Tappeti: come sceglierli e abbinarli scegliendo forme, materiali, stile

Qualche consiglio per conoscere meglio i tappeti e utilizzarli al meglio per dare accento agli ambienti della casa, sia moderni sia classici.

Architetto Marcella Ottolenghi
A cura di Architetto Marcella Ottolenghi
Pubblicato il 08/10/2023 Aggiornato il 09/10/2023
Tappeti: come sceglierli e abbinarli scegliendo forme, materiali, stile

Il tappeto è un complemento di arredo tessile caratterizzato da un grande potenziale decorativo. Alcuni modelli addirittura possono avere la valenza di un quadro. Indipendentemente dalla sua forma – quadrata, rettangolare, rotonda, irregolare… – ogni tappeto deve essere coerente con l’ambiente in cui viene inserito, non soltanto per quanto riguarda il colore, ma anche per lo stile.

Arredare con i tappeti

Oltre al decoro, ai colori e al tipo di lavorazione, il dato fondamentale di cui tenere conto nella scelta di un tappeto sono le dimensioni: vanno rapportate a quelle dei mobili con cui dovrà “dialogare” e allo spazio a disposizione, soprattutto individuando le zone di passaggio e le aperture.

Tappeti moderni, colorati o decorativi

I tappeti moderni sono un elemento d’arredo perfetto per connotare stilisticamente un ambiente magari un po’ anonimo e neutro. Ma proprio per questo stesso motivo, se si scelgono colorati e a disegni, bisogna fare attenzione a non creare un effetto d’insieme disarmonico o eccessivo.

I motivi decorativi possono essere astratti o geometrici, oppure riproduzioni di tipologie ben precise, come per esempio i disegni della ceramica marocchina o del tappeto persiano classico. In tal caso i colori sono intensi e accesi, dal rosso lacca al verde bandiera, passando per il grigio ferro.

Declinati in diverse forme, i modelli attuali sono in genere realizzati in fibre naturali ed ecologiche (come la lana, il cotone e la juta) o sintetiche (poliestere, pvc, polipropilene), resistenti e facili da pulire. La tessitura può essere piatta oppure alta e lavorata, con texture che diventano esse stesse elemento decorativo principale.

Tappeti fantasia dalle superfici ad effetto

I tappeti fantasia, se scelti con gusto, donano all’ambiente quel tocco che mancava, scaldando l’atmosfera e disegnando nuove geometrie, ombre, disegni stilizzati, motivi arabesque, damier, jacquard…  Se scelti in un colore neutro base (come il grigio chiaro o il beige), tonalità che in genere non manca in nessun ambiente, possono essere utilizzati come richiamo cromatico di raccordo tra gli elementi tessili e le finiture della stanza.

Che cosa sapere sui tappeti?

  • Come sono fatti Annodati o taftati a mano, realizzati a telaio o fatti a macchina: tutte le informazioni e le curiosità.
  • I materiali Dai più classici e preziosi in lana e seta a quelli in fibre naturali, più accessibili; dai sintetici a quelli innovativi.
  • Colori e disegni Come quadri tessili, hanno pattern sofisticati, preziosi o semplici ma sempre d’impatto nei modelli antichi o attuali.
  • Stanza per stanza I più adatti per ogni locale: dal living alla camera da letto, dimensioni e forme che valorizzano gli arredi.
  • Abbinamenti Tinta unita, geometrie decise, disegni camouflage: ecco come ambientarli in modo armonioso e facile.

 

 

Tappeti: colori e disegni

Disegni floreali, motivi geometrici, fantasie jacquard e ispirazione animalier… Alcuni tappeti diventano veri e propri quadri tessili grazie a pattern particolari, che nel passato erano utili per individuarne l’epoca e la provenienza. Oggi, a parte alcuni modelli considerati un vero e proprio investimento, colori e disegni ci guidano nella scelta del modello più adatto alle diverse zone della casa, dal corridoio al living, dalla zona conversazione all’area pranzo.

Tappeti: la produzione contemporanea

La produzione contemporanea talvolta riprende disegni del passato e riproduzioni di disegni d’archivio, fonte di grande ispirazione per i designer. Altre volte i tappeti sono invece interpretati come vere e proprie opere d’arte, con trame di ispirazione naturale, effetti camouflage, oppure motivi geometrici o patchwork di disegni totalmente diversi.
Il decoro si ottiene anche giocando sulle diverse altezze del vello e sulla trama che può essere più o meno fitta per dare effetti tridimensionali. Una tecnica di tendenza prevede anche il pre-invecchiamento del manufatto, per sfumature particolari.

tappeti clara bona foto Lea Anouchinsky fuorisalone 2023

Tre collezioni di tappeti disegnati per Alberto Levi Gallery dall’architetto Clara Bona: due linee indoor, Relazioni e Percorsi, e una outdoor Orizzonti, tutte caratterizzate da un design contemporaneo. I tappeti Relazioni, con forme geometriche e una palette di colori intensi, sono annodati interamente a mano in Nepal con lane himalayane filate a mano, tinte artigianalmente in una gamma di undici colori I modelli della linea Percorsi, annodati interamente a mano in India utilizzando lane New Zeland filate a mano, sono decorati da linee scure su fondo bianco. I tappeti outdoor Orizzonti con una palette di colori chiari, sono tessuti con tecnica shuttle weave in Dacron, una resina resistente e facilmente lavabile. http://www.albertolevi.com – (Credit: foto Lea Anouchinsky)

  • Kalash Joya Ochre di Battilossi
  • Tricot di Paola Lenti (foto Sergio Chimenti)
  • Intensa di Instabilelab
  • Hula Hoop di G.T.Design
  • CoDeco (design Marcante Testa) di Carpet Edition (foto Mattia Aquila)
  • Azilal di Casa Amar
  • Nexteos di Giovanardi
  • In the Weeds di Perennials & Sutherland

Tappeti: come sono fatti 

I più tradizionali sono quelli asiatici o di ispirazione orientale, realizzati a mano. Un’evoluzione di questo tipo di manifattura – sempre artigianale – è rappresentata dai tappeti taftati, cui si aggiungono quelli realizzati a telaio (tra i più conosciuti i Kilim). Ma anche i modelli industriali hanno i loro plus.

Modelli annodati

Un esemplare annodato è il frutto della lavorazione artigianale impiegata da secoli dai popoli orientali, in particolare i Persiani (ma anche delle popolazioni di Cina, Caucaso, Turchia e Afghanistan). Con questa tecnica, il completamento di un manufatto può richiedere mesi: ogni esemplare è unico.

