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Conoscere la differenza tra colori primari e secondari è il primo passo per riuscire a padroneggiare il linguaggio cromatico con sapienza, evitando abbinamenti casuali e valorizzando la luce naturale, i materiali e lo stile di un interno.

Grigio, blu, ottanio, nero… nel progetto di questo soggiorno dell’arch. Laura Marchesi Laura Marchesi e Giorgio Osella, tomdesign. Foto: Barbara Corsico. Styling: Chiara Dal Canto. Clicca qui per vedere tutta la casa.
In ogni progetto, infatti, il colore non è semplice elemento decorativo, ma un vero e proprio strumento compositivo, capace di definire le proporzioni e modulare l’atmosfera di un ambiente.

Accostamento del rosso, del bianco e del blu per un’atmosfera marinara e gioiosa. Foto: Barbara Corsico. Progetto: SCEG Architetti (arch. Eirini Giannakopoulou – arch. Stefano Carera) https://www.sceg.it – IG: sceg_architetti. Clicca qui per vedere tutta la casa.
Quali sono i colori primari
I colori primari sono quelle tinte – rosso, blu e giallo – che non possono essere ottenute mescolando altri pigmenti: una sorta di “matrice” da cui si origina l’intero spettro cromatico.
Significato e utilizzo dei colori primari
Il rosso è il colore dell’energia e del fuoco, della passione e della tensione. Negli interni può essere utile per accentuare un arredo o una superficie, ma è indispensabile utilizzarlo con moderazione, poiché tende a dominare sul resto.
Il blu, tinta del cielo e dell’acqua, infonde calma e dà profondità, portando sensazione di quiete e di apertura, fisica e mentale: per questo, in tutte le sue variazioni, è ideale nella zona notte e nelle aree dedicate al relax.
Il giallo, simbolo di luce e di vitalità, è perfetto per ravvivare ambienti poco illuminati o per conferire calore ad ambientazioni neutre e minimali. Nelle sue declinazioni più acide aggiunge un tocco di contemporaneità a complementi e accessori tessili.
Quali sono i colori secondari
I colori secondari si ottengono mescolando in parti uguali due primari, così:
- rosso + giallo = arancione
- giallo + blu = verde
- blu + rosso = viola
Le tinte ottenute portano equilibrio a una composizione, poiché sottolineano la forza dei primari aggiungendo nel contempo morbidezza e versatilità. Sono tonalità che si trovano spesso nelle palette dell’arredamento contemporaneo, perché si declinano facilmente su materiali, texture e finiture.
Teoria dei colori: la ruota cromatica di Itten
Per iniziare a capire come si combinano i colori, è utile fare riferimento alla ruota cromatica di Johannes Itten, pittore svizzero tra i maestri della Bauhaus, anche se per alcuni aspetti questo schema del 1961 può risultare superato da teorie più moderne.
Itten dispone i colori in un cerchio ripartito in 12 sezioni, che rappresentano le relazioni armoniche e i contrasti cromatici, al cui centro si trovano le 3 tinte fondamentali, da cui derivano tutte le altre. Dalla combinazione dei colori primari – giallo, rosso, blu – nascono infatti i secondari, i quali, a loro volta combinati con i primari, generano i terziari.
Tale struttura – parzialmente superata dai modelli RGB (rosso, verde, blu come colori primari additivi, basati sulla risposta dell’occhio umano alla luce) e CMYK (ciano, magenta, giallo) come colori primari sottrattivi, basati sulla stampa) – è ancora oggi un punto di riferimento per progettisti, designer e decoratori, poiché permette di creare palette coerenti e bilanciate in modo semplice e veloce.
Armonie cromatiche per gli interni
A partire dalla ruota cromatica di Itten si possono attuare diverse strategie di scelta e di abbinamento dei colori:
- armonia monocromatica, con una sola tinta in più varianti di tono e di saturazione (ad esempio una scala di blu)
- armonia analoga, con colori adiacenti nella ruota cromatica (come giallo, giallo-verde, verde), per ambienti fluidi e dinamici
- armonia complementare, con tinte opposte (blu e arancione, ad esempio) per risultati vivaci ma bilanciati.
In ogni caso, ogni colore non va mai considerato da solo, ma in stretta relazione con l’illuminazione, naturale o artificiale, i materiali, le finiture. Una stessa tinta può infatti variare notevolmente a seconda dell’esposizione alla luce, dei rivestimenti a pavimento, delle superfici vicine, più o meno riflettenti.
Abbinare colori primari e secondari
Il rapporto tra colori primari e secondari si basa su principi sia di contrasto sia di complementarità. Ogni colore ha infatti il suo “opposto” nella ruota cromatica, con il quale crea un equilibrio dinamico. Ad esempio, il complementare del blu è l’arancione, del rosso il verde, del giallo il viola.
Nell’interior design, l’accostamento di tinte primarie e secondarie rende gli ambienti vibranti, in cui le nuance si esaltano a vicenda.
Tuttavia, per un risultato armonioso, è necessario anche bilanciare saturazione (ovvero l’intensità) e soprattutto quantità: per un dialogo visivo efficace basta infatti scegliere un solo colore dominante e abbinarne un secondo di accento.
Come usare colori primari e secondari in casa
- COLORI PRIMARI Se utilizzati con misura, possono definire stile e identità di un interno. Così in un soggiorno di taglio moderno, una parete blu, di tonalità profonda come il navy o inedita come l’indaco, diventa lo sfondo ideale per arredi di legno chiaro in stile nordico e tessuti naturali in palette neutre.
Il rosso, scelto magari in tonalità calde come il mattone o il bordeaux, dà vita ad ambienti sofisticati e avvolgenti e risulta perfetto per la zona pranzo o un angolo conversazione. Il giallo, in sfumature tendenti all’ocra o al senape, può illuminare una cucina o uno studio, perché favorisce la concentrazione e trasmette buonumore.
L’importante è lavorare per campiture e studiare le proporzioni: una parete colorata, un mobile laccato o un elemento tessile possono bastare per dare ritmo e personalità, senza appesantire l’insieme. - COLORI SECONDARI Capaci di interpretare diversi stili, introducono sfumature più complesse. L’arancione (per Novacolor è colore dell’anno 2025 nella versione Eclipsia), nelle sue declinazioni più calde, come il terracotta o il rame, riesce a scaldare l’atmosfera e a dialogare per contrasto con i materiali naturali, come il legno o i tessuti. In versione squillante, dosato con parsimonia per una carta da parati, un apparecchio luminoso, un complemento, richiama invece decenni passati, introducendo toni vintage, pop o space age.
Il verde, soprattutto nelle nuance salvia e verde bosco, è particolarmente sfruttato negli interni per la sua versatilità: a seconda dell’utilizzo e della quantità, infatti, può essere percepiro come tinta rilassante o dinamica. Il viola, nelle varianti lavanda o prugna, aggiunge una nota sofisticata, perfetta per la camera da letto ma anche per zone di passaggio (corridoi, disimpegni, ingressi) eleganti.
I colori secondari funzionano bene abbinati a tinte neutre calde (beige, sabbia, tortora) o a superfici decisamente materiche, come la pietra, il cemento, il legno grezzo.
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