Nell’orto: i lavori del mese di agosto

In questo periodo i raccolti si susseguono ogni giorno e sembra che basti annaffiare per continuare a riempire il cesto. Il rischio però è di ritrovarsi a fine agosto, prima del tempo, a esaurire la produzione. Per prolungare il periodo favorevole il più a lungo possibile non bisogna dimenticarsi di razionalizzare gli apporti idrici, fertilizzare e avviare un secondo ciclo colture.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 21/08/2016 Aggiornato il 21/08/2016
Nell’orto: i lavori del mese di agosto

Acqua nell’orto

Per sostenere un’elevata produzione ci vogliono bagnature regolari: ogni giorno se non piove, quando il terreno è asciutto, dopo un acquazzone. Per capire quanta acqua serve, pensiamo che solo una piccola parte di quella impiegata per irrigare viene effettivamente assorbita dalle piante orticole e che, in aggiunta, la maggior parte della massa vegetale prodotta è costituita da acqua. Un pomodoro contiene più del 90% d’acqua, uno zucchino che sembra essere molto più consistente raggiunge il 90%, a una carota mancano pochi punti percentuali per arrivare a questa soglia.

Verifica dei tutori e legature

La crescita continua delle piante che aumentano la superficie fogliare, il peso dei frutti e la possibilità di eventi atmosferici improvvisi e violenti, tipici dell’estate, in questo periodo rendono necessario ricontrollare la stabilità dei tutori.
Occorre sostituire i paletti o le canne troppo corti e infiggere meglio nel terreno quelli non perfettamente perpendicolari a terra. Per non rovinare la “testa” del palo, usare un martello di gomma o di legno e una tavoletta da porre fra il tutore e l’attrezzo battente.
Le legature della pianta al tutore devono accompagnare la formazione e lo sviluppo di nuove branche quindi vanno aggiunte dove mancano.
Anche quelle effettuate a inizio coltivazione devono essere controllate perché, se sono diventate troppo strette, potrebbero causare strozzamenti del fusto, rendendo più facile la rottura. Nel caso, si provveda ad allentarle e riposizionarle.

Il sole: sistemi fai-da-te per ombreggiare le nuove colture

Le pianticelle appena trapiantate o germinate se non sono protette nelle ore centrali della giornata, assumono un’aria prostrata per riprendersi solo durante la serata e/o al momento dell’irrigazione.
Le semine, poi, possono avere un esito infausto perché molti ortaggi da foglia faticano a germinare al di sopra dei 20°C.
I sistemi di protezione consistono nel realizzare, con materiali e costi molto diversi, un’ombreggiatura: ecco i più pratici.
– Stuoie di arelle. Questi graticci sono formati da cannette palustri e devono essere stesi su piccole spalliere temporanee ad un’altezza di circa 50 cm dal suolo. Le strutture a spalliera si possono realizzare con picchetti e righelli di legno. Le stuoie di arelle rappresentano la soluzione ideale per ombreggiare colture che già hanno superato la prima fase di crescita o per le piantine appena trapiantate. Sono facili da posizionare e rimuovere e, se correttamente conservate, durano più anni.
– Cassette di legno capovolte tenute sollevate dal terreno 30 cm con l’aiuto di picchetti infissi nel terreno, usate soprattutto per difendere le semine a spaglio su piccole superfici.
– Reti ombreggianti scure da tendere su strutture fisse in metallo, possono essere rimosse lasciando al loro posto le reti antigrandine che proteggono, ma non privano di luce; sono impiegate per le colture di pregio perché più costose.

Fertilizzazioni

La concimazione di “fondo” effettuata lo scorso autunno, adesso può essere integrata con la distribuzione di prodotti sparsi in copertura: in pratica direttamente sul terreno o interrati con una leggera sarchiatura superficiale.
È importante rispettare con attenzione i dosaggi indicati dal produttore per unità di superficie. In caso di eccessi non solo si commette uno spreco, ma si possono ottenere due effetti indesiderati: un accumulo di nitrati negli ortaggi a foglia verde, potenzialmente dannoso per la salute, e una spinta vegetativa a discapito della produzione di frutti.
Le confezioni dei prodotti in granuli sono in genere dotate di un bicchierino misuratore che indica il quantitativo in grammi. Nel caso mancasse, provvedete a costruirvene uno di volume pari al quantitativo per metro quadrato.

Per chi va in vacanza

L’assenza di una settimana intera, in piena estate quando il sole è forte e non piove, è superiore alla capacità di resistenza di molte piante e i danni si toccano con mano: le piante assumono portamento depresso, a volte prostrato, con margini fogliari ingialliti. Il vigore vegetativo si riduce perché i frutti non raccolti nel caso delle zucchine si trasformano in grandi zucche inibendone la produzione di nuovi, e lo stesso vale per fragole e pomodori marcescenti.
Che cosa fare per limitare i danni?
Il primo fattore limitante è l’acqua perché, per quanto abbondante, l’annaffiatura che precede la partenza non basta per un’intera settimana. La soluzione ideale è adottare un sistema d’irrigazione automatico in grado di erogare piccole quantità d’acqua tutti i giorni oppure di affidare l’orto a un amico in cambio della possibilità di raccogliere durante la nostra assenza.
Alcune colture possono essere parzialmente protette da reti ombreggianti per ridurre l’incidenza della radiazione solare, il consumo idrico e ritardare la maturazione.
Prima della partenza si consiglia di raccogliere tutto il possibile e procedere a una rapida conservazione, eliminare le erbacce che competono con le colture per acqua e nutrienti, effettuare una lavorazione superficiale del terreno.

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