  • Su un telaio – verticale o orizzontale – vengono realizzati i nodi intorno ai fili dell’ordito, in modo da ottenere una superficie compatta. Esistono diverse tipologie di nodo, in funzione dei materiali e dello stile del disegno: tra i più noti quello turco, il persiano e il tibetano.
  • Le estremità dei fili annodati, perpendicolari all’ordito, danno origine al pelo, una superficie morbida simile al velluto, detta vello.

Quanti nodi?

Il loro numero dà un’importante indicazione sulla qualità del manufatto: più sono numerosi e ravvicinati, più il vello è denso e resistente all’usura.

  • Questo conteggio (espresso in pollici o piedi) è piuttosto complicato e dipende dal paese di origine del manufatto.
  • Il dato deve poi essere messo in relazione con la tipologia del filato usato. Se è spesso, la quantità dei nodi sarà inferiore, mentre un filato più sottile, tipo la seta, ne richiederà ovviamente un numero maggiore.

La struttura

L’ordito è la parte portante, una sorta di scheletro. Più è preciso, più si eviteranno difetti a opera finita, come gobbe e imbarcature. Attraverso l’ordito si fa passare la trama, che serve anche a sostenere i nodi. A lavoro completato, questa non deve comparire sul dritto, per cui va nascosta sotto un vello piuttosto alto.

Frange e testate

Le frange corrispondono alla parte visibile dell’ordito; sono molto soggette a usura. I loro fili sono annodati in modo differente a seconda della zona di produzione, quindi risultano anche indicative per scoprire la zona di provenienza di un manufatto.
Per proteggere i nodi dall’usura e per rinforzare il bordo, alle due estremità corrispondenti ai lati minori di un tappeto si tessono delle fasce alte pochi centimetri: le testate.

Il vello

Formato dai cappi recisi dei nodi, si completa dopo la rasatura che si esegue ad annodatura terminata, importantissima per far risaltare con precisione i disegni: deve essere uniforme e lasciare il vello non troppo alto.

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Tappeti taftati a mano…  Che cosa significa?

La tecnica dei tappeti taftati (dall’aggettivo inglese “tufted”, ornato di ciuffi) a mano, di origine cinese, è nata intorno agli anni ’80 e risponde all’esigenza di produrre, in serie e in tempi brevi, una quantità elevata di esemplari di qualità elevata.

  • In questo caso, sul telaio esiste già una rete (composta sia da fili orizzontali sia da fili verticali) sulla quale viene tracciato il disegno, suddiviso
    in porzioni corrispondenti ai singoli colori.
  • In base a questa traccia, l’artigiano applica i punti con l’aiuto di un particolare strumento (forchettone o pistola) azionato manualmente oppure elettricamente.
  • Poiché questi fili di tessuto sono soltanto infilati nella rete, senza nodi, sul rovescio del tappeto viene applicato uno strato di colla e poi viene rivestito da una fodera. Così si “struttura” e si evita che il lavoro ottenuto si danneggi.

Tappeto su misura

Molti produttori offrono la possibilità di ordinare tappeti su misura e personalizzati nella scelta di materiali, colori, disegni. Un servizio in più parte addirittura dalla pianta dell’ambiente per progettare – con un programma ad hoc – un tappeto davvero customizzato, fornendo più proposte sulla base delle caratteristiche dello spazio a disposizione. Tenendo inoltre conto delle finiture di pareti e pavimenti, oltre che dei colori di arredi e complementi e del gusto personale del cliente.

Tappeti, un po’ di storia

La storia del tappeto è legata all’Asia e in particolare alla Persia (oggi Iran), luogo di riferimento. Durante il regno di Ciro (sec. V a. C.) si realizzano i primi modelli tessuti con fili d’oro e d’argento; il culmine si raggiunge nell’epoca dei Sassanidi (225-600 d.C.).
Ancora oggi tutte le popolazioni orientali coltivano la passione per i tappeti: le abitazioni persiane infatti, anche la più modeste, ne possiedono sempre qualche ricco esemplare. Per antica tradizione i migliori e più graditi regali che ci si scambia sono sempre costituiti da tappeti come ben dimostrano le case regnanti d’Europa che ne ricevettero in dono dagli scià, dai califfi e dai sultani. Ai dogi di Venezia ne furono donati in quantità e alcuni di essi si possono ancora ammirare nel tesoro della Basilica di San Marco. Nelle moschee i pavimenti sono ricoperti di tappeti e anche le tombe dei grandi personaggi orientali sono ornate da preziosissimi tappeti.
Già nel IX sec. i veneziani li vendevano alla corte di Pavia; una notevole diffusione del tappeto nei paesi dell’Europa Orientale si verifica dal sec. XIV al sec. XVII con l’invasione turca. Dopo il cinquecento, presso gli occidentali si affievolisce l’interesse per i manufatti esotici: fu dopo la grande esposizione tenuta a Vienna nel 1891 che gli europei tornarono con entusiasmo al tappeto orientale, subito seguiti dagli americani. Cosa che indusse i produttori a modificare le dimensioni, e, talvolta, anche i disegni e i colori: è a questo punto che l’arte cede il passo all’industria.

Segni e disegni tradizionali

Nell’ambito della tradizione orientale, la fantasia e la varietà dei disegni porta a poter distinguere con certezza addirittura il centro di produzione e l’epoca del manufatto. Ogni motivo ha infatti un significato particolare che si tramanda di generazione in generazione.

  • Per esempio, presso le popolazioni musulmane non si riproducono figure umane, ma solo alberi, fiori anche stilizzati e soggetti inanimati.
  • I tappeti persiani consentono la raffigurazione umana soltanto se si tratta di scene di caccia o trasposizioni di poesie.
  • Nei manufatti caucasici predominano i disegni geometrici, la figura umana, gli animali e i fiori.
  • La produzione dell’Asia centrale o del Turkistan ha una spiccata simpatia per la simmetria e la regolarità, tanto nella forma quanto nella disposizione.
  • Nell’Asia minore i tipi invece sono molto vari: disegni a linee spezzate, figure stilizzate. Spesso la decorazione è anche floreale, con derivazione persiana.

La produzione contemporanea talvolta riprende disegni del passato e riproduzioni di disegni d’archivio, fonte di grande ispirazione per i designer. Altre volte i tappeti sono invece interpretati come vere e proprie opere d’arte, con trame di ispirazione naturale, effetti camouflage, oppure motivi geometrici o patchwork di disegni totalmenti diversi.
Il decoro si ottiene anche giocando sulle diverse altezze del vello e sulla trama che può essere più o meno fitta per dare effetti tridimensionali. Una tecnica di tendenza prevede anche l’invecchiamento del manufatto, che permette di ottenere sfumature particolari.

