Contenuti trattati
Lo stile japandi nasce dall’incontro tra la sobrietà funzionale del design scandinavo e la misura estetica del Giappone. È una grammatica dell’arredo che predilige proporzioni equilibrate, superfici naturali e oggetti scelti per la bellezza discreta e la durata.
Il risultato? Ambienti che accolgono, rassicurano e invitano a rallentare. Non è solo una questione di look: è un modo di vivere la casa che privilegia il naturale, il funzionale e il semplice, senza mai scivolare nella freddezza.

Cucina Japandi: superfici chiare, tavolo rotondo in legno e sedute leggere (di Kave Home, kavehome.com).
Lo stile giapponese e il mood nordico
Capire lo stile Japandi significa osservare i due mondi che lo compongono. È proprio la fusione di queste due tradizioni a rendere il Japandi un linguaggio universale, capace di adattarsi ad appartamenti di città come a case immerse nel verde.
Dallo stile giapponese eredita:
- la filosofia wabi-sabi (da cui deriva la tecnica del kintsugi);
- l’uso di mobili bassi e proporzioni orizzontali
- il rapporto con la natura, tra piante d’appartamento e materiali grezzi
- l’essenzialità delle forme, spesso geometriche
Dal design scandinavo prende invece:
- l’amore per la luce naturale, che viene amplificata con colori neutri
- il calore dei tessuti morbidi e dei legni chiari
- la funzionalità degli arredi, che devono essere pratici prima di tutto
- un’idea di comfort quotidiano, mai solo estetico

La zona pranzo, fra la cucina e il salotto, è arredata con tavolo in legno chiaro circolare per favorire la condivisione e la convivialità. Vi sono abbinate confortevoli poltroncine imbottite e una sospensione con tre bracci che diffonde una luce calda. Prevalgono tonalità riposanti, con evidenti richiami naturali grazie alla presenza di piante e alla carta da parati che riproduce un paesaggio. Progetto: Lascia La Scia, Milano – http://www.lascialascia.com– Foto: Studio Roy – Styling Lidia Elisa Covello. Per vedere tutta la casa clicca qui
Perché scegliere lo stile Japandi
In un mondo che corre, il Japandi è la risposta a chi cerca spazi calmi e coerenti. È ideale per chi desidera un interno che parli di essenzialità senza risultare austero. La sua forza sta nel trovare equilibrio tra due tradizioni diverse: il rigore nordico e la delicatezza orientale. Il risultato:
- ambienti sobri ma accoglienti, mai impersonali
- arredi che invecchiano bene, raccontando la loro storia
- una casa ordinata che appare comunque calda e vissuta

Forme morbide e tessuti naturali per l’angolo conversazione arredato con mobili e un tappeto materico di Maisons du Monde, http://www.maisonsdumonde.com.
Minimal rivisitato
Il Japandi non è un “minimalismo estremo” ma si basa su una selezione consapevole. Si punta a ridurre, certo, ma senza sacrificare comfort e morbidezza visiva. In particolare, la riduzione selettiva privilegia anche un solo mobile ben fatto piuttosto che dieci accessori anonimi. La passione per i dettagli artigianali e le texture tattili rendono più vissuti anche gli arredi dal design lineare. Alla base ci sono molti riferimenti al Wabi-sabi, la filosofia orientale che insegna a trovare la bellezza nelle piccole imperfezioni.
Wabi-sabi: la bellezza dell’imperfetto
Il concetto di wabi-sabi deriva dalla cultura giapponese e si fonda sull’accettazione del tempo che passa e delle tracce che lascia sugli oggetti. Una tazza scheggiata, una venatura marcata nel legno, un tessuto leggermente stropicciato: in questo linguaggio non sono difetti, ma qualità che rendono ogni pezzo unico. È questa visione che regala al Japandi quella sensazione di autenticità e calma che conquista al primo sguardo. Portare il wabi-sabi in casa significa accogliere:
- materiali naturali che mutano col tempo
- oggetti artigianali, anche imperfetti
- ambienti che raccontano storie invece di sembrare set fotografici

