Seminare le insalate di stagione

Le temperature sono aumentate quel tanto che ci consente di seminare direttamente nel terreno le insalate da taglio, in particolare quelle della vastissima famiglia delle cicorie.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 20/04/2014 Aggiornato il 20/04/2014
Seminare le insalate di stagione

Nel mese di aprile, in pieno campo, si semina quasi tutto anche se le colture più diffuse (zucca, zucchino, pomodoro, cetriolo, melone, anguria, melanzana e pomodoro, peperone) sono sensibili e devono attendere che le temperature notturne si stabilizzino intorno ai 10-14°C. Tutte le verdure da foglia, eccezion fatta per l’indivia riccia, sopportano temperature più fresche e già dall’inizio del mese possono essere seminate.

Tutte cicorie

Le verdure da taglio, anche se di specie diverse, sono piuttosto simili e faremo riferimento alle esigenze delle cicorie che sono la famiglia più rappresentativa. I radicchi sono cicorie lungamente selezionate dall’uomo che ha ottenuto prodotti molto dissimili fra loro: dal grumolo all’insalata belga, dal radicchio a palla di Chioggia ai vari trevigiani.

Resistenti al freddo, le cicorie si piantano da marzo

Le cicorie sono piante adattabili che riescono a crescere e produrre sia con climi caldi che climi freschi. In generale vegetano al di sopra degli 8°C, crescendo con forza fra i 15 ed i 20°C. In estate le cicorie cresciute in climi caldi sono più fibrose, tendenzialmente più amare, indicate più per la cottura che il consumo fresco. Per questa ragione è consigliato anticiparne la coltura così da raccoglierle a fine primavera.

Il terreno è sempre importante

Ortaggi adattabili le cicorie non temono i terreni sassosi, ricchi di scheletro o poveri. Per crescere con forza e formare cespi correttamente sviluppati, grandi, senza difetti hanno bisogno di terreni moderatamente fertili sempre molto ben drenati perché temono i ristagni d’acqua causa di ingiallimenti fogliari. Non sono indicati nemmeno i terreni freddi. Temono i terreni a reazione basica, ricchi di calcare, preferendo quelli sub acidi a pH compreso fra 6 e 6,8, tutt’al più neutri.

Tre errori comuni

  1. La quantità di seme utilizzato per unità di superficie e la sua distribuzione omogenea sono sempre difficili. Controllate le indicazioni sulla busta e “diluite” la quantità necessaria con terriccio da semina così da migliorare l’uniformità della germinazione e della crescita delle pianticelle.
  2. Dopo la semina (a spaglio, a file, a postarelle) deve sempre essere eseguito il diradamento così da lasciare a ogni pianta, in funzione della dimensione finale, lo spazio necessario per un pieno sviluppo.
  3. La tecnica di irrigazione adottata nella maggior parte degli orti familiari è quella a pioggia. Preferite quella per scorrimento o bagnate al piede senza interessare le foglie così da non favorire fenomeni di marcescenza, patologie fungine, e ustioni dovute alle gocce che restano sulle foglie all’arrivo del sole.

I radicchi rossi

Molte sono le cultivar di Cicoria a palla rossa. Fra le precoci “Indigo F1” è adatta alle coltivazioni in pieno campo, anche effettuate con anticipo perché resistente al freddo, purché si proteggano le piante con tessuto non tessuto. Il cespo è tondo e compatto, in mano è pesante, ma non fradicio, il colore è particolarmente brillante. Dal momento del trapianto al raccolto sono necessari solo 60 giorni di attesa. “Pompeo” è una varietà tardiva che richiede un mese in più di coltivazione, ma produce cespi di taglia maggiore, capaci di raggiungere e superare i 500 grammi di peso. Indicata negli orti familiari ed in collina per l’elevata resistenza al freddo, ha foglie di color rosso scuro con venature a contrasto bianco candido. La cicoria di Treviso forma cespi allungati di colore rosso scuro con costolatura evidente e nervature bianche chiaramente definita. Incappuccia solo a maturazione ed in commercio i cespi più piccoli possono ancora essere aperti.

I radicchi screziati

La cicoria variegata di Castelfranco, apprezzata per le costolature tenere e le foglie di colore chiaro ma luminoso con maculature e striature molto vivaci è capace di attrarre il consumatore più delle altre proposte analoghe. Croccante, fresca, mai slavata un tempo era coltivata con una tecnica di forzatura molto complessa, oggi non più praticata. Pronta in novembre se seminata dopo l’estate, può restare in campo a lungo nei climi miti, coltivata nei tunnel è disponibile tutto l’anno, e si trapianta negli orti a marzo. La cicoria variegata di Chioggia forma cespi voluminosi solo leggermente allungati con nervature sviluppate e bianche mentre il lembo fogliare è screziato in modo più o meno fine di rosso.

I radicchi verdi

Fra i radicchi verdi non possiamo non ricordare i grumolo che possono anche essere di colore chiaro, definiti biondi, o più raramente rossi. Formano delle rosette di foglie appiattite, spesse ma non dure, quasi carnose, di buon sapore senza essere troppo amare. Di pregio è anche la radice ingrossata che pulita nella parte prossimale può essere consumata, cruda o cotta. Ottimo per far risaltare un aceto di qualità, è il tipico radicchio invernale, ma lasciato in campo o riseminato tardivamente è disponibile anche in primavera.

L’insalata belga

L’insalata belga è in realtà anch’essa una cicoria, o un radicchio se lo preferite. In realtà si tratta della varietà di Magdeburgo a grossa radice sottoposta a forzatura. Le piante si ricoprono di uno strato di sabbia alto 20 cm all’interno del quale si sviluppano le foglie bianche e allungate, strettamente appressate una all’altra, di sapore acquoso e solo leggermente amarognolo.

L’indivia riccia e le scarole

L’indivia riccia è un ortaggio produttivo e adattabile che ha nella maggiore sensibilità al freddo il suo tallone d’Achille. Molto più resistenti sono le scarole, varietà di indivia, che si prestano alla coltivazione in primavera e a inizio inverno, ricorrendo alle diverse tecniche d’imbianchimento. Non è tra le più veloci perché richiede dalla semina alla raccolta dei primi cespi circa tre mesi. La maturazione scalare copre un arco di un mese e più.

Le lattughe

Le lattughe possono essere distinte in lattughe da taglio, dette anche lattughini, e lattughe da cespo. I lattughini crescono rapidamente e in condizioni favorevoli sono già pronti da consumare un mese dopo la semina. Le lattughe da cespo, secondo la precocità, impiegano da due a tre mesi. Importante al momento del trapianto è evitare di interrare il colletto per evitare sviluppati fenomeni di marcescenza delle foglie esterne. Queste lattughe, come la gentilina rossa, sono cresciute con il freddo e all’arrivo del caldo prefioriscono con facilità: appena il cespo tende ad allungarsi è bene consumarlo subito.

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