Cane e gatto con noi, anche in ufficio e in ospedale

“Io non posso entrare”: è il cartello che per anni ha sbarrato l’ingresso ai cani e ai gatti in negozi, ristoranti e non solo. Forse, però, qualcosa si sta muovendo e proprio in luoghi inaspettati: sono sempre di più, infatti, coloro che aprono le porte agli animali in ufficio e in ospedale.

Roberta Marino
A cura di Roberta Marino
Pubblicato il 28/11/2019 Aggiornato il 28/11/2019
Cane e gatto con noi, anche in ufficio e in ospedale

Igiene, quiete, pericolosità: sono queste le principali ragioni che, da sempre, vietano l’ingresso degli animali in ufficio e in ospedale. E se, per una cena al ristorante o un caffè al bar è possibile lasciare qualche ora il proprio cane a casa senza preoccupazioni, diversa è la situazione quando ci si deve assentare un’intera giornata per lavoro o, addirittura, molti giorni per una malattia. Qualcosa, però, fortunatamente si sta muovendo e negli ospedali come nelle aziende di molte città (o persino in alcune Regioni intere) forse il vecchio cartello “io non posso entrare”, sta diventando solo un brutto ricordo.

In visita anche i quattro zampe di famiglia

È assodato che gli animali sono di grande beneficio per l’umore e la salute, anche per chi sta vivendo un momento difficile, ricoverato in una struttura ospedaliera. La Pet Therapy si è sviluppata proprio sulla base di questa teoria che vede in prima linea i cani (ma non solo) tra i migliori “dottori a quattro zampe”. Così, si sono moltiplicati i progetti che prevedono la presenza degli animali in ufficio e in ospedale per curare e assistere persone affette da malattie croniche, bambini e anziani. E, in molti casi, sono stati gli stessi animali di famiglia a fare il loro ingresso nei luoghi di degenza con risultati positivi per l’umore e lo stato di salute dei pazienti. In Toscana il primo a varcare la soglia di un ospedale nel 2018 è stato Ulisse, un barboncino di taglia piccola: nella sala d’attesa del Santo Stefano di prato (FI) ha incontrato la sua proprietaria ricoverata per qualche giorno. Proprio come gli altri componenti della famiglia.

La “rivoluzione” toscana

Da quasi un anno, infatti, in tutti i presidi ospedalieri della Toscana Centro (Firenze, Empoli, Prato e Pistoia) è stato adottato un regolamento che prevede l’accesso degli animali d’affezione ai pazienti degenti nelle strutture. Ammessi cani, gatti e altri animali domestici di piccola taglia (come conigli) purché iscritti all’anagrafe e purché coperti da una polizza assicurativa per eventuali danni a terzi o cose e (fondamentale) con libretto veterinario in regola sempre al seguito.

A seconda dell’animale, poi, si dovrà essere muniti di:

  • trasportino per gatto o altro piccolo animale (almeno fino al momento della visita)
  • guinzaglio che non superi il metro mezzo di lunghezza per il cane
  • museruola sempre per il cane che potrà essere tolta in seguito
  • sacchettino per la raccolta di eventuali deiezioni.

Inoltre, come sempre, è responsabilità di chi porta con sé l’animale di custodirlo e controllarlo per fare in modo che non causi danni, non rechi disturbo e non sporchi. Una piccola rivoluzione, quindi, che peraltro valica anche i confini toscani diffondendosi a macchia d’olio un po’ altrove.

Pet therapy in Lombardia

L’ospedale Niguarda di Milano è stato apripista per la Pet Therapy, con un progetto che prevede l’interazione tra i cavalli e i bambini seguiti dalla struttura di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.

Nel mese di aprile del 2017 è stata applicata a livello regionale la legge nazionale che regola l’accesso degli animali in ufficio e in ospedale , nelle case di riposo e di cura, sottolineando il valore terapeutico della loro presenza. Il regolamento è stato deliberato il 13 aprile del 2017 e già il 60% degli ospedali l’ha adottato. Per poter far accedere i propri animali domestici nelle aree comuni dell’ospedale è necessario effettuare una richiesta scritta, concordando la visita e gli orari con gli altri ospiti degenti e facendoli accompagnare da un conduttore maggiorenne.