Kalash Joya Ochre di Battilossi

Kalash Joya Ochre di Battilossi

Progettata in Italia e annodata a mano in Pakistan, in colori e dimensioni personalizzabili, la collezione Kalash di Battilossi (www.battilossi.com) prende ispirazione dai tappeti Verneh, tessuti nei secoli passati in stile Soumak, antica tecnica utilizzata per creare una superficie spessa e durevole. In pura lana di Ghazni, in una tavolozza cromatica variegata con effetto abrage (che conferisce un aspetto vissuto) e in tre diversi disegni – Joya (in foto), Kara, Venta -, ogni esemplare si caratterizza per una densa ripetitività di pattern. Prezzo a partire da 850 euro al mq + IVA.

Come capire se un tappeto è fatto a mano?

Un buon metodo per capire se il tappeto è realizzato a mano consiste nel tirarne i peli aprendoli verso l’esterno. Se è effettivamente annodato a mano, alla base di ogni filo ci deve essere un piccolo nodo. Si può valutare la qualità della realizzazione esaminandone il retro: deve essere simile a un ricamo, con gli stessi i colori della parte superiore.
I tappeti persiani poi hanno forma e dimensioni piuttosto fisse a seconda delle diverse provenienze, quindi incrociando i dati si può capire se l’esemplare è autentico. (Si ringrazia Navid Anayati di Tappeti.it per la consulenza)

Azilal di Casa Amar

Azilal di Casa Amar

Di lana naturale annodata a mano, con figure più o meno astratte e inserzioni di fili di cotone e di tessuti riciclati, ogni tappeto della collezione Azilal di Casa Amar (www.casaamar.it) è una vera e propria opera d’arte collettiva, poiché nasce dall’operato di una intera comunità di artigiane della provincia marocchina che dà il nome alla serie, le quali usano liberamente i colori e la simbologia tipica dei luoghi per esprimere la loro creatività e creare modelli unici, dagli abbinamenti cromatici infiniti. Prezzo a partire da 360 euro.

Il tappeto Kilim

Anche questa tipologia di tappeto, proveniente in particolare da Iran, Turchia, Cina ed Egitto, si inserisce nella tradizione orientale.

  • Originalmente la tessitura manuale veniva eseguita dalle popolazioni nomadi per ottenere un tessuto resistente da utilizzare anche per la copertura delle tende, per borse e sacche.
  • Questi manufatti sono facilmente riconoscibili per lo spessore ridotto (mediamente 0,5 cm) e per i disegni geometrici o stilizzati.
  • Nella sostanza, il telaio è quello che si usa per annodare, ma cambia la lavorazione. Invece di intrecciare un nodo alla volta, il filo di lana si muove in senso orizzontale e viene intrecciato all’ordito fino a quando serve quel colore. Quando nel disegno non è più necessario quel colore, allora il filo di lana viene tagliato. In questo modo si realizza  un esemplare piatto, senza spessore.
  • Oltre al Kilim, un altro modello tessuto a mano è il Soumak, privo delle fessure tipiche  del Kilim, perché con fili di trama supplementari.

I vantaggi del tappeto “fatto a macchina”

Sensibilmente più economici rispetto a quelli annodati a mano, i tappeti realizzati su telai meccanici sono inevitabilmente meno pregiati, ma la resa estetica può essere inaspettatamente ottima.

  • Un enorme telaio meccanico nel quale sono inserite migliaia di rocchetti di filo, seguendo un motivo fisso realizza in modo del tutto autonomo il tappeto. Misure e motivi sono standardizzati.
  • Successivamente i tappeti sono completati da bordi e in alcuni casi anche da frange (queste sono proprio cucite, ovviamente non fanno parte della struttura).
  • Le macchine più recenti consentono di stampare un disegno a colori elaborato al computer con un macchinario dotato di una tecnologia simile a una stampante a getto di inchiostro, che permette notevoli possibilità di personalizzare il risultato finale.
  • Un tipo particolare di telaio è detto “jacquard”: grazie alla movimentazione automatica dei singoli fili di ordito, si creano disegni più complessi.
  • Le larghezze di solito sono standard, ma si può intervenire sulla lunghezza, ottenendo una vasta gamma di misure.

I materiali dei tappeti

I materiali dei tappeti possono essere diversi: dalle più classiche e preziose lana e seta alle fibre naturali, fino alle materie prime sintetiche, economicamente più accessibili.

Lana e seta restano i materiali top per i tappeti annodati e taftati a mano. Resistenti e durevoli, hanno colori brillanti e stabili, ma sono piuttosto costosi. Esistono altre fibre naturali e sintetiche dai prezzi più accessibili, senza dimenticare i materiali di nuova generazione, molto performanti.

Tradizionalmente i materiali con cui sono annodati i tappeti sono lana e seta, e cotone per i kilim. A queste fibre naturali si aggiungono anche canapa, juta, sisal e viscosa. In alternativa, se si desidera un prodotto pratico, economico, che duri nel tempo e sia facile ma manutenere, conviene optare per le fibre sintetiche. I tappeti così realizzati risultano forse meno affascinanti, ma hanno comunque tanti vantaggi. Qualunque sia il materiale, il tappeto è comunque un complemento prezioso: capace di raccordare tutti gli elementi presenti nella stanza, sta bene in soggiorno, davanti al divano, in camera da letto e, nelle giuste dimensioni, anche nelle zone di passaggio, come corridoi e disimpegni.

Tappeti in fibre naturali

Lana
Sottile e soffice, è la materia base per la tessitura dei tappeti: si usa per vello, ordito e trama. In Asia, viene utilizzata di diverse origini, ognuna con sue caratteristiche. In Iran e nel Turkistan, per esempio, vive un curioso tipo di pecora dalla coda adiposa che forma una specie di fiocco: la sua lana è finissima e molto resistente. Nel territorio del Kirman, sempre in Iran, capre bianchissime danno una lana lucida. In Anatolia esiste invece una pecora che sin dall’antichità aveva fama per la finezza della sua lana. I tappeti dell’Asia centrale sono realizzati con molta lana di capra. Talvolta viene adoperata anche la lana di cammello, da sola o mescolata. Una lana molto pregiata, utilizzata oggi, è quella della Nuova Zelanda.

Seta
Si usa per l’ordito, la trama e il vello dei modelli orientali più raffinati come Ghom e Nain. Si raggiunge il massimo della sontuosità quando nelle trame si inseriscono fili d’oro e d’argento, che rimangono a vista.

  • Esistono manufatti dalla superficie in lana, con la trama e l’ordito in seta: l’accoppiamento dei due materiali rende possibile un’annodatura più fitta.
  • Ben diversa è la seta sintetica, ovviamente meno pregiata e anche meno durevole.

