L’asino: animale da compagnia

Non è né testardo né stupido o pigro… l’asino è forte, paziente, curioso, socievole e simpatico. Oggi viene riscoperto anche come animale da compagnia.

Roberta Marino
A cura di Roberta Marino
Pubblicato il 18/11/2014 Aggiornato il 18/11/2014
L’asino: animale da compagnia

Per secoli l’asino ha seguito pazientemente l’uomo nel suo lavoro trasportando pesi, accompagnandolo su sentieri impervi (merito della sua memoria eccellente che gli permette di ricordare bene i percorsi frequentati) offrendogli il suo latte e finendo poi per essere sfruttato per la sua carne e la sua pelle. Con la diffusione delle macchine agricole l’asino ha perduto il suo ruolo tradizionale di lavoratore infaticabile o animale da sella e la sua diffusione nonché la sopravvivenza è sempre più a rischio. Fortunatamente negli ultimi anni si è riscoperto il suo valore ed è stato introdotto in vari settori: dalle fattorie didattiche per i bambini, ai luoghi dove si pratica l’onoterapia (la terapia di sostegno per disabili o persone in difficoltà) o, semplicemente, come animale “da compagnia” invece del cavallo. E lui ha ritrovato una nuova identità.

Ecco come è fatto

La struttura dell’asino è caratteristica: ha una grossa testa, la schiena bruna e magra e le orecchie lunghe. Quello che non si confonde mai è il suo verso: un raglio buffo e altisonante. Rispetto al cavallo, l’asino è più piccolino, ha gli zoccoli più stretti, crini solo all’estremità della coda che non è folta come quella dell’altro animale. In media un asino vive circa 25-30 anni, alcuni possono arrivare fino a 40.

Che cosa mangia l’asino

Non particolarmente esigente, l’asino pascola e bruca: ha bisogno solo di erba, fieno (preferendo quello tardivo o di secondo taglio), paglia, insieme al sale minerale per equini da leccare e all’acqua.

Il carattere

Contrariamente a quello che hanno trasmesso leggende e luoghi comuni, l’asino non è affatto cocciuto, testardo, stupido o pigro. È paziente, lento nei movimenti, controllato; è mite e socievole: ama la compagnia di altri asini o animali diversi come pecore, pony, mucche, capre, oche, galline e cani.

La cura giornaliera per chi decidere di prenderne uno “in casa”

Chi dispone di un terreno adatto può decidere di prendere un asino. Però è necessario essere ben convinti di poter garantire le cure necessarie e l’ambiente adatto oltre a possedere una buona conoscenza del comportamento e delle abitudini di questo animale. Per tenere uno o, meglio, due asini è necessario disporre di almeno 4.000 mq (per due asini) di pascolo ben recintato con un riparo, dotato di acqua fresca ed elettricità e uno spazio per immagazzinare fieno e paglia durante i mesi invernali. Il mantenimento costa in media di circa 560 euro all’anno oltre a eventuali spese aggiuntive per emergenze e cure particolari. Bisogna avere il contatto con un veterinario esperto (che lo controllo regolarmente), un maniscalco e un fornitore di fieno e paglia. Infine è bene tenere conto del tempo necessario per prendersi cura in maniera adeguata dell’animale: ha bisogno di essere spazzolato regolarmente, di mangiare poco e spesso con orari regolari, di avere a disposizione acqua pulita e sali minerali o sale da leccare. Oltre ad avere un pascolo per brucare e fare esercizio fisico. È fondamentale fornire all’asino una stalla coperta di circa 4,5 mq per ogni asino (9 mq per una coppia) con il fondo ben drenato, duro e non scivoloso, munita di porte che consentano all’asino di vedere all’esterno (più basse di quelle dei cavalli quindi). L’ideale è la lettiera di paglia d’orzo che è adatta sia per il valore nutritivo che come giaciglio.

Il contatto quotidiano

L’approccio all’asino può essere tanto più semplice quanto più ci si dimostra pazienti, costanti e calmi. Per fa sì che l’asino si fidi, non abbia timore in modo da essere pulito e curato con tranquillità bisogna avere il tempo di coccolarlo, parlandogli con un tono di voce calmo, grattandogli il garrese e gentilmente le orecchie.

I calci

Un luogo comune molto diffuso è quello dell’asino che scalcia. In realtà è solo un comportamento di difesa che l’animale mette in atto se si sente a disagio, in pericolo o infastidito; non scalcia mai senza motivo. Un asino, prima di scalciare, lo anticipa con colpi di coda, poi picchia in terra i piedi e a questo punto il calcio potrebbe arrivare, ma in genere preferisce allontanarsi. I calci all’uomo si verificano soprattutto quando l’asino è legato con la cavezza ad un anello. Una volta che l’asino ha fiducia nell’uomo e il rapporto è tranquillo si può iniziare anche a portarlo a passeggio, uno dei traguardi più belli che si possano ottenere.

Attenzione! È molto raro, ma se l’asino dovesse agitare la coda o battere il piede potrebbe indicare che non è suo agio e quindi scalciare: in questo caso meglio allontanarsi e aspettare che si calmi.

Il mulo e il bardotto non sono asini. Il primo è nato dell’incrocio dell’asino con la cavalla, il bardotto tra cavallo e asina.

Onoterapia e fattorie didattiche

Il carattere mite, socievole e umile dell’asino ne fa un compagno ideale per i bambini. Ma è anche adatto per aiutare la socializzazione delle persone con difficoltà relazionali e per infondere tranquillità. La pet-therapy, ossia la terapia con gli animali, deve la sua nascita allo psichiatra Boris Levinson, che lavorava soprattutto con i bambini e che, a metà del secolo scorso (attorno al 1960), si accorse che la presenza di un animale all’interno del suo studio facilitava la relazione medico-paziente e semplificava le cure.

  • Il carattere tranquillo e la capacità dell’asino di relazionarsi con l’uomo hanno fatto di lui il terapeuta ideale per aiutare persone con situazioni di disagio emotivo, fisico e psichico. Nell’ambito della pet-therapy oggi si parla di “onoterapia” ossia di terapia assistita con l’asino (onos dal greco = asino), che consente alle persone in difficoltà e/o con patologia di creare un legame affettivo-emozionale con l’asino.
  • L’onoterapia può aiutare anche i portatori di handicap a recuperare piccoli ritardi o insufficienze fisiche e psicologiche.
  • Per i bambini invece può dare una mano a superare i problemi di relazione e socializzazione, perché permette di creare un legame affettivo con l’animale e di instaurare un rapporto di fiducia reciproca.

Alcuni indirizzi

Ecco una lista di indirizzi internet di centri sparsi un po’ in tutta Italia da contattare se si desidera avere un approccio con l’asino per passeggiate, onoterapia o per… fare amicizia!

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