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Ristrutturare casa permette di avere, rispettando le condizioni previste dalla legge, della detrazione fiscale al 50% o al 36%, rispettivamente sull’abitazione principale o sulle seconde case. L’importo massimo detraibile è di 96mila euro per unità immobiliare e la detrazione viene ripartita in 10 anni nella dichiarazione del redditi.
La detrazione fiscale per ristrutturazione è fruibile quando si eseguono interventi di manutenzione ordinaria solo su parti comuni di edifici residenziali e di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo di abitazioni.
Tra questi interventi detraibili rientra il rifacimento del bagno di casa?
Manutenzione ordinaria bagno: nessuna detrazione fiscale
Per rispondere correttamente a questa domanda bisogna fare delle precisazioni. I piccoli interventi di manutenzione ordinaria non danno diritto alla detrazione fiscale se eseguiti su singoli appartamenti. Ne deriva, in relazione ad interventi che riguardano il bagno di casa, che rifare l’intonaco, magari per risolvere un problema di umidità, non dà diritto alla detrazione Irpef al 50% o al 36%.
Così allo stesso modo la semplice sostituzione dei sanitari o la semplice posa di nuove piastrelle in bagno sono tutti lavori di manutenzione ordinaria che, realizzati sul singolo appartamento, non permettono di avere il bonus fiscale.
Detrazione per ristrutturazione per la manutenzione straordinaria bagno
Tuttavia tutti questi piccoli interventi, se fanno parte di un lavoro più grande di manutenzione straordinaria, allora danno diritto alla detrazione fiscale. Così il rifacimento dell’intonaco o la sostituzione dei sanitari se rientrano all’interno di un lavoro di manutenzione straordinaria che preveda lo spostamento dei servizi igienici o la resa a norma dell’impianto idrico-sanitario allora fruire della detrazione Irpef al 50% se eseguiti sull’abitazione principale fino al 31 dicembre 2025.
Sugli immobili diversi dalla prima casa la detrazione Irpef è al 36%. Così allo stesso modo se le tubazioni del bagno sono malridotte e per sostituirle occorre rimuovere le piastrelle e il massetto e sostituire i vecchi sanitari e i rivestimenti, si ha diritto alla detrazione per ristrutturazione.
Come ha chiarito anche recentemente l’Agenzia delle Entrate, anche le spese sostenute per la sostituzione del box doccia o del piatto doccia, che singolarmente non è agevolabile, può divenirlo qualora integrata o correlata ad interventi maggiori per i quali compete la detrazione d’imposta in forza del carattere assorbente della categoria di intervento “superiore” rispetto a quella “inferiore”, come nel caso, ad esempio, del rifacimento integrale degli impianti idraulici del bagno.
Come pagare i lavori del bagno per avere il bonus
Si ricorda che per fruire dell’agevolazione fiscale è necessario che i pagamenti siano effettuati con bonifico bancario o postale, da cui risultino la causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16 -bis del Dpr 917/1986), il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.
Sul bonifico inoltre si paga una ritenuta d’acconto dell’11%. La detrazione si ottiene nella denuncia dei redditi e deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo, nell’anno in cui è sostenuta la spesa e in quelli successivi.
Documenti da conservare
I contribuenti che usufruiscono dell’agevolazione devono conservare ed esibire, a richiesta degli uffici, una serie di documenti. In particolare, oltre alla ricevuta del bonifico, sono tenuti a conservare le fatture o le ricevute fiscali relative alle spese effettuate per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione. Inoltre il contribuente deve essere in possesso di:
- domanda di accatastamento, se l’immobile non è ancora censito
- ricevute di pagamento dell’imposta comunale (Imu), se dovuta
- delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori e tabella millesimale di ripartizione delle spese, per gli interventi sulle parti condominiali
- dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori del possessore dell’immobile, per gli interventi effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi
- abilitazioni amministrative richieste dalla vigente legislazione edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessioni, autorizzazioni, eccetera) o, se la normativa non prevede alcun titolo abilitativo, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui indicare la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi realizzati rientrano tra quelli agevolabili.
Rifare il bagno e ottenere il bonus mobili
Il bonus mobili è una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici (questi ultimi di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori), destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio. La detrazione fiscale è fruibile fino al 31 dicembre 2025.
Nel dettaglio il bonus mobili consiste nella possibilità di detrarre dall’Irpef il 50% delle spese sostenute per l’acquisto di:
- mobili nuovi quali cucine, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione.
- grandi elettrodomestici come frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Tali elettrodomestici devono essere di classe energetica non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, come rilevabile dall’etichetta energetica. L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo
Per avere l’agevolazione è indispensabile, realizzare un intervento di recupero del patrimonio edilizio sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali. Questo intervento, inoltre, deve essere iniziato a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici.
Condizione indispensabile per avere il bonus mobili è realizzare un intervento edilizio come la manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti.
Così l’intervento edilizio sul bagno che rientra nella manutenzione straordinaria dà diritto, oltre alla detrazione per la ristrutturazione edilizia, anche al bonus mobili. Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di recupero del patrimonio edilizio, il bonus mobili deve essere calcolato su un importo massimo di 5mila euro per il 2025, riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.
Detrazione in dieci rate
La detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo.
Come pagare per avere il bonus mobili
Per avere il bonus mobili occorre effettuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.
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