Cotone
Grazie alla sua resistenza, il cotone è senz’altro adatto per realizzare l’armatura dei tappeti, cioè l’ordito e la trama, ma non il vello, perché a contatto con l’umidità tende ad arricciarsi. Inoltre, se tinto, non dà la resa voluta perché non assorbe con efficacia il colore, per cui è meglio utilizzarlo al naturale. È però particolarmente suggestivo nella produzione dei Kilim.

  • Gli esemplari dalla struttura in cotone risultano comunque piuttosto pesanti e rigidi, con una consistenza diversa da quelli con armatura in lana e in seta.

Canapa
Estratta dal corpo della “cannabis sativa”, una pianta di origine asiatica, oltre a essere resistente è apprezzata perché termoisolante e traspirante.

Juta e sisal
La prima è ricavata dalla macerazione della pianta omonima (del genere Corchorus), originaria dell’area mediterranea, biodegradabile, flessibile e molto resistente, perché composta da sostanze legnose. Il sisal deriva invece dalle foglie di un tipo di agave. Ha fibre grosse e corte, lignee, quindi non viene filato ma usato grezzo. È molto robusto.

Viscosa
A differenza delle altre fibre, è artificiale, ma su base naturale. Deriva infatti dalla polpa del legno (di diverse piante), ma per poterla estrarre viene sottoposta ad alcune fasi in cui è previsto l’uso di sostanze chimiche. Alla vista e al tatto risulta simile alla seta, molto morbida e con colori brillanti.

Tappeti sintetici

I principali filati sintetici, ciascuno con le sue caratteristiche, hanno in realtà numerosi aspetti in comune, tra cui quello di poter essere sfruttati anche in esterno.

Poliammide

Si tratta di quello che normalmente chiamiamo nylon. Permette di ottenere fibre morbide e lucide, facilmente lavorabili e dotate di grande resistenza.

Poliestere

Deriva dall’acido carbonico. È alla base del Pet. Molto stabile e non particolarmente elastico, è robusto e in grado di tenere la piega, in più è particolarmente resistente agli strappi e all’umidità. Si colora facilmente e il colore si mantiene nel tempo.

Polipropilene

Derivato dal gas propano, viene usato sia da solo, sia abbinato ad altre fibre. Questi filati sono piuttosto sottili. Dotati di tensione superficiale, risultano naturalmente quasi impermeabili. Inoltre, sono piuttosto durevoli e resistenti, oltre che con un certo potere isolante.

Poliestere

Da sempre molto utilizzato sia nel campo della moda sia dell’arredo, si può usare da solo, ma rende moltissimo insieme alla lana, con cui condivide le caratteristiche fisiche: entrambi sono morbidi e caldi. Inoltre, resiste bene alla luce del sole.

Tappeti da esterno: in plastica, impermeabili e lavabili in un attimo

Dall’inaspettato valore decorativo, i tappeti in plastica, come quelli tessili, oltre a definire all’interno della stanza differenti aree funzionali, possono anche svolgere alla perfezione il ruolo di raccordo tra diversi elementi d’arredo, laddove magari manchi un trait d’union d’effetto. Come per i modelli tradizionali, non si può certo prescindere dalla loro “ideale” collocazione: posti sotto al tavolo, rendono più accogliente e pratica la zona pranzo, mentre al centro di due o più imbottiti ritagliano lo spazio dedicato al relax, personalizzando l’ambiente con il tocco caratterizzante che ne contraddistingue il design. Ma, proposti in una grande varietà di fantasie e colori, i tappeti in plastica possono soprattutto essere anche da esterno, ampliandone di gran lunga le possibilità di applicazione, con l’innegabile risvolto pratico dell’impermeabilità e della facile igienizzazione, che si rivelano un plus insostituibile. 

Hula Hoop di GTdesign

Hula Hoop di G.T.Design

Hula Hoop (design Deanna Comellini) di G.T.Design (www.gtdesign.it) è una collezione di tappeti in & outdoor dalle forme diverse (circolari e ovali) e dalle texture a coste, ispirata ai giochi spensierati nelle giornate all’aperto. Realizzato a mano con un filato tecnico atossico ad alte prestazioni, ogni modello è sviluppato per resistere all’usura, allo sbiadimento del colore dalla luce del sole, ai danni degli agenti atmosferici e alla contaminazione batterica. Prezzo 420 euro al mq.

Tappeti colorati  

Tinture naturali
Uno dei pregi maggiori dei tappeti annodati a mano o taftati sta nell’armoniosa fusione delle tinte, che si ottiene soltanto con i colori di origine naturale, cioè vegetali, animali e minerali.

  • Il rosso, per esempio, si estrae dalla robbia tintoria, pianta molto comune in tutto l’Oriente, la cui radice dona un rosso mattone che varia di gradazione secondo il luogo di provenienza. Il carminio si ricava dalla cocciniglia, dal succo di ciliegia, nonché dai petali di alcuni fiori.
  • Il giallo rossastro si ottiene dallo zafferano selvatico, mentre dallo zafferano domestico si ricava il giallo puro; la sua sfumatura chiara si ottiene dalla distillazione della radice di curcuma.
  • L’azzurro deriva dalla fermentazione delle foglie di indaco (Indigofera tinctoria), usato anche dagli antichi Egizi, che cresce in Cina e in India.
  • Il verde si estrae, oltre che da un’infinita varietà di foglie, dal mallo delle noci.
  • Il nero si ricava dall’ossido di ferro.

Diluiti e miscelati
A partire da queste tinte base si ottengono tutte le altre e le diverse sfumature in aggiunta al bianco dato dalla lana naturale; per avere alcune tonalità bruno rossastre si utilizza la lana di cammello.

I coloranti sintetici
L’uso delle tinture sintetiche viene adottato verso la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Tra le più affidabili ci sono quelle cosiddette al cromo. Resistono anche al sole e ai lavaggi ed esistono in moltissime tonalità.

Come deve essere il tappeto del soggiorno?

La posizione più abituale per il tappeto in soggiorno è nella zona conversazione, davanti al divano e alle poltrone.  I due piedini anteriori degli imbottiti possono così poggiare sul tappeto oppure quest’ultimo (più o meno grande a seconda dei casi) può ospitare l’intero salotto, definendone lo spazio. Per agevolare le pulizie, però, una soluzione pratica e gradevole prevede che sul tappeto si appoggi il solo tavolino. A tal fine alcuni modelli possono essere anche realizzati su misura.

Come deve essere il tappeto rispetto al divano?

Se da un punto di vista estetico è importante che divano e tappeto variegato abbiano almeno un colore in comune, è fondamentale anche considerare le dimensioni di entrambi. Partendo sempre dal concetto che è meglio un tappeto un po’ più grande piuttosto che troppo piccolo, quando questo viene sistemato fra due divani opposti deve riempire interamente lo spazio intermedio. Se sborda ai lati non è un problema, si può anche inserirlo sotto i piedini. Nel caso di una composizione angolare, la misura ottimale è quella che chiude il perimetro allineandosi ai lati esterni delle sedute.

