Usare bene i fertilizzanti

Per evitare errori che possono danneggiare le piante, inquinare il terreno e fare male alla salute dell’uomo, occorre saper scegliere il fertilizzante giusto, da distribuire nel momento migliore, nelle quantità indicate sulla confezione.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 30/04/2017 Aggiornato il 30/04/2017
fertilizzanti

La primavera è il momento in cui si taglia, si pota, si scava, si mettono a dimora nuove piante e si usano i fertilizzanti. Tutti “sentono” che questo è il momento giusto per dare sostegno alle piante nel loro nuovo ciclo vegetativo. La sensazione è corretta ma possono non esserlo i tempi e le modalità di distribuzione in base alla singola pianta e al prodotto impiegato. Cerchiamo allora di capire come usare bene i fertilizzanti.

Tre tipologie

I fertilizzanti liquidi sono per definizione a effetto rapido, se non pronto, ed esauriscono la loro efficacia nel giro di pochi giorni, tanto che le istruzioni consigliano di utilizzarli spesso, una volta ogni sette-dieci-quindi giorni. Il livello indicato è sempre quello massimo per ottenere un buon risultato senza avere effetti secondari indesiderati. Si diluiscono nell’acqua di bagnatura ed è sempre bene aggiungerli nell’annaffiatoio a metà del riempimento così che il getto in ingresso rimescoli il tutto ottenendo una dispersione uniforme nel mezzo.
I fertilizzanti in polvere da aggiungere all’acqua sono sotto forma di sali e quindi facilmente solubili in acqua ma è sempre meglio tenere la stessa avvertenza per ottenere una soluzione senza residui di fondo.
I fertilizzanti in granuli, da inglobare nel terreno o da distribuire sul terreno sono caratterizzati da una degrado lento e costante che porta a un rilascio nel tempo in grado di fornire, sempre se correttamente dosati, quella quantità di nutrienti che gli apparati possono assorbire, sfruttando al meglio l’apporto di nutrienti.
I fertilizzanti in pellet sono in genere su base organica, come lo stallatico in pellet, con possibili integrazioni minerali, che possono essere inglobati nel terreno o distribuiti in superficie. Si sfaldano più o meno rapidamente secondo il grado di umidità e la frequenza delle bagnature apportando anche una quota, per quanto limitata, di sostanza organica a diverso grado di degradazione.    

Importanza del dosaggio corretto

Non esiste fertilizzante che non abbia chiaramente indicati sulla confezione i dosaggi d’impiego indicati per metro quadrato di superficie, o per litro di acqua di bagnatura se liquido o idrosolubile, o per vaso e per singola pianta. In genere sono pochi coloro che leggono queste indicazioni, la maggior parte non ne rispetta i dosaggi indicati. Questo comporta diversi problemi, sia per l’eccesso, sia per il difetto.
Per il difetto è subito intuibile: non apportiamo un dosaggio di nutrienti efficace per avere una risposta attesa e quindi sul prodotto avremo un giudizio negativo perché la spesa ci parrà inutile o ingiustificata.
Per l’eccesso dobbiamo analizzare più aspetti. Il primo è lo spreco economico: otterremo buoni risultati ma a un prezzo superiore. Il secondo è il peggioramento delle caratteristiche del suolo: oltre all’aumento di salinità utilizzando fertilizzanti chimici o solubili possiamo provocare nel tempo un accumulo di un determinato componente tale da alterare le caratteristiche originarie del terreno e renderlo “inospitale” per alcune piante. Il terzo è l’aspetto ambientale: un’eccessiva distribuzione di fertilizzanti, proprio come avviene per l’agricoltura industriale, sfugge all’azione di assorbimento delle piante, viene trascinata verso gli strati profondi del terreno e col tempo finisce nella falda freatica.