Come in Toscana, anche qui i cani dovranno essere tenuti al guinzaglio di lunghezza massima un metro e mezzo e con museruola, identificati e iscritti all’anagrafe canina mentre i gatti e i conigli dovranno essere portati in apposito trasportino. Inoltre, tutti gli animali dovranno essere tassativamente puliti e spazzolati prima di accedere alla struttura ospedaliera oltre che muniti della documentazione sanitaria mentre il conduttore dovrà avere con sé un prodotto per la sanificazione delle mani.

Le altre regioni

Saranno sempre di più i cani e i gatti benvenuti anche in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Liguria: proprio in quest’ultima Regione, per esempio, è stato recentemente annunciato il varo delle linee guida per permettere ai pazienti ricoverati negli ospedali di accogliere per brevi periodi di tempo i propri amici a quattro zampe.

Le regole per l’accesso ai luoghi pubblici

Fino a poco tempo era vietato l’ingresso agli animali in ufficio e in ospedale , nonostante non esista una legge che lo vieti tassativamente per ragioni igienico-sanitarie.

A livello nazionale, infatti, il Regolamento di Polizia Veterinaria stabilisce che i cani potrebbero accedere a qualunque luogo aperto al pubblico purché siano tenuti al guinzaglio ed eventualmente con museruola (come ad esempio sui mezzi di trasporto), ad eccezione dei luoghi dove si preparano o conservano alimenti (ad esempio nelle cucine) come prescritto nel Regolamento Ce 852/2004.

Recentemente il Ministero della Salute ha validato il manuale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi che consente l’ingresso ai cani nelle zone aperte al pubblico di bar e ristoranti (sempre con guinzaglio e museruola).

Anche all’interno o esterno degli esercizi di vendita al dettaglio di alimenti possono essere predisposti spazi destinati all’accoglienza di animali.

Sono, però, le Regioni attualmente a stabilire e regolare l’accesso degli animali domestici nei luoghi pubblici come le strutture ospedaliere: è il caso di Treviglio in provincia di Bergamo che da tempo ha cambiato persino il proprio regolamento offrendo ai pazienti ospedalieri la possibilità (previo richiesta scritta e accodata dagli altri degenti) di accogliere in visita i propri piccoli amici a quattro zampe, ad esclusione dei reparti di rianimazione, anestesia, chirurgia generale, ostetricia e ginecologia.

Al lavoro come a casa: le aziende cambiano rotta

Lunghe giornate trascorse in solitudine, in attesa di qualche coccola o una passeggiata risicata alla sera: è questa, ormai, la condizione attuale di cani, gatti e altri animali domestici. Anche loro, infatti, sono stati costretti ad adeguarsi ai ritmi frenetici della vita moderna, con tempi ristretti per lo svago e ore di assenza a causa del lavoro. Una condizione che, nonostante il desiderio, spesso frena anche le stesse persone dalla decisione di adottare un animale da compagnia.

Eppure molte le ricerche confermano quanto la presenza di un animale sul posto di lavoro possa essere stimolante e avere effetti positivi quali:

  • maggiore socializzazione>79%
  • riduzione dello stress> 85%,
  • aumento produttività> 67%

diminuzione del senso di colpa nel lasciare a casa il proprio pet> 85%. (Fonte ricerca 2016 Banfield Pet Hospital commissionata da Mars Petcare e condotta su 1200 dipendenti).

Ed ecco che, forse proprio sulla spinta di queste indagini e di quanto accaduto già all’estero (in Giappone o negli Stati Uniti, ad esempio), alcune aziende anche in Italia hanno deciso di cambiare rotta.

Nella filiale milanese di Google, ad esempio, è possibile portare il proprio cane con sé anche durante le riunioni in ufficio, mentre in un altro colosso, la Nintendo Italia di Vimercate (MB), è stato istituito il “Pet Friday”, ossia la giornata di porte aperte ai cani di tutti i dipendenti. Alla Mars Italia di Assago, invece, cani e gatti hanno libero accesso una volta al mese, in occasione del “Pet Friendly day”.

Nell’azienda dei prodotti per animali Purina, da alcuni anni è stato avviato “Pets at work”, un programma che mira a promuovere la relazione tra dipendenti e animali domestici nei luoghi di lavoro, rivolto a tutte le aziende interessate a favorire la serena convivenza tra colleghi a due e a quattro zampe. 

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