Il modello giusto dovrebbe avere il lato più lungo di una ventina di centimetri rispetto alla larghezza totale dell’imbottito, in modo da definire bene lo spazio antistante, che può essere completato poi con una poltrona, un tavolino o un pouf.

Tappeti più piccoli possono essere accostati o persino sovrapposti per creare un originale effetto patchwork. Attenzione però, in questo caso, ai diversi spessori: meglio scegliere prodotti omogenei da questo punto di vista. Oppure, i tappeti più piccoli possono essere scelti per valorizzare un arredo o un elemento in particolare, come il camino o un cassettone.

Se il divano è angolare, meglio abbondare con le dimensioni del tappeto: eventualmente può stare qualche centimetro sotto l’imbottito, piuttosto che essere troppo piccolo e lasciare troppa superficie libera tutto intorno.

Al centro, quando si può: un’altra possibilità è optare per un modello maxi, che copra praticamente tutto il pavimento, come ad esempio la moquette. Le fasce di superficie vuote intorno non devono superare i 90 cm per evitare la sensazione che il tappeto “scompaia”. Occorre fare attenzione anche a porte e portefinestre, in modo che non ne ostacoli l’apertura.

Quanto costa un tappeto da salotto?

I tappeti vestono ogni ambiente, aggiungendo colore e personalità. Con un’ampia possibilità di scelta, da quelli fatti a mano ai più contemporanei, in materiali tradizionali o hi tech, i tappeti possono essere scelti in una vastissima gamma di proposte, diverse non solo dal punto di vista estetico, ma anche di spesa. Per individuare quello più adatto alle proprie esigenze, da sistemare in soggiorno, ma anche in camera da letto o in una zona di passaggio, conviene allora conoscerli più da vicino, cercando di addentrarsi nelle varie tecniche di fabbricazione. Queste, infatti, dalle più basic alle più ricercate, insieme ai diversi materiali, sono le variabili più importanti che incidono poi anche sul prezzo finale del prodotto. Che può variare da poche decine di euro fino a cifre ben più consistenti, a seconda delle dimensioni e soprattutto delle materie prime e delle tecniche.

Tappeto per definire la zona pranzo

Il tappeto nella zona pranzo, per essere comodo ed esteticamente apprezzabile, deve avere in primis due caratteristiche:

  • essere più grande della superficie occupata da tavolo e sedie, comprensiva dello spazio che serve per scostare queste ultime dal piano per alzarsi; la misura ideale è quella uguale al top del tavolo, per non rendere difficoltosi i movimenti delle sedie, oppure decisamente più grande, così da includere l’ingombro delle sedute: l’importante è che non resti a metà.
  • essere in materiali facilmente lavabili: se il tappeto non è particolarmente pregiato ed è fatto di un tessuto poco sporchevole, è una scelta percorribile e anche piuttosto decorativa. 
  • Per quanto riguarda il colore, poi, come per ogni altro elemento tessile, il tappeto può essere o di colore neutro o in tinte già presenti nell’arredo o nelle finiture a parete (pittura o tappezzeria), specie se si tratta di toni accesi e visivamente “importanti”. 

Tappeto in camera da letto

Anche in una camera di dimensioni standard si può optare per un tappeto grande, sopra al quale collocare il letto, escludendo i comodini e la parte vicina alla testata, in modo da privilegiare la zona in fondo al letto.

Un classico, tra l’altro di grande comfort, è sistemare piccoli tappeti ai lati del letto, mentre una scelta maggiormente decorativa opta per un tappeto ai piedi del letto, su cui, se c’è spazio sufficiente, si possa sistemare una panca.

Tappeto come scendiletto

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Porto di Bella Vita

Tappeto ai piedi del letto

Intensa di Instabilelab

Intensa di Instabilelab

Intensa di Instabilelab (www.instabilelab.com), dal sapore romantico e delicato, propone una costellazione floreale in colori tenui e rilassanti. Disponibile anche in versione quadrata e in più dimensioni, può essere abbinato alla carta da parati con lo stesso disegno del catalogo Remember Me. Prezzo a partire da 920 euro.

Tappeti nelle zone di passaggio

Le passatoie che sottolineano ingresso, corridoio e zone di collegamento tra le stanze sono una scelta classica, da seguire con modelli tradizionali o più contemporanei (in materiali sia naturali sia sintetici).

  • In ogni caso, è bene privilegiare prodotti robusti, dato l’utilizzo.
  • Se si devono adattare tappeti che si possiedono già, ma che non sono della lunghezza sufficiente, si può provare a sovrapporne due o tre.

Nell’ingresso, anche un modello rotondo può essere un’opzione pratica, oltre che esteticamente azzeccata: non intralcia i movimenti delle porte e visivamente dilata anche gli spazi. Richiede però un diametro adeguato, perché se è troppo piccolo si rischia di ottenere un effetto antiestetico.

Tappeti piccoli

Sono adatti per valorizzare angoli o punti focali di un ambiente e mettono in evidenza singoli pezzi d’arredamento. Stanno bene anche sistemati in diagonale, perché spesso così riempiono meglio lo spazio a terra.

Tyger!Tyger! di Perennials & Sutherland

Tyger!Tyger! di Perennials and Sutherland

Tyger!Tyger! (design Rose Tarlow) di Perennials and Sutherland (www.www.perennialsandsutherland.com) rilegge in chiave grafica il profilo di una pelle di tigre. Tessuto con filato acrilico 100% tinto in massa, risulta così resistente all’utilizzo quotidiano, oltre che allo sbiadimento, alla muffa e ai raggi UV, ed è di facile manutenzione. Prezzo su richiesta.

Perché non appendere il tappeto?

Esposti alle pareti, come gli arazzi, i tappeti hanno molto fascino.

  • Impiegarli in questo modo, non solo serve a decorare e a valorizzare la stanza, ma può anche essere utile per preservare tappeti antichi che si rovinerebbero con il calpestio.
  • È abbastanza consueto anche usarli in sostituzione della testiera del letto. In questa soluzione, va considerata soprattutto la larghezza: perché la composizione risulti armoniosa, la dimensione deve essere pari alla base del letto o anche un po’ di più.

Tappeti a parete: i murales di tessuto

Servono idee originali per decorare le pareti? Una può essere ricorrere ai tappeti e usarli in un modo inconsueto, cioè appesi in verticale, anziché a terra. In questo modo anche i più delicati, perché in seta o antichi, potranno essere sfruttati senza la preoccupazione che il calpestio li danneggi.