Come usare i fertilizzanti

Per le piante in vaso
Il vaso, o qualsiasi altro contenitore, è un ambiente confinato per definizione dove il terreno inteso come quantità è un parametro fisso non modificabile. Fertilizzare le piante serve ad apportare nutrienti in modo continuo supplendo alla carenza che può derivare da un terreno esaurito e ormai incapace di sostenere uno sviluppo forte e vigoroso. Il vecchio consiglio di rinvasare le piante a primavera, tutte, come si trattasse di annuali servirebbe quindi a ristabilire le condizioni ideali per lo sviluppo dell’apparato radicale. Il terriccio nuovo sarà più soffice e consentirà migliori scambi gassosi fra terreno e atmosfera, sarà più ricco di batteri e sostanza organica, con una maggiore disponibilità di nutrienti e una gamma più variegata di questi.
Gli asporti operati dalla pianta, i continui dilavamenti dovuti alle bagnature spesso eccessive con accumulo di grande quantità d’acqua nel sottovaso, contribuiscono a impoverirlo. Anche un uso improprio dei fertilizzanti, aumentando la salinità del terreno, ne peggiora le condizioni.
Meglio allora operare un buon rinvaso con terriccio di qualità, mescolarvi un fertilizzante a rilascio programmato, e utilizzare i fertilizzanti liquidi a dosaggio dimezzato. Vale per le rose come per gerani e surfinie.

Per le perenni in giardino
In primavera le perenni iniziano il loro sviluppo attingendo le energie e sostanze nutritive dagli organi di riserva come apparati radicali ingrossati o organi sotterranei e nel mese di aprile sono già in fase di levata o di fioritura. La fertilizzazione eseguita adesso ha lo scopo di garantire le migliori condizioni per le fioriture che verranno e per sostenere uno sviluppo vigoroso della vegetazione. I prodotti consigliati sono i terricciati, i fertilizzanti organici, anche in pellet, e i prodotti granulari a cessione programmata.

Per le annuali
Le annuali, nate da seme o trapiantate, devono essere considerate più simili a una pianta in vaso e non a una perenne. La loro crescita, fino alla fioritura, dovrà essere accompagnata con fertilizzazioni continue, anche se non troppo abbondanti. Utilizzando nella prima fase di sviluppo un prodotto per piante verdi ricco di azoto così da favorire la crescita della struttura e, da quando si inizia a formare il bocciolo, un prodotto per piante da fiore, più ricco di fosforo, potassio e microelementi, per la maturazione dei tessuti, la fioritura e la colorazione intensa.

Per rose ed arbusti
I prodotti per le rose possono essere utilizzati con successo per tutti gli arbusti da fiore specie se si tratta di piante capaci di una rifiorenza continua o a più cicli. Ben equilibrati per promuovere nel corso della stagione una crescita continua promuovono anche una maturazione dei tessuti e la formazione di colori intensi. Due sono gli aspetti da controllare con cura: i tempi di efficacia del prodotto perché di solito una sola somministrazione nell’arco dell’anno non basta, e i sovradosaggi che possono portare nei fiori chiari alla comparsa di striature colorate non riscontrate nelle precedenti annate.  

Per alberi, grandi e piccoli
Per gli alberi, piccoli o grandi che siano, e anche per le siepi, la fertilizzazione primaverile dovrebbe seguire quella autunnale. In questo caso non si apportano tanto nutrienti di pronto effetto quanto si tende a mantenere elevata la qualità del terreno utilizzando fertilizzanti organici naturali, dal tradizionale letame, a tutti i terricciati e terricci di qualità, da inglobare nel primo strato di coltivazione con una lavorazione che arieggia e smuove il terreno senza però danneggiare le radici. Solo in caso di segni di clorosi si provvede a utilizzare prodotti specifici chiamati genericamente “rinverdenti” che contengono ferro e altri microelementi in forma chelata, facilmente assorbibili dalla pianta anche se il pH del terreno è sfavorevole.

Per l’orto
Per l’orto vale una sola raccomandazione: usare fertilizzanti specifici e nei dosaggi indicati. Nelle verdure verdi, soprattutto in primavera e autunno, quando la radiazione è meno forte, un eccesso di azoto nel terreno si può tradurre in un accumulo di nitriti nelle foglie. Meglio una buona letamazione autunnale e prodotti a rilascio programmato.

Anche fai-da-te

Si tenga presente che il concime può essere preparato da soli con gli scarti della compostiera.  

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