Accensione dei riscaldamenti – Quando e dove, zona per zona, Comune per Comune

Quando scatta la possibilità di accensione dei riscaldamenti? Ecco le date a seconda della posizione geografica della casa.  

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 08/10/2017 Aggiornato il 08/10/2017

Chi vive in condomini con impianto di riscaldamento centralizzato, quanto deve attendere ancora per l’accensione dei riscaldamenti? La risposta è differente a seconda delle zone. La legge infatti indica date precise da rispettare per l’accensione dei riscaldamenti e per lo spegnimento.

Il Dpr n.412 del 26 agosto 1993 che regola i tempi per l’accensione dei riscaldamenti (e lo spegnimento) in tutta l’Italia con l’obiettivo di contenere i consumi di energia.

Tutti i Comuni italiani sono divisi in sei zone climatiche individuate in base alla temperatura media registrata durante l’anno. Le zone climatiche vengono classificate sulla base del loro fabbisogno energetico e vanno dalla lettera A, che identifica le zone più temperate, fino ad arrivare alla lettera F che invece rappresenta quelle zone in cui il clima invernale è particolarmente rigido e quindi richiedono una maggiore necessità di riscaldamento.

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Accensione dei riscaldamenti: quando e dove

Le regole per l’accensione dei riscaldamenti nei condomini variano quindi da Comune a Comune e per scoprire in quale periodo e per quante ore al giorno è possibile accendere i termosifoni bisogna quindi conoscere la propria zona climatica di appartenenza.

  • Zona A – Dal 1 dicembre al 15 marzo, per 6 ore al giorno 
    Sud e isole: Comuni di Lampedusa e Linosa (AG); Porto Empedocle (AG)
  • Zona B – Dal 1 dicembre al 31 marzo, per 8 ore al giorno 
    Sud e isole: Agrigento; Catania; Crotone; Messina; Palermo; Reggio Calabria; Siracusa; Trapani.
  • Zona C – Dal 15 novembre al 31 marzo, per 10 ore al giorno
    Nord-Ovest: Imperia.
    Centro: Latina.
    Sud e isole: Bari; Benevento; Brindisi; Cagliari; Caserta; Catanzaro; Cosenza; Lecce; Napoli; Oristano; Ragusa; Salerno; Sassari; Taranto.
  • Zona D – Dal 1 novembre al 15 aprile, per 12 ore al giorno
    Nord-Ovest: Genova; La Spezia; Savona.
    Nord-Est: Forlì.
    Centro: Ancona; Ascoli Piceno; Firenze; Grosseto; Livorno; Lucca; Macerata; Massa C.; Pesaro; Pisa; Pistoia; Prato; Roma; Siena; Terni; Viterbo.
    Sud e isole: Avellino; Caltanissetta; Chieti; Foggia; Isernia; Matera; Nuoro; Pescara; Teramo; Vibo Valentia.
  • Zona E – Dal 15 ottobre al 15 aprile, per 14 ore al giorno
    Nord-Ovest: Alessandria; Aosta; Asti; Bergamo; Biella; Brescia; Como; Cremona; Lecco; Lodi; Milano; Novara; Padova; Pavia; Sondrio; Torino; Varese; Verbania; Vercelli.
    Nord-Est: Bologna; Bolzano; Ferrara; Gorizia; Modena; Parma; Piacenza; Pordenone; Ravenna; Reggio Emilia; Rimini; Rovigo; Treviso; Trieste; Udine; Venezia; Verona; Vicenza.
    Centro: Arezzo; Perugia; Frosinone; Rieti.
    Sud: Campobasso; Enna; L’Aquila; Potenza.
  • Zona F – Nessuna limitazione
    Nord-Ovest: Cuneo.
    Nord-Est: Belluno; Trento.

 

Accensione dei riscaldamenti: occhio ai costi

Di norma gli impianti vanno accesi dopo le cinque del mattino e spenti entro le 23. Secondo la legge, la temperatura interna non può superare i 20 gradi centigradi, con 2 gradi di tolleranza all’interno di abitazioni, scuole e uffici, mentre per gli edifici adibiti ad attività artigianali e industriali il limite è di 18 anni. I sindaci possono comunque decidere eccezioni per quanto riguarda le date di accensioni in casi di eccezionali eventi climatici, ad esempio quando la temperatura scende all’improvviso sotto i 20 gradi.

Per gli impianti di riscaldamento autonomi non esiste nessun tipo di restrizione, quindi possono essere azionati in qualunque momento e secondo le varie esigenze. Per evitare consumi eccessivi che fanno lievitare la bolletta di casa basta seguire alcune semplici regole stilate dall’Enea, l’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

La prima regola da seguire riguarda la sicurezza, ovvero la corretta manutenzione degli impianti che non solo permette di consumare meno ma anche di inquinare meno. Altra  regola è applicare le valvole termostatiche, apparecchiature che aprono o chiudono la circolazione dell’acqua calda nel termosifone e consentono di mantenere costante la temperatura impostata, aiutando a concentrare il calore negli ambienti più frequentati e a evitare sprechi. Sugli impianti centralizzati è scattato l’obbligo di dotarsi delle valvole termostatiche e per chi ha un impianto autonomo sarebbe opportuno provvedere.

Terza regola riguarda il controllo della temperatura e l’uso dei cronotermostati, dispositivi elettronici che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa. Riscaldare troppo la casa fa male non solo alle tasche ma anche alla nostra salute visto che per legge la temperatura interna deve aggirarsi 20 – 22 gradi. Poi è bene seguire dei piccoli accorgimenti come chiudere persiane e tapparelle o mettere tende pesanti che permette così di ridurre dispersioni di calore verso l’esterno. Inoltre è opportuno evitare di apporre ostacoli davanti e sopra i termosifoni, in quanto mettere tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come asciuga biancheria disperde calore ed è fonte di sprechi.

Attenzione a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte per il ricambio dell’aria: bastano pochi minuti evitando così di disperdere calore. Altro trucco semplice è quello di installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. Poi ci sono anche interventi più importanti che si possono realizzare per ridurre i consumi energetici quando si tratta di riscaldare casa. Se l’impianto di casa è obsoleto sarebbe opportuno cambiarlo con una caldaie a condensazione, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico. Oppure si può procedere alla coibentazione, sostituzione di serramenti e infissi, installazione di pannelli solari, tutti interventi tesi al risparmio energetico e che permettono di usufruire della detrazione fiscale, l’ecobonus che fino al 31 dicembre 2017, a meno di proroghe, è previsto nella misura più alta, al 65%.

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