I tappeti da parete possono essere usati come testiera per decorare il muro dietro il letto, oppure per identificare un nucleo visivo in un ambiente di grandi dimensioni, per caratterizzare l’ingresso e accogliere gli ospiti fra i colori, per dare personalità a un corridoio altrimenti anonimo; i modi di utilizzo possono essere innumerevoli e le tecniche per appenderli semplici.

Fondamentale è conoscere il peso del tappeto per decidere quale sostegno sia il più appropriato, ovvero se semplici chiodi (o listelli chiodati) oppure barre di legno (o di altri materiali) su cui infilare le estremità dopo aver cucito un passante e aver applicato un cordoncino per l’appensione. In funzione della dimensione e del materiale del tappeto, oltre che della tipologia di parete su cui andrà appeso (se di muratura o cartongesso, ad esempio), si potrà dare il via a un nuovo tipo di decorazione della propria casa, magari mixando anche tessuti da dipingere con il fai da te.

Abbinamenti arredo e tappeti: le giuste combinazioni di colore

Come scegliere il modello più adatto, i colori più intonati o assolutamente sorprendenti e le forme in armonia con gli arredi della stanza? Se si tratta di un acquisto è più facile, mentre se si deve ambientare un modello già in casa bisogna giocare d’astuzia.

Tappeti in tinta unita

  • Colori pastello delicati
    Se si amano i colori pieni, è meglio scegliere una sfumatura chiara, che non crei una macchia troppo definita sul pavimento, a meno che non si desideri, con il tappeto, delineare con chiarezza uno spazio o una funzione. In base agli arredi si può giocare con le stesse nuance, oppure creare una palette cromatica introducendo un colore in più, che stacchi dal resto.
  • Sfumature dégradé
    Perché non osare con una tinta forte? Soprattutto se c’è la possibilità di sceglierla sfumata (quando il tappeto sia antico) oppure se la lavorazione ha un effetto délavé.
    I colori primari (giallo, rosso e blu) vanno bene nella stanza dei bambini, davanti al letto o sotto alla scrivania, per accompagnare i giochi o lo studio. Da non dimenticare però che le tinte unite sono più facili a sporcarsi, se chiare.

Geometrie tessili

  • Astrazioni a tratti precisi
    Il risultato può essere scenografico, perché dà colore e definisce uno spazio funzionale. Uno o più colori del tappeto possono poi essere declinati nei rivestimenti di sedie e imbottiti.
  • Abbinamenti soft
    Righe e tratti grafici possono essere realizzati in trama, utilizzando una tinta a contrasto con il fondo, anche in un materiale diverso per un effetto 3D particolarmente originale e attuale. Un tappeto di questa tipologia sta bene con arredi moderni, sottolineandone lo stile contemporaneo.

Camouflage

  • Tono su tono
    Da lontano si percepisce solo una differenza di luminosità, in realtà disegni e motivi sono lavorati in trama con spessori o materiali differenti. Molto simili a quelli in tinta unita, questi tappeti sono perfetti per creare uno stacco nell’ambiente, senza cambiare un’atmosfera che giochi su un colore solo. Inoltre, sono perfettamente abbinabili a mobili d’epoca o ad arredi moderni: si tratta infatti di passepartout che stanno sempre bene.
  • Trame optical
    Anche il bianco e nero, se lavorato a motivi fitti o con una sola tinta in più nuance, ma sempre a micro-disegni, crea un pattern da scoprire da vicino: in questo caso, perfetto da accostare a un arredamento in stile contemporaneo.

Tappeti rotondi per evidenziare “un’isola” d’arredo

Un tappeto rotondo, in qualsiasi versione lo si scelga crea una zona privilegiata in ogni ambiente della casa.

La forma rotonda o ovale trasforma infatti il tappeto in un elemento d’arredo dominante, anche quando sia in tinta unita. I modelli fantasia diventano estremamente scenografici, veri protagonisti. E a differenza dei più tradizionali rettangolari, in questa dimensione possono diventare ironici e giocosi.
Posizionati al centro o meno della stanza, calamitano l’attenzione e mettono l’accento “sull’isola arredata” che cerchio o ovale definiscono. I modelli di dimensioni contenute si accostano bene uno all’altro, per vestire il pavimento dando vita a composizioni personalizzate. 
Qualora l’elemento tessile sia multicolor è bene puntare su un arredamento cromaticamente e matericamente uniforme, visivamente leggero, come quello in policarbonato o in vetro trasparente, oppure su strutture esili e lineari. In alternativa, si ottiene un bel risultato anche con pezzi in laccato (vetro, legno, metallo) o in plastica che riprendano però una delle tinte del tappeto, così da ottenere una composizione cromatica coerente ed equilibrata.

Tricot di Paola Lenti (foto Sergio Chimenti)

Tricot di Paola Lenti (foto Sergio Chimenti)

Il tappeto per indoor Tricot della collezione Mottainai di Paola Lenti (www.paolalenti.it) è realizzato con una fitta maglia mélange, dal risultato estetico molto simile a quello della lavorazione di certi maglioni e coperte, da cui appunto eredita il nome. Viene prodotto con una maglia tubolare, le cui sfumature sono ottenute mescolando gli avanzi dei filati utilizzati per i tessuti e per i materiali per esterni del marchio. Prezzo 740 euro al mq.

Ispirazione tappeti orientali

Anche in una casa di gusto contemporaneo si inseriscono alla perfezione i tappeti orientali, o quelli ad essi ispirati, che rendono l’atmosfera preziosa, calda e accogliente, e riescono nel contempo a definire le zone funzionali all’interno di uno stesso ambiente.

Quelli originali, annodati a mano, sono classificati in base al luogo di provenienza o al gruppo etnico, che ne determina le peculiarità. Accanto a questi, ci sono tappeti realizzati con telai meccanici, sempre di buona qualità. Sono perfetti in un soggiorno di grandi dimensioni o nella zona pranzo, specie se l’insieme ha diversi dettagli riferiti a uno stile tradizionale.

Effetto patchwork

Punto di partenza stilistico dei modelli dall’effetto patchwork sono i tappeti classici, se non addirittura antichi, che vengono scoloriti, tagliati, ridipinti e ricuciti a mano fino a diventare un nuovo manufatto. I colori in questo caso sono spesso vegetali, sia nelle gradazioni più intense e attuali, con largo uso di rosso e viola, sia in quelle più fredde e delicate. 

Tappeti di design: opere d’arte per interni

I tappeti a firma di progettisti famosi, pregiati come opere d’arte e lavorati a mano quasi come pezzi unici, danno carattere anche all’ambiente più spento.