Camera con pareti dai colori tenui, mobili bassi e tessili naturali. Il pavimento è rivestito con piastrelle in gres di Marca Corona, http://www.marcacorona.it.
Errori comuni da evitare
Per non snaturare lo stile Japandi, meglio evitare alcuni scivoloni, come:
- riempire le stanze di soprammobili
- usare troppi colori accesi o superfici lucide
- inserire mobili fuori scala, troppo grandi o troppo pesanti
Palette e materiali
La palette Japandi è discreta, mai urlata. Si parte da toni neutri e caldi – sabbia, crema, grigio chiaro, tortora – e si aggiungono tocchi più intensi, come il verde salvia e il terracotta, con tocchi di nero.
I materiali che meglio sposano questo stile sono i legni chiari e medi come rovere e frassino con finiture naturali, la ceramica opaca con superfici irregolari, i tessuti in lino e cotone grezzi, i dettagli metallici bruniti o in ferro nero.

Bagno dal carattere sobrio: piastrelle opache in gres di Marca Corona (www.marcacorona.it) e mensole in legno.
Mobili e disposizione
In un ambiente arredato seguendo i principi di questo stile ogni arredo (e complemento) deve avere una funzione e occupare uno spazio preciso. I mobili sono bassi, proporzionati e leggeri alla vista. La loro disposizione non è mai casuale: il vuoto ha la stessa importanza del pieno, perché permette di “far respirare” la stanza e di valorizzare i pezzi presenti. In particolare gli arredi che funzionano sono:
- divani dalle forme compatte, con rivestimenti chiari e materici
- tavoli in legno chiaro
- librerie aperte che accolgono pochi oggetti scelti
- madie e panche che diventano anche contenitori

Zona pranzo con tavolo e panche in legno chiaro e dettagli neri di Mobili Fiver, http://www.mobilifiver.com.
Illuminazione e tessili
In questi interni la luce è protagonista: non deve semplicemente illuminare, ma accompagnare, disegnando atmosfere soffuse. Lampade in carta di riso, sospensioni leggere e paralumi in tessuto sono perfetti. Accanto a questa, anche la cosiddetta soft furniture, i complementi tessili, rivestono una grande importanza: ai tessili si chiede valenza tattile e per ottenerla sono un valido aiuto coperte intrecciate, tende leggere, tappeti a pelo basso.

Nel soggiorno con pareti e libreria verde salvia e divano chiaro due piccoli elementi a contrasto come i tavolini neri danno carattere senza sovraccaricare. Non soltanto la parete e gli scomparti inferiori del mobile sono tinteggiati a tutta altezza, ma nella stessa tonalità è verniciata anche la porta vetrata in ferro che chiude l’accesso al corridoio e dialoga con la carta da parati a tema botanico. Progetto: Cecilia Avogadro Architetto e Lupettatelier, Milano – ceciliaavogadro.com e lupettatelier.com – Foto: Cristina Galliena Bohmann – Styling: Francesca Martinez. Per vedere tutta la casa clicca qui
Come arredare piccoli spazi con lo stile Japandi
Uno dei segreti del successo del Japandi è che funziona ovunque, anche in pochi metri quadrati perché offre soluzioni che uniscono leggerezza visiva e praticità: arredi essenziali, colori luminosi e un unico elemento forte per dare carattere alla stanza. Ecco alcuni pezzi d’arredo da considerare per monolocali e bilocali:
- scaffalature aperte invece di armadi ingombranti
- tavoli estensibili e panche contenitore
- mobili bassi visivamente leggeri

La zona pranzo è arredata con un tavolo rotondo con gambe cilindriche in legno e sedie con seduta imbottita e struttura in metallo nero. È dipinta in nero anche la nicchia ad arco a destra, molto decorativa. L’arredo è completato da una madia bassa, nella stessa essenza del tavolo., mentre due vasi con fiori secchi aggiungono il tocco naturale tipico dello stile Japandi. Progetto: Archventil, http://www.archventil.com – Foto: Cristina Galliena Bohman – Styling: Deborah Piana Agostinetti e Marta Basalto. Per vedere tutta la casa clicca qui