Animali in casa: uno o due?

Tra gli animali in casa, come conigli, criceti e pesci, alcuni soffrono se vivono da soli, altri, invece, non vogliono la compagnia dei loro simili e desiderano autonomia e spazio personale. Tutto quello che c'è da sapere per farli crescere bene e di evitare di commettere errori (molto comuni).

Roberta Marino
A cura di Roberta Marino
Pubblicato il 01/02/2019 Aggiornato il 01/02/2019
Animali in casa: uno o due?

Tra gli animali in casa, alcuni hanno realmente bisogno di vivere insieme: due e solo due, senza intrusioni che possano destabilizzare quell’armonia perfetta ma (anche) con il rischio di restare soli se il compagno o la compagna li lascia. Altri animali in casa non hanno necessariamente bisogno di compagnia: alcuni, al contrario, amano stare da soli diventando perfino aggressivi se questa loro esigenza non viene rispettata.

Solo in coppia per sempre

Agapornis: gli uccellini inseparabili

Quando si innamorano è per sempre: sono gli Agapornis (dal greco “uccelli che si amano”), uccellini coloratissimi non a caso conosciuti anche con il nome di “Inseparabili”. Affettuosi, socievoli, tenerissimi, stabiliscono con il compagno un legame davvero speciale. Osservarli è un’esperienza toccante e commovente: i due uccellini trascorrono il tempo a lisciarsi a vicenda il piumaggio ma anche scambiandosi affettuose beccatine e dolci effusioni che ricordano davvero i baci di due amanti appassionati.

Una volta scelta la propria compagna, infatti, il maschio non l’abbandona più: non solo, se uno dei due muore, l’altro si lascia andare, si ammala fino (non di rado) a morire di crepacuore.

Anche se alcuni esperti sostengono che non sia strettamente necessario che gli Agapornis siano in due e che, al limite, il proprietario possa ovviare con attenzioni e cure per fare compagnia al singolo, è innegabile che per questi animali in casa la vita di coppia sia davvero la condizione perfetta. Anche in natura, infatti, sono molto socievoli, restano insieme tutta la vita pur amando famiglie numerose e formando gruppi anche di venti esemplari. Una condizione, invece, che è meglio non ricreare nello spazio limitato di una voliera, per quanto ampia. Non solo: è consigliabile far socializzare i due compagni da giovani in quanto questi animali hanno un forte senso di gerarchia e il più anziano potrebbe attaccare furiosamente il nuovo arrivato.

Il coniglio: vive meglio in coppia

Tra gli animali in casa, il coniglio da solo non soffre e può vivere comunque purché con cure e spazi adeguati, giochi e attenzioni. Tuttavia è innegabile che, per il benessere del coniglio la presenza di un compagno del sesso opposto (ovviamente sterilizzato) sia proficua. Purtroppo raramente le persone decidono di adottare una coppia e preferiscono tenere un solo coniglio (magari sempre chiuso in gabbia) nonostante la presenza di due esemplari non comporti un impegno molto più gravoso sia in termini di spazio sia economico. In cambio, poi, si sarà ripagati dall’incantevole spettacolo dei due animali che formano un legame speciale, coccolandosi in maniera affettuosa. “Formare” una coppia, però, non è così automatico: essendo animali molto territoriali, i conigli possono arrivare anche a causarsi ferite molto profonde se non sono in sintonia tra loro.

Alcune regole vanno rispettate durante l’inserimento di questi animali in casa (a meno che non si tratti di una coppia già consolidata):

  • devono essere sterilizzati sia per evitare cucciolate (numerose!) indesiderate sia per limitare l’aggressività dovuta alla territorialità
  • devono essere di sesso opposto in quanto anche se due femmine possono andare d’accordo, con i maschi è praticamente impossibile.
  • non devono essere un adulto e un cucciolo, poiché il primo potrebbe prevaricare e ferire il secondo.
  • è preferibile che siano già cresciuti insieme piuttosto che si siano incontrati da adulti (facendo attenzione, però, al periodo della “pubertà”)
  • meglio farli incontrare in un territorio “neutrale”, ossia nuovo per entrambi dove comunque sia garantito uno spazio ampio e con via di fuga e per nascondersi (nel caso di attacchi) con molte ciotole di cibo, di acqua e giochi.
  • durante il primo incontro (al massimo di 5-10 minuti) devono essere portati in trasportini di plastica chiusi, tenuti lontani e con le aperture non direttamente visibili una dall’altra. In caso di aggressioni vanno subito allontanati.