Tessuti e tappeti da sempre infatti si rivelano fedeli alleati nella definizione degli ultimi decisivi dettagli negli spazi domestici, grazie a trame materiche e ad abbinamenti cromatici che riescono a valorizzare al meglio la stanza e i mobili presenti. Aggiunte di stile che esaltano l’arredamento o al contrario lo assecondano in modo apparentemente silente, a seconda che si decida per abbinamenti in assonanza o meno con il resto.

A maggior ragione quando si opta per i cosiddetti tappeti di design, progettati da firme prestigiose per i produttori più rinomati: sono infatti oggetti nati da idee di concezione articolata – che si ispirano alla natura, ai paesaggi artificiali, a epoche lontane o all’astrattismo… – e sono ottenuti con lavorazioni ricercate, che riescono con l’espressività del disegno e la qualità sensoriale a trasformare anche totalmente lo spazio in cui si inseriscono.

Sia che evochino stilemi del passato, attraverso sofisticate riletture in chiave contemporanea, sia che siano del tutto votati alla modernità, questi tappeti si distinguono per l’originalità del disegno e per i variegati effetti estetici: alternanza di opacità e lucentezza, costruzione delle superfici come veri e propri paesaggi orografici con altimetrie differenti, inserzioni di materiali inediti come i fili metallici o le fibre plastiche, abrasioni…

Il risultato sono quasi dei pezzi unici, il più delle volte lavorati a mano sfruttando lana e seta naturali, pregiati come opere d’arte, che possono essere d’aiuto nella caratterizzazione di uno spazio: perfetti nella zona giorno se di ampie dimensioni – anche se sempre più spesso si tende a mescolare più pezzi di differenti misure e stili –, adatti all’area notte o alle stanze dedicate allo studio e agli ospiti se al contrario sono meno estesi, i tappeti di design possono essere un buon investimento, duraturo nel tempo. Che concorre con immediatezza al consolidamento dello stile o al contrario a portare un tocco di originalità a un insieme un po’ spento. In particolare quando – come vuole una delle più recenti tendenze – al tappeto possono essere abbinate piccole collezioni di mobili disegnati ad hoc per interagire tridimensionalmente con la sua superficie colorata.

Il tappeto di design è un complemento importante nella definizione di un ambiente domestico (e non) e può trasformare il carattere di una stanza al pari dell’arredamento o dei rivestimenti. Come qualsiasi altro tessile, la sua forza risiede nelle lavorazioni e nella colorazione delle materie prime, seppure in questo caso notevolmente amplificate e reinterpretate dal lavoro creativo di designer e artisti. Date dunque queste potenzialità espressive, come sceglierne uno adatto alla nostra casa e soprattutto come inserirlo in un appartamento già definito da un proprio stile? Ecco qualche regola, con i suggerimenti di una designer e di una esperta di prodotto.

La scelta di un tappeto di design

Al pari di tutti gli altri tappeti, la prima cosa da valutare, quando ci si orienti su un prodotto di design e quindi fortemente connotato dal punto di vista espressivo, è la dimensione. Lo spazio nel suo insieme va studiato e ugualmente si deve considerare il posto ove si intenda collocare il tappeto. Quest’ultimo non deve essere troppo grande, se il locale è di dimensioni ridotte – a meno che si voglia ottenere un effetto “moquette” sull’intera superficie –, ma neppure troppo piccolo, per non sminuirlo. Altro fattore da tenere a mente è la disposizione degli arredi, che possono essere esaltati dalla presenza di un tappeto di design ma nel contempo anche ridurne la percezione, se di dimensioni importanti. Esemplari in tal senso le sedute imbottite: un tappeto, armonicamente selezionato dal punto di vista dimensionale, riesce a definire una zona conversazione con poltrone e divano molto più di qualsiasi altra partizione fisica verticale. Se però gli imbottiti coprono praticamente tutto il vello, l’effetto sparisce e non si percepiscono trame e disegni: tanto vale allora optare per un prodotto meno pregiato e magari privo di disegni e a tinta unita.

La dimensione fisica dell’oggetto è importante”, spiega infatti  Deanna Comellini, direttrice creativa di G.T.Design, marchio specializzato in tappeti contemporanei. “Importante quanto la sua relazione all’interno dell’ambiente che lo circonda, per cui è necessario ricercare una coerenza tra le visioni. In generale la cosa più importante mi sembra quella di riuscire a creare il giusto equilibrio, cercando l’eleganza anche nei progetti più complessi.”

La forza espressiva di un tappeto contemporaneo

Ogni tappeto di design è quasi un piccolo mondo, concentrato in un sottile eppure profondo strato tessile. Disegni, palette cromatiche, variazioni di spessori trasformano la bidimensionalità in forza espressiva. Importante allora trovare il giusto bilanciamento con lo stile dell’arredamento, giocando a piacere per assonanza o per contrapposizione, proprio come in un’opera creativa.

Nexteos di Giovanardi

Nexteos di Giovanardi

I tappeti della collezione Nexteos di Giovanardi (nexteos.it) in filato acrilico riclato Raytent, prodotti dalla tessitura artigianale sarda Mariantonia Urru, sono morbidi e piacevoli al tatto e performanti: non assorbono l’acqua e non scoloriscono al sole. Prezzo 563,65 euro.

Tappeti di design e arredamento moderno o classico

Se lo stile di una stanza è moderno può essere interessante scegliere un tappeto contemporaneo che rilegga le decorazioni della tradizione, così come un modello dal carattere decisamente grafico, dalle ampie campiture accese. Nulla vieta tuttavia di optare per l’effetto contrario: via libera allora alla declinazione armonica delle tinte, magari optando semplicemente per una matericità maggiore delle fibre e della loro lavorazione. In tal caso sarà la luce dell’ambiente a dare spessore al tappeto e a dare gradevolezza all’insieme.

Una scelta questa seconda che può risultare interessante anche in caso di arredamento classico o in stile: armonia cromatica del tappeto con le finiture e le essenze lignee, al fine di valorizzare i mobili importanti con la pulizia formale del tessile e con decorazioni lievi, meglio se tono su tono. Senza dimenticare tuttavia che gli obiettivi devono essere sempre l’emozione (“lo spazio deve essere la traduzione di un momento, trasmettere una sensazione”, sempre secondo Elisa Ossino) e il piacere di chi vive questo ambiente quotidianamente o lo scopre per la prima volta.

Una volta compiuta la scelta, avremo così un’isola morbida ed elegante, capace di trasformare l’intero spazio domestico. “Il mio consiglio”, conclude infatti Deanna Comellini, “è di pensare ai tappeti come se fossero delle aree verdi all’interno della casa, come luoghi di ristoro, di svago e di rigenerazione dell’ambiente, usando perciò lo sguardo dell’urbanista. Questo sguardo nuovo estenderebbe la visione del tappeto da semplice ‘complemento d’arredo’ ad ‘area di spazio essenziale’, e la visione della casa da luogo circoscritto a luogo concepito nel suo ambiente circostante.”

