio diminuisce perché la casa è piccola, è necessario cercare di limitare il rischio di antagonismo e di tensione tra di loro garantendo un numero di risorse extra tra lettiere, postazioni su cui farsi le unghie, ciotole per il cibo e l’acqua, piattaforme d’appoggio rialzate e luoghi privati dove nascondersi.

Il cibo: modifiche graduali

Se, oltre a cambiare ambiente, per un periodo è necessario mutare anche alimentazione (magari perché in località di villeggiatura non si trova il marchio preferito di cibo per animali), per non rischiare vomito e problemi intestinali, si deve abituare il gatto gradualmente. L’ideale è cominciare a fargli trovare alimenti diversi quando è ancora a casa, nel suo ambiente, già un mese prima della partenza. Se poi il gatto rifiuta totalmente il nuovo regime nutrizionale, è opportuno rivolgersi al veterinario.

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