Nell’acquario: tanta intimità per questi pesci

Tra gli animali in casa, non tutti i pesci amano stare in gruppo negli acquari: per due, in particolare, la scelta migliore è di tenerli in coppia.

Il primo è il pesce pagliaccio, il piccolo “nemo” del film animato della Disney. Amatissimo dai bambini (ed estremamente delicato) ha bisogno per il suo benessere non solo di vivere in simbiosi con il suo anemone ma anche di stare con pochi esemplari o, meglio ancora, solo con un compagno o una compagna (con cui forma una coppia stabile per la vita) o, al massimo un’altra coppia. La particolarità di questo pesce è che quando muore la femmina, il maschio cambia sesso.

Ancora più fedele, invece, il pesce angelo dei Caraibi che, in natura, ama vivere, viaggiare e cacciare in coppia. Il legame che formano i due esemplari è così forte ed eterno che, se uno dei due muore, il pesce rimasto da solo decide di continuare a vivere in solitudine piuttosto che “risposarsi”.

Per questi animali è meglio la solitudine

Il criceto, può essere aggressivo

Tra gli animali in casa, il criceto è fortemente territoriale, non sopporta assolutamente i propri simili che cerca di eliminare in tutti i modi. Non è una questione di sesso: anche se è più probabile che due femmine vadano d’accordo, non è escluso che si azzuffino mentre i maschi sono sempre incompatibili. Non è pensabile, nemmeno, far convivere un maschio e una femmina di specie diverse. Alcune differenze, comunque, possono essere riscontrate anche all’interno dei vari tipi: ad esempio i criceti dorati (o siriani) sono estremamente territoriali e non possono assolutamente vivere in coppia perché si attaccano e feriscono i compagni anche in modo grave. È possibile, invece, far convivere coppie di criceti Roborovsky oppure Campbell o Winter White a patto che siano sempre vissuti insieme (ad esempio se si tratta di fratelli o sorelle).

Il pesce leone è velenoso

In ambiente acquatico, invece, è bene che stia assolutamente da solo il “pesce leone” (o pesce scorpione): si tratta di un pesce di piccole dimensioni con occhi e bocca sporgenti, estremamente pericoloso non solo per i suoi simili ma anche per l’uomo. Sulle pinne presenta, infatti, ben 16 aculei molto velenosi che in natura usa per difendersi: può provocare un banale eritema, ma anche vesciche o perfino necrosi e insensibilità delle zona colpita. In alcuni casi, poi, si possono verificare problemi respiratori e cardiologici oltre che intestinali. Nonostante la pericolosità, per la loro bellezza, spesso questi animali in casa vengono inseriti a volte  in acquari privati: va da sé che dovranno essere da soli (anche in natura sono solitari e si aggregano ad altri soltanto nel periodo riproduttivo) anche perché, diversamente, si ciberebbero in breve tempo di tutti gli altri abitanti della vasca.

Per cani e gatti non ci sono regole

Per i due animali in casa più diffusi, non esiste una regola ferrea. Sicuramente la compagnia di un altro loro simile può essere positiva per sopportare più facilmente le lunghe ore a casa in attesa del rientro della famiglia.

Il cane, soprattutto, essendo un animale sociale, ha bisogno di una presenza mentre il continuo isolamento può portare ad ansie, stress, comportamenti asociali. Se la cava molto meglio da solo il gatto: schivo e indipendente, questo animale in casa non sente l’esigenza della compagnia di un proprio simile anche se potrebbe non disdegnarla. A patto, però, che si mantengano gli spazi (come cucce, cassettine, ecc…) ben divisi e in pari misura per tutti.

Che si tratti di cane o di gatto, in ogni caso, la sterilizzazione è sempre consigliata: per evitare risse (se sono dello stesso sesso soprattutto maschi), gravidanze indesiderate (se di sesso opposto) o, comunque, marcature in luoghi inappropriati, vocalizzi notturni oltre a problemi sanitari (tumori mammari e all’utero).

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