Nuovi tappeti: classici, new classic o moderni

Il tappeto deve prima di tutto avere la dimensione giusta a seconda dello spazio in cui va inserito e della funzione che deve assolvere: definire la zona conversazione o pranzo, l’angolo lettura, creare una passatoia nel corridoio… Per la scelta dei colori, va ricordato che nell’ambiente sta bene uno stacco cromatico, purché non si ecceda con il numero delle tinte.

Il colore del tappeto può essere scelto per contrasto con le tinte presenti nell’ambiente oppure per abbinamento (uguale o tono su tono); uno stacco cromatico sta bene ma bisogna fare attenzione a non eccedere con una pluralità di colori. Quanto alle misure, devono dipendere ovviamente dalle dimensioni della stanza e della zona che si vuole arredare con il tappeto. Nel definire la zona conversazione il tappeto deve misurare almeno quanto il divano; per la zona pranzo deve essere circa un metro più largo rispetto alla posizione delle sedie; nell’angolo lettura, per un buon effetto, deve poter circoscrivere lo spazio occupato dalla poltrona, da un’eventuale lampada da terra e da un probabile portariviste, e avere intorno un raggio sufficiente; nel corridoio, una passatoia deve essere larga almeno 80 cm, ma non essere mai troppo piccola rispetto allo spazio libero.

Quanto allo stile, se l’antico tappeto persiano che fa casa tradizionale non fa per voi, potete anche sceglierne una versione attualizzata, di gusto classico, ma grintoso e innovativo, che armonizza anche con gli arredi vintage o che può “scaldare” i pezzi dal design contemporaneo. I “nuovi” tappeti classici rielaborano i decori della tradizione e li reinventano rinnovandoli per mezzo di colori insoliti e lavorazioni tecnologiche. Alcuni sono così scenografici da arredare l’ambiente anche da soli, diventando i protagonisti indiscussi del living.

CoDeco (design Marcante Testa) di Carpet Edition (foto Mattia Aquila)

CoDeco di Carpet Edition (foto Mattia Aquila)

La collezione CoDeco (design Marcante Testa) di Carpet Edition (www.carpetedition.com) include diversi modelli in più forme geometriche, tutti denotati da una cornice con motivi geometrici ripetitivi. Ispirato agli antichi tappeti, in cui veniva così rappresentata la dimensione umana e quella del tempo reale, il disegno è riproposto in chiave contemporanea, studiato per esaltare gli arredi circostanti. Prezzo a partire da 3.584,36 euro.

Le tecniche dei tappeti moderni

Con motivi geometrici e disegni stilizzati, i tappeti contemporanei sono spesso personalizzabili e disponibili su misura. In un’ampia varietà di colori, materiali e, naturalmente, di prezzi, possono essere realizzati in più modi.

  • Annodati a mano (con la stessa tecnica utilizzata per i tappeti persiani), e in genere in lana e seta, con base in cotone.
  • Taftati a mano, cioè prodotti con una tecnica semi-manuale, che prevede l’utilizzo di una rete di cotone sulla quale vengono “sparati” con una sorta di pistola ad aria compressa i ciuffi del vello, perlopiù in lana, ma anche di altri materiali, come seta e lino.
  • Tessuti con telaio meccanico, in questo caso spesso si impiegano fibre sintetiche, che permettono di ottenere prodotti con costi anche molto contenuti, ma con un’estetica varia e gradevole.

Le differenze di prezzo sono dovute principalmente alla qualità del filato impiegato, alla tecnica di lavorazione – che richiede tempi di esecuzione differenti – e alla complessità del disegno.

Come ottenere i disegni sui tappeti moderni

Nei modelli annodati si procede per piccole porzioni facendo riferimento ai cosiddetti “cartoni”: cartamodelli di carta millimetrata disegnati a mano, che guidano il lavoro dell’annodatore. In quelli taftati, sulla rete di cotone che fa da base al tappeto si riportano con un pennarello le fantasie in dimensione reale, assegnando alle diverse parti del disegno un codice colore. Nel caso dei telai meccanici esistono invece dispositivi computerizzati.

 

Manutenzione del tappeto, per farlo rimanere bello a lungo

Specialmente se si tratta di un esemplare unico annodato a mano o taftato, bisogna trattarlo con cura perché duri a lungo nel tempo.

Ecco le regole da seguire:

  • non usare il battitappeto
  • aspirare con l’aspirapolvere a potenza bassa almeno una volta alla settimana (ovviamente questa è la media, molto dipende dall’uso che se ne fa, se ci sono animali in casa o se la zona è di passaggio)
  • nel periodo estivo non occorre arrotolarlo e nasconderlo (nel caso, comunque, non va mai piegato, ma arrotolato, poiché le pieghe rischiano di danneggiarne il dorso)
  • non strappare le frange allentate, se proprio necessario meglio tagliarle
  • evitare segnarne la superficie appoggiandovi sopra mobili pesanti
  • Prevedere una pulizia profonda ogni 3-4 anni, rivolgendosi a una ditta specializzata.

Macchie sul tappeto, che fare

La caduta accidentale di alimenti e bevande non è un dramma, basta provvedere il prima possibile, seguendo gli step di seguito:

  • asportare eventuali residui evitando di espandere il materiale sulla superficie
  • passare una spugna ben strizzata procedendo dall’esterno verso l’interno per non espandere la macchia
  • iniziare con acqua pura, se non basta usare un detergente (qualsiasi prodotto specifico per lana/cotone) diluito in acqua in proporzione 3 a 1 e lasciare asciugare all’aria: è proprio l’umidità infatti a creare i maggiori danni
  • nel caso di sostanze particolari, usare rimedi specifici: cera, lasciarla indurire e provare a rimuoverla con le dita, se no strofinare con un cubetto di ghiaccio messo in un sacchetto (per non bagnare il tappeto); Lo stesso procedimento vale per la gomma da masticare; caffè, diluire un detergente neutro in acqua gasata (1 a 3), vino rosso, coprire l’alone con sale grosso e lasciarlo agire per un’ora, poi aspirare e passare con una spugna umida.

I materiali sintetici, anche se meno affascinanti di quelli naturali, hanno alcuni plus da non sottovalutare. Si lavano con una passata di spugna, sono comunque meno sensibili allo sporco e possono essere sottoposti a trattamenti specifici. Inoltre, alcuni sono adatti per resistere alle intemperie, quindi perfetti anche all’esterno.

 

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